Sui tagli si litiga manovra a settembre
Dissenso sulle cifre e raffiche di proteste. Il Senato prende tempo e la Cee rinvia il prestito Dissenso sulle cifre e raffiche di proteste. Il Senato prende tempo e la Cee rinvia il prestito Sui tagli si litiga, manovra a settembre / nodi restano sanità e pensioni ROMA. La manovra economica '94 è rinviata ai primi di settembre. E' il Senato che preferisce non esaminarla prima delle ferie, spiega il ministro del Bilancio Luigi Spaventa. «Peccato, eravamo pronti» si dispiace il ministro del Tesoro Piero Barucci. La scelta di puntare per nove decimi sui tagli di spese (28.000 miliardi) e solo per un decimo sulle tasse (3000) riscuote consensi di principio. Ma contro alcuni dei più importanti tagli si leva uno sbarramento di proteste. Su altri tagli c'è ancora dissenso tra i ministri. Per i dipendenti pubblici il governo smentisce un blocco dei contratti, conferma la possibilità di ricorrere alla cassa integrazione. La scelta del governo. La parte maggiore dei tagli (forse attorno a 10.000 miliardi) verrà da uno sfrondamento dell'amministrazione pubblica centrale, soppressione di enti e uffici mutili, dal blocco delle assunzioni, dalla revisione (per sospetto di sprechi o di tangenti) dei contratti di fornitura allò Stato di beni e servizi. Qui occorre superare, spiega Spaventa, «ostacoli non politici ma della struttura» amministrativa. Altolà sulle pensioni. Il governo progetta di decurtare le nuove pensioni di anzianità (ottenute dopo 35 anni di contributi) del 3% per ogni anno che manca all'interessato per raggiungere l'età di pensionamento per vecchiaia. Dicono no i sindacati, non è entusiasta la Confindustria che con i prepensionamenti pensa di risolvere esuberi di occupazione; sono contrari il pds, il segretario psi Ottaviano Del Tur¬ co, vari esponenti della de. Un'altra ipotesi è di ridurre fortemente la «pensione di reversibilità» (corrisposta alle vedove) a chi disponga di un altro reddito. E' certo il rinvio dell'adeguamento per le pensioni d'annata. In tutto si taglierebbero 5000 miliardi Dissidi sulle cifre. Il ministro dei Lavori pubblici Francesco Merloni, davanti agli operatori economici stranieri riuniti da Business International, ha avvalorato ancora la cifra di 5000 miliardi di tagli per la sanità. Nel frattempo il ministro competente Maria Pia Garavaglia sosteneva di «aver promesso 3000 miliardi» ma di essere per ora «arrivata a circa 2300» con la speranza che «se continuano a scendere l'inflazione e il tasso di sconto i ministri finanziari saranno più generosi». Dalla scuola si dovrebbero tagliare 3000 miliardi ma il ministro Rosa Russo Jervolino fa ancora resistenza. Torna a prospettarsi un aumento delle tasse scolastiche e universitarie. Le difficoltà. «Quando si arriva alla stretta, ci si accorge che i politici preferiscono mantenere spese alte e imposte alte» dice Spaventa, proprio per questo definendo «coraggiosa» la scelta del governo di puntare quasi tutto sui tagli. Alcuni tagli non piacciono? Bene, li si sostituisca con altri: «Al Parlamento chiediamo di accettare questa opzione politica, un decimo di tasse e nove decimi di tagli». Il prestito Cee. Spaventa conferma che il prestito Cee di 8 miliardi di ecu sarà rinegoziato in settembre per quanto riguarda gli obiettivi relativi al '94 e '95, necessari a ottenere la terza e quarta rata; ma questo «era nelle procedure». Le condizioni per il '93, necessarie a ottenere la seconda rata slittata a settembre, «possono considerarsi rispettate se escludiamo le privatizzazioni». L'attuale governo, che ha ereditato il prestito dal precedente, sembra voler sdrammatizzare la questione. [s. 1.] Il ministro del Bilancio Luigi Spaventa
Persone citate: Francesco Merloni, Garavaglia, Luigi Spaventa, Piero Barucci, Rosa Russo Jervolino, Spaventa
Luoghi citati: Roma
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