«Mio padre non è un violentatore»

«Mio padre non è un violentatore» Accusato dal pentito Avitabile di corruzione di minorenne e uso di droghe «Mio padre non è un violentatore» Il figlio 13enne difende il deputato psi Abbruzzese NAPOLI. Il primo a non credere che abbia potuto violentare ragazzine è suo figlio. «Papà - gli ha detto - non ti preoccupare, combatteremo insieme questa battaglia». C'era anche Gianluca, 13 anni, alla conferenza stampa convocata ieri pomeriggio dal deputato socialista Salvatore Abbruzzese, nei cui confronti pende alla Camera una richiesta di autorizzazione a procedere per violenza carnale e corruzione di minorenni, cessione e induzione all'uso di stupefacenti nei confronti di minori. A mettere nei guai il parlamentare napoletano è stato un pentito della camorra, Salvatore Avitabile. E' stato lui a raccontare al sostituto procuratore Maurizio Fumo di aver più volte venduto cocaina al cognato di Abbruzzese e che la droga era destinata anche all'esponente del psi. Il camorrista ha parlato pure di incontri a luci rosse con una giovanissima: Michela C, che all'epoca - i fatti risalirebbero al 1984 - non aveva neppure compiuto 14 anni. Dopo essersi recato dal magistrato, che lo ha ascoltato per oltre due ore, Abbruzzese ha voluto incontrare i giornalisti per spiegare la sua verità. Un abbraccio al figlio seduto in prima fila, tra decine di fotografi e teleoperatori, poi il deputato dà il via alla sua difesa. «Non so nulla di quella ragazza dice - e di Avitabile conosco soltanto il cantante. Io suono la batteria e qualcuno ha provato a imbastire una storia fatta di sesso, droga e rock and roll. Per quanto i mi riguarda, ho a che fare solo con il rock and roll». Il parlamentare è amareggiato: «Quando ho avuto l'avviso di garanzia, ho informato subito i miei. Ero fuori casa, Gianluca mi ha telefonato e mi ha detto che è al mio fianco». Martedì prossimo, Abbruzzese incontrerà il presidente della Camera, Giorgio Napolitano, per chiedere che la giunta per le autorizzazioni a procedere si pronunci al più presto sul suo caso. «Ho già rinunciato all'immunità parlamentare che per me sarebbe soltanto un ostacolo. Se non si arriverà in tempi brevi ad una decisione, sono pronto a fare lo sciopero della fame». «Questa vicenda ribadisce - mi ripugna e sta rovinando la mia famiglia, le mie amicizie». Accanto al deputato siede il suo legale, l'avvocato Alfredo Guarino. «Ci sono piste inquietanti spiega - ma di più per ora non possiamo dire perché c'è un'indagine in corso». Abbruzzese lascia intendere che dietro le rivelazioni del pentito potrebbe esserci una vendetta per la sua attività di assessore comunale all'Edilizia pubblica, incarico ricoperto proprio nell'84. L'esponente socialista ricorda il suo impegno nella lotta all'abusivismo, le demolizioni dei fabbricati fuori legge concentrate soprattutto alla periferia occidentale di Napoli, nella stessa zona dove imperava il clan del camorrista che ora lo accusa. Mariella Cirillo

Luoghi citati: Napoli