TUTTI I SEGRETI DELLA MIA RIVOLTA

TUTTI I SEGRETI DELLA MIA RIVOLTA TUTTI I SEGRETI DELLA MIA RIVOLTA Parla l'Anonimo autore del romanzo fantapolitico Narrativa FERIE PER DUE pp. 120, L. 12.000 Carlo Marnisi HI è? Il gioco si rinnova JB a avanzando nella Rivolta SE | (titolo orianesco - ma chi ; | ricorda Orfani? -, Baldini ; & Castoldi, pp. 174, L. 20.000, trentamila copie I finora vendute), il roH! I manzo di Anonimo anw / nunciato come «l'affre^L/ sco allegro e crudele di una rivoluzione che non ha più colore». La rivoluzione italiana, beninteso, innescata da Di Pietro. Sull'alter ego letterario del magistrato di Mani Pulite si moltiplicano gli identikit. Giampaolo Rugarli, nel ricordo della Troga, è il penultimo indiziato. L'ultimo è un sopraffino intellettuale, Stefano Jacini, autore di gialli che sfiorano il conte philosophique. Signor Anonimo, lei ha inviato il manoscritto de «la Rivolta» a Piero Gelli firmandosi «Alessandro Manzoni». Perché? Vuol essere un riferimento alla «(peste» del nostro tempo, la corruzione? O che altro? «Il suo riferimento alla peste della corruzione coglie nel segno; ma c'è un altro motivo. Come ricordavo nella lettera d'accompagnamento, conosco Gelli da una decina d'anni. Dalla Garzanti era passato alla Rizzoli ma stava tornando da Livio. Ci conoscemmo a una cena editoriale. Gli mandai un esile ma sofferto manoscritto. Ricevetti una lettera. L'editore era dolente di non poter pubblicare: i programmi erano completi, firmandomi scherzosamente con il nome del più illustre romanziere ho voluto prendermi una piccola rivincita per quel lontano rifiuto. «Gelli però non aveva torto, il libretto era immaturo. Non bisognerebbe molestare la narrativa prima dei trent'anni. Lui possiede comunque un ottimo fiuto e l'ha dimostrato anche con «La Rivolta». Vuole una primizia? Il libro è stato offerto contemporaneamente a diversi editori, che l'hanno rifiutato. Uno ha sentenziato che era "piuttosto monotono". Uno però lo voleva a tutti i costi, anche se alla fine ho preferito Baldini & Castoldi, forse perché dovevo "ripagare" Gelli. Certo che gli editori italiani... Venditori di angurie da bancarelle. A loro non interessa vendere centomila pezzi. Sono paghi di tornarsene a casa la sera con il camion vuoto, di non fare brutta figura con i vicini. «E' strano che nella corsa a scoprire l'Anonimo la lettera a Gelli sia sottovalutata. Contiene indizi importanti. Mi dichiaro "un letterato considerato tra i più prezio- Andreotti, pieno di collera contro il sistema che m'ha mollato? Com'erano, le lettere di Moro, gentili? La scrittura spesso è l'arma di chi ama il potere ma non ce l'ha». Ne ((La Rivolta» gruppi d'insorti prendono possesso delle più importanti città italiane. Un dispaccio della France Presse avverte: «S'ignora l'identità delle forze ribelli e la loro ideologia». Qual è, signor Anonimo, la sua ideologia? E quale ideologia, quale gruppo crede possa riconoscersi nelle sue pagine? «Domanda importante. Ma a quale concetto di ideologia ci rifaremo? L'ideologia secondo Desdutt de Tracy, secondo Heidegger, secondo la scuola di Francoforte; o secondo Lenin? (Personalmente m'intriga l'accezione adorniana nella Philosophische Terminologie). Il problema è di non beve momento, visto l'attuale slabbramento della cultura politica : molti oggi sono convinti che i miglioristi siano i seguaci di Miglio. Va di moda, d'altra parte, sostenere che le ideologie sono morte. E allora, che anch'io sia l'orfanello delle ideologie. Quanto al gruppo che potrebbe riconoscersi nelle mie pagine, non si capisce? E' il gruppo numerosissimo degli italiani onesti, indignati, pensosi, attivi, per bene». Per chi ha votato l'ultima volta? «Per coloro che vogliono un risoluto cambiamento pur non dilapidando la migliore tradizione; che auspicano una società economicamente sana epperò non dimentica della sollecitudine per i meno garantiti, dove il solidarismo non strangoli l'efficienza né questa quello. Per una nazione libera e una, tuttavia non dimentica delle realtà locali. Dove anche al piemontese o al lombardo sia consentito entrare a Roma o a Napoli e, con qualche precauzione, anche al veneto». Infine, ne ((La Rivolta» scende in campo l'esercito. Secondo le informazioni di cui dispone, il golpe è un pericolo attuale? «Se sono un cittadino qualunque, non dispongo certo di informazioni. Se sono un Andreotti, cioè l'italiano che più a lungo (e, mi consenta, più efficacemente) è stato al potere, non sono tanto sciocco da ordire in questo momento un golpe che saprebbe di restaurazione. Quieta non movere, mota quietare. Si vedrà, signori, si vedrà...». BAR.R.E COLPO GOBBO Due vignette di Foratimi traile da «Forattinopoli» ne», una possibilità di ritorno sul palcoscenico? «Difficile, mi pare. Solo Andreotti, se fosse in grado di smantellare tutte le accuse, potrebbe rivendicare la sua statura politica. Certo, ha un'età. Ma quelli che il sistema sta tirando fuori, i Limpidi e Nuovi, non stanno tra i centoventi e i centonovant'anni? E se fossi io si". Magari un docente, no? E invece tutti a tirare in ballo quattro o cinque giornalisti... Dev'essere il compiacimento di categoria...». De Mita in fuga, Craxi in galera, Andreotti decapitato: questa la sorte dei tre ((big» nella sua opera Fantapolitica per fantapolitica: immagina per loro una «resurrezio¬

Luoghi citati: Francoforte, Napoli, Roma