Caso Cirillo Cutolo assolto

Per i giudici il camorrista non ispirò il falso scoop dell'Unità che accusava Piazza del Gesù Per i giudici il camorrista non ispirò il falso scoop dell'Unità che accusava Piazza del Gesù Caso Cirillo, Gitolo assolto // Tribunale: la de trattò con le Br NAPOLI. Ci fu una trattativa per liberare Ciro Cirillo. E nella tratta-. tiva la de ebbe un posto di primo piano. Quel che appariva come il «teorema» di un giudice scomodo, ha ora per la prima volta un riconoscimento ufficiale nella sentenza pronunciata ieri, dopo sei ore di camera di consiglio, dalla corte d'appello di Napoli. Il boss della camorra Raffaele Cutolo, condannato in primo grado, è stato assolto dall'accusa di tentativo di estorsione: non fu lui l'ispiratore del falso documento pubblicato dall'Unità. Ma anche l'ex direttore del quotidiano, Claudio Petruccioli non è responsabile di diffamazione per gli articoli che attribuirono alla de la partecipazione diretta agli «accordi» per liberare l'ex assessore regionale. Il verdetto pronunciato dalla prima sezione della corte d'appello presieduta da Enrico Valanzuolo accoglie le tesi del procuratore generale Giandomenico Lepore, che nella sua requisitoria aveva riconosciuto a Petruccioli l'esercizio del diritto di cronaca: la presenza della de nella trattativa rispondeva a quanto realmente accaduto. Per il pg, i giudici di primo grado si arresero di fronte a reticenze e silenzi che miravano «a tenere fuori i politici»; l'operato degli 007 godette quantomeno della «tacita approvazione» del presidente del Consiglio dell'epoca, Arnaldo Forlani, democristiano come i due ministri di Grazia e Giustizia che gestirono il caso, come Gava, Patriarca, Piccoli che «si sono interessati» alla liberazione di Cirillo. Ma il processo d'appello non ha potuto chiarire del tutto l'oscuro intreccio tra politici, brigatisti, servizi segreti e camorra delineato dal giudice istruttore Carlo Alemi. La Corte, non accogliendo la richiesta di riaprire il dibattimento, ha lasciato fuori dall'aula la possi¬ bilità di far piena luce sull'intrigo. Ci fu una colletta fra gli imprenditori per raccogliere il riscatto? Quale fu la contropartita e chi scese a patti con i camorristi? La verità è ora affidata all'inchiesta partita dalle rivelazioni del pentito Pasquale Galasso, alle nuove testimonianze acquisite di recente dagli inquirenti. La sentenza emessa ieri rappresenta comunque un punto fermo. Cutolo è stato assolto «perché il fatto non sussiste». Mentre per la querela a Petruccioli, la de è stata condannata al pagamento delle spese processuali e l'assoluzione dell'ex direttore è stata estesa anche alla giornalista Marina Maresca e a Luigi Rotondi, che non avevano presentato appello. A Petruccioli viene riconosciuta invece la responsabilità per il falso documento - il reato è comunque prescritto - in cui si affermava che i democristiani Vincenzo Scotti e Francesco Patriarca si recarono nel carcere di Ascoli Piceno per incontrare Cutolo: una presenza di cui non c'è prova. Per questo aspetto della vicenda, i giudici hanno condannato il parlamentare del pds al rimborso delle spese in favore di Scotti, che si era costituito parte civile. La corte ha infine riconosciuto colpevoli, accordando loro i benefici della «non menzione» l'ex direttore del penitenziario di Ascoli, Cosimo Giordano, e i due agenti di custodia che alterarono i registri per evitare l'identificazione di quanti si recarono da Cutolo. E il più contento per il verdetto è proprio il bess. Ai giornalisti, dice che l'assoluzione per un pluriergastolano come lui è «uno sfizio». «Sono stato riabilitato», assicura e lancia un messaggio a Scotti, chiamato in ballo dal pentito Galasso. «Perché si lamenta? Fu proprio lui a incitare i detenuti a pentirsi. Non tutti si chiamano Raffaele Cutolo, non tutti sanno soffrire in isolamento per 11 anni». Sulla stessa linea i suoi legali: «Cutolo aiutò lo Stato, su invito diretto di alti esponenti istituzionali», mentre soddisfatto a metà si dichiara il deputato del pds Antonio Bassolino: «La de, che aveva sempre negato di aver trattato per la liberazione di Cirillo, esce con le ossa rotte. E' un primo risultato, ma la verità deve emergere fino in fondo, a cominciare dal ruolo di protagonista avuto da Gava». Mariella Cirillo Petruccioli (pds) non ha diffamato lo scudo crociato Qui accanto l'ex direttore dell'Unità Claudio Petruccioli . A destra il boss della camorra Raffaele Cutolo In basso il democristiano Vincenzo Scotti

Luoghi citati: Ascoli Piceno, Napoli