Russia chiusa ai missionari
Il patriarca: un muro contro il fanatismo. I democratici: misure liberticide Il patriarca: un muro contro il fanatismo. I democratici: misure liberticide Russia chiusa ai missionari Le sette stavano conquistando Mosca MOSCA DAL NOSTRO INVIATO Basta con i missionari stranieri! Il Parlamento russo ha approvato importanti emendamenti alla legge sulla libertà religiosa che, d'ora in poi, vietano alle «organizzazioni religiose straniere, alle loro rappresentanze, e anche a singole persone che non hanno la cittadinanza russa, il diritto di svolgere attività religioso-missionaria, editoriale e propagandistica in Russia». Si lascia una stretta via d'uscita: potranno «esercitare» la loro attività solo quelle organizzazioni religiose che otterranno la registrazione presso il governo russo o che si affilieranno a un gruppo religioso russo. Ma è ben evidente che l'una e l'altra soluzione saranno impraticabili per molti «missionari» che stanno arrivando in massa a evangelizzare, convertire, conquistare l'immenso spazio lasciato vuoto dal crollo dell'ideologia comunista e dall'ateismo di Stato. Il primo applauso alla legge è venuto, non a caso, dal patriarca di tutte le Russie, Aleksei II, capo della Chiesa ortodossa, secondo cui «essa risponde alle preoccupazioni e esigenze del clero ortodosso e del popolo della Chiesa». E si capisce. La Chiesa ortodossa appare in crescente difficoltà di fronte all'invasione delle altre confessioni e cerca di difendere la propria, ormai pericolante, posizione monopolistica nei confronti del corpo dei fedeli, attuali e potenziali. Del resto, per analoghi motivi, al plauso ortodosso di Aleksei II si è aggiunto quello islamico del muftì della parte europea rMla Comunità di Stati Indipendenti e della Siberia, Talgat Tadzhuddin. Entrambi non poco frastornati dalla ingombrante presenza, foraggiata da valanghe di potentissimi dollari, delle Chiese protestanti americane, dei mormoni, degli Hare Krishna e chi più ne ha più ne metta. Qualche mese fa il famoso predicatore televisivo americano Billy Graham è riuscito a stipare lo stadio olimpico al coperto, a colpi di trentamila persone per sera, tre sere di seguito, lasciando nello sconcerto i barbuti preti ortodossi che, ingenuamente, avevano sponsorizzato - in un insolito slancio ecumenico - l'iniziativa. Per non parlare della presenza crescente della Chiesa cattolica: di gran lunga più discreta e duttile di quella degli «yankees», ma forse, anche per questo, percepita come addirittura più insidiosa. La reazione dei parlamentari radical-democratici è stata largamente negativa. La legge è nata da «sentimenti di diffidenza dei tempi andati verso tutto ciò che è straniero», ha detto Viktor Sheinits, uno dei leader più moderati, augurandosi che il presidente Eltsin eserciti il diritto di veto e rifiuti di controfirmare il provvedimento. L'ultra-radicale Gleb Jakunin, sacerdote ortodosso e deputato, ha denunciato il «carattere discriminatorio e antidemocratico» del provvedimento. Serghei Kovaliov, presidente del comitato parlamentare per i diritti dell'uomo, ha parlato di atto «incostituzionale», che viola «il diritto dei cittadini di diffonde¬ re e ricevere informazione indipendentemente dai confini statali da cui proviene». E il deputato Mikhail Molotkov ha difeso la «piena libertà di concorrenza tra le confessioni». Giulietta Chiesa Alt all'invasione delle chiese Usa Aleksei II, patriarca ortodosso di Mosca
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