Una leonessa tra racconto ed etologia di Piero Bianucci

SCAFFALE SCAFFALE Una leonessa tra racconto ed etologia LA storia di una leonessa allevata in famiglia e restituita alla foresta, la vita quotidiana dei delfini (sempre minacciata), la comunità degli elefanti africani tra contrabbandieri ed ecologisti, la storia della scoperta di un «fossile vivente», il celacanto, un pesce che abita al largo del Sud Africa, individuato dai biologi nel 1938 e fino ad allora creduto estinto da 80 milioni di anni. Sono i primi quattro libri di una neonata collana Bompiani, «Le Giraffe», testi in cui si intrecciano il racconto e il saggio scientifico di etologia o di biologia. Dei quattro titoli, «Nata libera», di Joy Adamson, è il più noto, perché sulla vicenda della leonessa Elsa è stato anche girato un film. «I giorni del delfino» porta la firma di uno dei maggiori studiosi del comportamento dei mammiferi marini, Kenneth S. Norris. «L'ultimo elefante» porta la firma di Jeremy Gavron, un giornalista inglese che fa il corrispondente dal Kenya. «La storia del celacanto», infine, è opera del biologo Keith S. Thomson, direttore dell'Accademia di scienze naturali di Filadelfia. Joy Adamson: «Nata libera. La straordinaria storia della leonessa Elsa», Bompiani, 167 pagine, 24 mila lire Lo studio dei fossili per ricostruire il passato remoto, l'osservazione delle più lontane galassie per comprendere l'evoluzione dell'universo, la «geometria naturale» offerta dai frattali per esplorare fenomeni difficilmente inquadrabili, inclusi quelli culturali e sociali. Sono alcuni dei percorsi esaminati in questi saggi di Gianluca Bocchi e Mauro Ceruti, due epistemolo ghi molto attenti alla fenome nologia del lavoro scientifico, rispetto al quale, anziché appli care paradigmi pregiudiziali, tendono a mettersi in un atteggiamento di osservazione, per poi rintracciare il significato complessivo di conoscenze spesso non comunicanti tra di loro. Gianluca Bocchi e Mauro Ceruti: «Origini di storie», Feltri nelli, 324 pagine, 32 mila lire Il telescopio è in apparenza uno strumento semplicissimo: un obiettivo e un oculare, qualche lente e qualche specchio. In realtà sotto si è sempre nascosta una sfida tecnologica perché lenti e specchi richiedono una precisione di lavorazione molto spinta. Oggi, poi, ai problemi posti dall'ottica tradizionale si sono aggiunti quelli di nuove sofisticate tecnologie di tipo informatico, che permettono controllo attivo dello specchio principale del telescopio e, in prospettiva, persino la correzio ne in tempo reale delle distor sioni causate dalla turbolenza Per non parlare della tecnologia dei sensori, rivoluzionata dai Ccd. Il libro di Walter Ferreri giunto alla seconda edizione, ol tre a raccontare l'affascinante storia del telescopio, registra questi ultimi progressi fino allo stato dell'arte dei telescopi, sia professionali sia amatoriali. Walter Ferreri: «Il libro del telescopi», Ed. Il Castello, 235 pagine, 40 mila lire Vissuto dal 1790 al 1868, August Moebius è noto come topologo per aver ideato il celebre «nastro» che porta il suo nome. In questo libro sei autori in altrettanti saggi si occupano di un Moebius meno conosciuto: l'astronomo e il matematico sotto la cui inflenza hanno lavorato molti ricercatori del secolo scorso e del nostro. Una traduzione italiana sarebbe senz'altro utile. Autori vari: «Moebius and bis band», Oxford University Press, 172 pag., 19,50 sterline Patrick Moore, è forse il più famoso divulgatore di astronomia al mondo: ha 70 anni e da 36 tiene alla Bbc una rubrica televisiva dedicata alla scienza del cielo. Questo volume è il decimo di una serie in cui sono stati raccolti i suoi reportages per la Bbc tra la fine del 1988 e l'estate del 1992.1 temi sono tutti di grande interesse e trattati con chiarezza e competenza: si va dalla geologia di Marte agli asteroidi, dalle pulsar alle ultime novità cosmologiche. Patrick Moore: «The sky at night», John Wlley & Sons, New York, 182 pagine, 9,95 sterline o 19,95 dollari Usa Piero Bianucci

Luoghi citati: Filadelfia, Kenya, New York, Sud Africa, Usa