Avanti a tutta sicurezza

La protezione dei passeggeri è l'obiettivo n. 1 delle Case: come si muove il Gruppo Fiat La protezione dei passeggeri è l'obiettivo n. 1 delle Case: come si muove il Gruppo Fiat Avanti a tutta sicurezza Uomo, strada, auto: tanti problemi TORINO. Con un gran botto la Delta con due manichini a bordo si schianta contro una barriera deformabile che rappresenta un'altra vettura. L'urto avviene a 55 km/h, velocità che può apparire modesta, ma che, in realtà, è più che sufficiente per produrre gravi lesioni ai passeggeri. La parte anteriore assorbe l'energia del crash, l'abitacolo rimane integro, quattro porte si aprono senza problemi. E' uno delle centinaia di test che vengono eseguiti ogni anno a Orbassano, presso il centro sicurezza della Fiat (il più ampio d'Europa), dove 80 specialisti, diretti dall'ing. Dante Bigi, lavorano per aumentare la protezione degli automobilisti. Quello della sicurezza è un argomento sempre più importante presso tutti i costruttori. E giustamente, visto che nella sola Cee si registrano ogni anno 50 mila morti in incidenti stradali e che la gente vuole vetture capaci di contenere nel miglior modo le conseguenze di una collisione. Il tema, come è stato sottolineato in un incontro curato dalla Fiat, è vastissimo e abbraccia molti campi. Si parla di ambiente, di uomo, di veicolo, e per quanto riguarda quest'ultimo di sicurezza preventiva (una vettura che permette una notevole visibilità riduce i rischi), attiva (il comportamento dinamico) e passiva (le «difese» di bordo per contenere le conseguenze di un sinistro). I dati statistici, preziosi per individuare cause, effetti e rimedi, spesso sono disomogenei e bisogna spulciare tra Paesi, istituti, fonti diversi. Una materia non facile da interpretare. Per esempio, gli spettacolari, talora drammatici incidenti in autostrada sono piccola cosa rispetto a quelli che avvengono nella viabilità urbana. E' qui che si registra il maggior numero di morti e feriti. E in autostrada è la pioggia, e non la nebbia, il peggior nemico di chi viaggia. Un altro elemento interessante è questo: la maggioranza dei sinistri avviene sotto i 50-60 km/h. L'urto frontale è il più pericoloso, seguito dal laterale. Il ribaltamento precede in classifica il tamponamento. Quello degli incendi non appare un problema in crescita. Da una statistica Usa emerge che un'alta percentuale di conducenti vittime di sinistri aveva un tasso di concentrazione alcolica superiore alla norma. «Noi - ha spiegato Bigi, illustrando la politica Fiat in materia di sicurezza - analizziamo la situazione sotto ogni punto di vista e poi cerchiamo i rimedi più efficaci». Rimedi che già sono in uso sulla attuale produzione di Fiat Auto (Fiat, Lancia, Alfa Romeo) ma che si arricchiranno in futuro di ulteriori raffinate soluzioni: la Punto le assorbirà tutte e concentrerà in sé lo «stato dell'arte» del Gruppo italiano. Quali sono gli aspetti salienti di questa politica della sicurezza? Come premessa, la Fiat crede fermamente nell'efficacia delle cinture e ne raccomanda l'uso, forte di tutto il patrimonio di test, documentazioni, indagini scientifiche accumulato negli anni; crede altresì nella validità dell'airbag (guidatore prima di tutto, data la vicinanza con il volante, e passeggero), ma ritiene indispensabile che questo dispositivo si combini con le cinture, dotate di pretensionatore, e che sia studiato su misura per le necessità e le dimensioni di ogni singolo modello. Come concetti generali, affiorano tre punti: la struttura dell'auto deve offrire limitati livelli di decelerazione alle basse velocità (quindi deformabilità delle parti anteriore e posteriore) e resistere efficacemente alle intrusioni a quelle alte (abitacolo rigi^ do); garantire un anello di tenuta agli urti laterali (non solo le barre nelle porte ma un omoge¬ neo complesso di rinforzi studiato già in fase progettativa); contro i ribaltamenti, offrire una particolare protezione del tetto, interni morbidi e spaziosi. In più, la vettura non deve avere per sue caratteristiche geometriche (misure della carreggiata e altezza del baricentro) una certa predisposizione a rovesciarsi. Tra gli altri aspetti della sicurezza toccati nell'incontro, quelli della protezione dei fanciulli (da zero a 14 anni) e dagli incen¬ di. Secondo Bigi, nel primo caso sarebbe possibile dmunuire il numero delle vittime ricorrendo semplicemente a idonei sedili per bimbi studiati (il rischio di morte si ridurrebbe di 7 volte). Il fuoco. Ha spiegato Bigi: «Deriva da molte cause e non è vero che sia prodotto solo dagli impianti di iniezione o dal catalizzatore. Per risolvere il problema non basta adottare questo o quel dispositivo ma occorre approntare tutto il layout della vettura. L'interruttore merziale del flusso di benzina, ad esempio, ha una sua efficacia specifica, ma non è il toccasana totale». Ad ogni modo, anche tale accessorio sarà introdotto sulle prossime vetture del Gruppo, insieme con un sistema globale di protezione della marmitta. Semplice la filosofia: comunque, tutto quello che si fa in più in questo campo non è sprecato. Michele Fenu EFFICACIA DELLE CINTURE II rischio di morte r Tipo d'urto e diviso per FRONTALE 2,3 LATERALE 1,7 g POSTERIORE 2,1 RIBALTAMENTO 5 1 ALTRO 1,3 JJ E A sinistra, prova di crasch contro una barriera, protagonista una Delta; sopra, airbag e cinture la miglior combinazione per ridurre le lesioni in caso di incidente

Persone citate: Bigi, Dante Bigi, Michele Fenu

Luoghi citati: Europa, Orbassano, Torino, Usa