Prossimamente di Mirella Appiotti

Prossimamente Prossimamente ILPONTE DI CALAMANDREI CERCA EDITORE: MACON ORGOGLIO «troviamo un nuovo editore o ce ne andiamo, si chiude» dice Giuseppe Favati, redattore capo del — Ponte, già in pensione ma tornato sugli spalti per dar manforte al direttore Marcello Rossi e tentare di salvare la gloriosa rivista di Calamandrei e di Enriques Agnoletti che sta per toccare il mezzo secolo di vita. A lavorare nelle stanze fiorentine di viale Milton al momento sono in tre, compresa la dirigenza, «è un vero e proprio volontariato». Volontariato che si dimostra all'altezza del passato. Il numero di giugno, in distribuzione, ha come punto forte il saggio di Bobbio su Augusto Del Noce: fascismo, comunismo, liberalismo; e l'indice di luglio offrirà, tra molto altro, la prima indagine socioeconomica compiuta nel dopo marxismo da uno studioso tuttora marxista, Vladimir G. Shemiatenkov, su Russia da lontano, Russia da vicino. Che fare? . Tempi tipografici permettendo, il fascicolo dovrebbe comprendere anche un pamphlet di Chomsky contro l'attacco americano all'Iraq. Potrebbe essere questo il canto del cigno? Non proprio. Rossi e Favati, constatato dolorosamente che il loro attuale editore, Vallecchi, non può garantire un rilancio e neppure lo statu quo («La rivista è sparita dalle edicole e da 7000 copie siamo scesi a 2500») stanno trattando con altri gruppi ed esiste l'offerta «di un nome solido». Ma esiste anche un problema di fondo da superare: Rossi è proprietario della testata e vuole tenersela, il nuovo editore dovrà essere soprattutto un fornitore di servizi. Difficile impasse. Tuttavia irrinunciabile, secondo Favati: «L'autonomia politica è il nostro vanto, non possiamo in alcun modo barattarla». Complimenti. Anche perché un pizzico di manicheismo è quel che ci vuole, nell'età di Di Pietro. Riappare l'amica di Wells «A coloro che apprezzano il glicine e il sole...» e un cervello tutt'altro che quieto o rassicurante, quello di Elisabeth von Arnim, è dedicato Un incantevole aprile. Il romanzo di còlei che H. G. Wells, uno dei suoi amanti, definì «la donna più intelligente della sua epoca» (e dal quale Mike Newell ha tratto il film portato a Cannes), sarà presentato da Bollati Boringhieri alla ripresa autunnale. Epoca felice soprattutto perché questa sorta di mediterranea agnizione tra donne nordiche ci arriverà dopo che avremo delibato Vera, storia d'amore e di sado-masochismo, di raffinati quanto distruttivi rapporti coniugali, che Elisabeth pubblicò all'inizio degli Anni 20. In questi giorni Mursia la ripropone nella traduzione di Mia Peluso, attentissima agli infiniti accordi interni che la scrittrice ha distribuito nelle sue pagine. Vera è un gioiello noir dal quale è caduto tutto il fastidio del «gotico», ed è il trionfo dell'odio verso gli uomini di una donna che li ha molto amati. L'intruso, una voce gay L'americano Brett Shapiro e l'italiano Giovanni Forti, i loro due figli (il bambino adottivo di Shapiro, quello naturale di Forti, nato dal matrimonio con Giovanna Pajetta), il loro amore bellissimo e breve, lo struggente matrimonio gay, la morte per Aids di Forti il 3 aprile '92, dopo che il giornalista dell'Espresso aveva raccontato, attraverso il giornale, la sua storia. Ora, su questo dramma, la voce di Shapiro. L'intruso esce a settembre da Feltrinelli: non si potrà fare a meno di leggerlo e di restarne segnati. Mirella Appiotti

Luoghi citati: Cannes, Iraq, Russia