Navi da sbarco Usa verso l'Adriatico

Braccio di ferro tra Zagabria e Belgrado per il ponte di Maslenica: razzi sull'entroterra dalmata, 2 morti Braccio di ferro tra Zagabria e Belgrado per il ponte di Maslenica: razzi sull'entroterra dalmata, 2 morti Navi da sbarco Usa verso l'Adriatico A Zara si riaccende la guerra tra serbi e croati ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Un convoglio navale americano composto da tre unità da guerra è diretto verso l'Adriatico, dove raggiungerà la portaerei Roosevelt allo scopo di appoggiare un eventuale intervento statunitense in Bosnia. La prima nave, «El Paso», è un mezzo da carico con anfibi, la seconda «Banstable County» trasporta decine di carri armati, mentre la terza, «Wasp», è una nave d'assalto che può trasportare sino a 42 elicotteri. Dopo lo spostamento dei caccia bombardieri e dei soldati americani nelle basi italiane, questa nuova azione conferma l'intenzione di Washington di impegnarsi direttamente per trovare una soluzione al dramma bosniaco. Ma alla vigilia della riapertura del ponte di Maslenica e dell'aeroporto civile di Zara, confermata ieri dalle autorità croate, il conflitto rischia di riesplodere anche in Croazia dove gli attacchi delle truppe serbe contro le città croate si stanno intensificando. Ieri mattina i serbi hanno lanciato dieci razzi contro Sebenico uccidendo due civili e ferendone altri tre. Col lanciarazzi multiplo hanno colpito Vodice, l'entroterra di Zara e Biograd. Ma gli allarmi generali sono scattati anche a Ogulin e Karlovac, quaranta chilometri a Sud di Zagabria, che l'artiglieria pesante serba ha ripreso a bombardare tre giorni fa ferendo alcuni civili. «Siamo intenzionati a riaprire il ponte di Maslenica e lo scalo di Zemunik per ristabilire il traffico con il Sud del Paese, in accordo con quanto stabilito dal piano Vance. Si tratta di un interesse vitale per la Croazia, nonché per le operazioni umanitarie sia nel nostro Paese che in Bosnia», ha detto ieri il presidente croato Tudjman nella sua risposta al segretario generale dell'Onu Ghali e al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che poche ore prima aveva invitato il governo di Zagabria a rinunciare alla riapertura del ponte e dell'aeroporto, esprimendo la propria preoccupazione per il riaccendersi dei conflitti tra serbi e croati. Pur riconoscendo l'interesse e il diritto legittimo di Zagabria di ristabilire la comunicazione tra le due parti del Paese, tagliato in due da quando i serbi hanno buttato giù il vecchio ponte di Maslenica nel novembre del '91, il Consiglio di sicurezza ha chiesto alla Croazia di astenersi dall'azione unilaterale che potrebbe minacciare tutti i tentativi delle forze di pace dell'Onu di trovare una soluzione pacifica in questa Repubblica. «La nostra non è una provocazione militare, ma un'azione civile che nasce dalla necessità», ha affermato il Presidente croato. Circa un milione di persone in Dalmazia sono rimaste isolate per due anni perché tutto il traffico con la parte continentale del Paese dipende dai traghetti e dal vecchio ponte dell'isola di Pag che non può più reggere il peso dei camion. La Croazia chiede ai Caschi Blu di garantire la riapertura di domani quando verrà messo in funzione il ponte provvisorio su barche di Maslenica. I serbi della autoproclamatasi Repubblica di Krajina hanno fatto sapere in serata di aver raggiunto un accordo con Zagabria per la riapertura del ponte, ma da parte croata non è venuta alcuna conferma. Intanto oggi il presidente Tudjman si recherà a Ginevra dove incontrerà il presidente serbo Milosevic e i due copresidenti della Conferenza di pace sull'ex Jugoslavia per continuare le trattative sulla Bosnia. Dovrebbe raggiungerli anche il presidente bosniaco Izetbegovic. In Bosnia continuano intanto gli scontri tra musulmani e i croati bosniaci. Dopo violenti bombardamenti in cui hanno perso la vita decine di persone le forze musulmane hanno conquistato la città di Fqjnica, costringendo 6 mila civili croati all'esodo. «La politica dell'Alto Commissariato e della comunità internazionale nell'ex Jugoslavia puzza di merda», ha dichiarato testualmente in una conferenza all'Università di Santiago de Campostela Jose Maria Mendiluce, ex rappresentante dell'Alto Commissariato per i profughi nelle ex Repubbliche jugoslave. Ingrid Badurina Piloti francesi a Gioia del Colle pronti a operare in Bosnia

Persone citate: Ingrid Badurina, Izetbegovic, Jose Maria, Milosevic, Roosevelt, Tudjman