L'Orni offre un armistizio a Roma

Ma se il capo dei para rimane in Somalia, Ghali porrà il caso al Consiglio Ma se il capo dei para rimane in Somalia, Ghali porrà il caso al Consiglio L'Orni offre un armistizio a Roma «Nessun diktat, su Loi deve decidere l'Italia» NEW YORK NOSTRO SERVIZIO L'Onu non ha il diritto legale di licenziare il generale Loi. La sua permanenza o la sua sostituzione è di competenza esclusiva del governo italiano. Lo ha detto un funzionario del dipartimento legale delle Nazioni Unite, dopo che la questione era sorta durante il quotidiano «briefing» e il portavoce di Ghali aveva detto di «non sapere» se quel diritto l'Onu lo avesse o no. Non era stato in grado di rispondere, perché il dipartimento legale non aveva ancora studiato la questione, ma dopo un po' da parte di un suo funzionario - disposto a parlare a patto di non essere nominato - è venuta la risposta: quel diritto non esiste perché «la nomina di un comandante militare è come quella di un diplomatico. Anche se si comporta in modo improprio, il massimo che si può fare è chiedere al suo Paese di richiamarlo». Sul fatto che il generale Loi si sia comportato «in modo improprio», tuttavia, al Palazzo di Vetro non sembrano intenzionati a mostrare nessun dubbio. Anzi, ieri sono state messe in giro voci che fra le sue «colpe» c'è anche quella di avere passato al generale Aidid informazioni riservate, tanto che gli americani, si dice, pur continuando a tacere ufficialmente sulla controversia fra Onu e Italia, hanno trovato il modo di far sapere che neanche loro lo vogliono più. Ma mancando appunto la «base legale» per rimuoverlo d'imperio, contano di convincere l'Italia a farlo. Questo sembra il senso del viaggio che farà a Roma, è stato annunciato, Davy Sheene, inviato espressamente dal segretario di Stato Warren Christopher, e questo sembra anche il senso del viaggio che il segretario generale della Farnesina, Bruno Bottai, farà a New York. Sempre secondo le voci, in vista di questi incontri paralleli (quello di Sheene a Roma e quello di Bottai al Palazzo di Vetro) si sta preparando una soluzione del tipo «promuovere per rimuovere». Al generale Loi verrebbe riservato un posto di grande prestigio ma di nessun potere e alle truppe italiane una zona della Somalia, lontana da Mogadiscio, che tutti concordemente si affretteranno a definire «di vitale importanza». Poiché però non è garantito che l'Italia possa accettare una soluzione così palesemente rabberciata, ecco che si sta preparando anche una iniziativa «politica», tesa ad andare incontro alle critiche che Roma ha fatto al modo in cui l'intera operazione in Somalia viene condotta. Mercoledì prossimo, i rappresentanti di tutti i 27 Paesi che contribuiscono all'operazione Somalia, da quelli che hanno inviato un forte contingente militare a quelli con una presenza poco più che simbolica, terranno una riunione per «fare il punto» dell'intera situazione. L'ordine del giorno prevede una introduzione di Kofi Annan, il vice di Boutros Ghali per le operazioni di pace, e poi la parola a tutti i presenti, quindi anche all'ambasciatore italiano Fulci, che presumibilmente si presenterà con un documento in svariati punti. In qualche modo, l'annuncio di questa riunione è una «ammissione», da parte dell'Onu, che di cose di cui discutere ce ne sono e che quindi le critiche italiane non sono proprio campate in aria. Ma è chiaro che la «vera» ammissione sarebbe una convocazione del Consiglio di Sicurezza, che ieri sembrava imminente, ma poi è stata smentita dalla stessa rappresentanza inglese, che del Consiglio è presidente di turno. Gli uomini di Londra hanno detto che tutto questo problema è dovuto al fatto che «gli italiani hanno letto male le risoluzioni». Insomma, le possibilità che la cosa si discuta al livello di «governo» dell'Onu continuano ad essere piuttosto scarse. E' per questo, forse, che l'Italia - da quanto se ne sa - non ha compiuto nessun passo formale per chiedere che il Consiglio di Sicurezza venga convocato. Non è detto, poi, che sarebbe un segnale favorevole. Boutros Ghali sarebbe disposto a chiedere la riunione del Consiglio perché si pronunci sulla vicenda di Loi, se il governo italiano spontaneamente non deciderà di rinunciare a difenderlo. Franco Pantarelli Sui muri scritte contro la Folgore L'inviato di Roma «Qui ci resteremo» Il segretario generale dell'Onu Boutros Ghali Vignette dai giornali inglesi. Evening Standard una ritirata italiana così rapida da El Alamein». (in basso) Guardian , Aidid: «Mai visto (in alto): senza parole 'wmmmm Il segretario generale dell'Onu Boutros Ghali