Statali in allarme
Statali in allarme Statali in allarme La Cgil va all'attacco «Aumenti o la rivolta» ROMA. «Giù le mani dalle pensioni e dai contratti pubblici»: è l'altolà che i sindacati lanciano a Ciampi dopo le prime notizie sui pesanti tagli preannunciati con la finanziaria '94. E se il governo non farà un'immediata marcia indietro, saranno decisi scioperi a valanga che paralizzeranno la macchina dello Stato, ma anche sanità, previdenza, amministrazioni locali, poste, uffici fiscali. Il rischio di un autunno molto caldo, richiamato ieri da Trentin e dallo stesso ministro del Lavoro Giugni, si fa minaccioso, tanto più se si collega la rivolta contro la nuova manovra economica all'allarme-rosso per la caduta dei livelli occupazionali. Nonostante le assicurazioni date ieri dal ministero della Funzione pubblica, i sindacati sparano a zero. Anche se si garantisce che i rinnovi contrattuali non saranno bloccati, la negazione di un sufficiente recupero salariale - afferma Schettino della funzione pubblica Cgil - «farebbe divampare, insieme alla scure su sanità-pensioni e all'insopportabile assommarsi di iniquità fiscali, una conflittualità sociale che radicalizzerebbe la crisi e la destabilizzazione del sistema istituzionale e politico». Si scarica tutto sui lavoratori con troppa facilità, incalza il segretario confederale della Cisl Trucchi: «Sarebbe meglio che il ministro Cassese facesse meno dichiarazioni e interviste e più confronto». Le categorie già si schierano sul fronte di guerra. I medici dipendenti contestano, insieme, il recente accordo sul costo del lavoro e la manovra. «Li combatteremo - annuncia Sizia, presidente della Cimo (medici ospedalieri) - nella lettera e nello spirito con tutti mezzi consentiti: sindacali, politici, legali». Sizia aggiunge: «E' inammissibile che i lavoratori perdano spazi vitali di contrattazione, si riducano ad inseguire affannosamente recuperi salariali solo parziali, vedano ridotta a miraggio la difesa del salario reale». Lucarini, segretario generale della federazione enti locali della Uil, minaccia: «Se si continuasse a procedere su terreni così perversi, mobiliteremo i lavoratori su uno scontro che, a questo punto, andrebbe al di là delle questioni di merito e diventerebbe una scelta di fondo di opposizione al governo Ciampi». A fianco delle categorie, i vertici confederali non risparmiamo colpi. «Tre punti - sostiene il leader della Uil Lari zza - sono precisi: "no" ad operazioni sul sistema previdenziale che aggravino gli oneri o le condizioni di lavoratori e pensionati; disponibilità al confronto per migliorare le norme sulla sanità, senza danno alcuno; rispetto rigoroso degli impegni del governo per l'avvio della contrattazione nei settori del pubblico impiego, mantenendo la decorrenza contrattuale dal 1° gennaio 1994». [g. c. f.]
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