Sting: «A Marsala canterò per Borsellino»

Concerto ridotto per l'apertura della tournée Concerto ridotto per l'apertura della tournée Stingi «A Marsala canterò per Borsellino» PORTO SAN GIORGIO DAL NOSTRO INVIATO E' un marchettone estivo, tutto qui. Il temuto Sting non scatena turbe di fans, smentendo l'ormai celebre «questore di Catanzaro», il simpatico testimonial che ha fruttato al cantante inglese un'insperata pubblicità. Non che si dovesse venire fin quaggiù a Porto San Giorgio, sonnacchiosa stazione balneare marchigiana, fra gelati e famigliole in vacanza, per scoprire che «le folle di giovani in preda a istinti autodistruttivi» esistono soltanto nella fervida immaginazione questorile. Purtuttavia è comico - dopo le polemiche dei giorni scorsi - assistere al debutto della tournée di Sting in un palazzetto da tremila posti malriempiti, nella totale indifferenza dei più, e ascoltare le geremiadi degli addetti ai lavori che prevedono pubblici sparuti anche nelle altre città. La verità è che Sting possiede una fattoria in Toscana, in quel di Pisa: e non gli è parso vero di unir l'utile al dilettevole, facendosi una manciata di concerti nel Bel Paese con la garanzia - da contratto, ci assicurano color che sanno - di rientrare ogni sera a casetta sua. In aereo privato, ca va sans dire. Il che spiega anche la stringatezza della performance dell'altra sera: un'ora e venti di musica e via, più veloce della luce, che sennò gli chiudono l'aeroporto. Con queste premesse da «signora Maria» (arriva tardi, va via presto e non canta «Every Breath You Take»), Sting offre allo scarso pubblico pagante e pagante, si noti, la bellezza di lire quarantamila - non uno show, bensì un resumé: sopportabile proprio in quanto tale. Un'ora e venti di Sting ancora le reggi: ma cosa accadrà le prossime sere? Laddove gli orari aeroportuali fossero più elastici, il Nostro minaccia di ese¬ guire ben otto canzoni extra rispetto a quanto ascoltato a Porto San Giorgio: dove quarantamila lire valgono, evidentemente, meno che nel resto d'Italia, e danno diritto a prestazioni ridotte. O forse il problema è un altro: il povero Sting, passata la quarantina, deve centellinare le energie e non regge un intero show. E' vero, dichiara di poter fare all'amore per cinque ore filate, grazie allo yoga: ma non è detto che le tecniche orientali abbiano lo stesso benefico influsso sull'attività canora. Biglietto salatissimo, una rockstar svagata e sbrigativa, un palazzetto dall'acustica indefinibile e inadatto puranco a una recita parrocchiale: e ci si stupisce che la gente diserti i concerti. Gli organizzatori dello spettacolo di Porto San Giorgio pare ci abbiano rimesso oltre cento milioni, con lo scherzetto dell'altra sera. E allora ti chiedi quanto costi questa attrazione per turisti, e perché mai ci sia gente disposta a rischiarci del suo. Eppure il bagno era prevedibile e previsto: la decisione di trasferirsi dallo stadio di Ascoli al palazzetto di Porto S. Giorgio è nata appunto dal desiderio di risparmiare a Sting l'amarezza di cantare nel deserto. Il «pungiglione», peraltro, non se ne dà per inteso, e ancora riferiscono le cronache - celia in privato sul «quistori» che «non vuoli la musica». Bella riconoscenza. Morale: il circo del rock (o di quel che diavolo è oggi la musica di Sting) dà segni di straordinario nervosismo. Non corre buon sangue fra il promoter - la Commusication - e lo sponsor Heineken. E tutti, sotto sotto, si dolgono che in Italia non ci siano altri questori di buon cuore. Il can can promozionale, che qualcuno ha scatenato sfruttando il «gran rifiuto» di Catanzaro, ha mosso le prevendite: eppure non basta. Si parla di mille biglietti a tappa, in prenotazione; e si spera che poi il popolo accorra al botteghino. Ma perché dovrebbe? Sting suona e canta bene, d'accordo. Però è moscio oltre ogni dire, e l'ultimo album, «Ten Summoner's Tales», pur migliore del nefasto «Soul Cages», non eccita le masse. Ma domenica prossima sarà a Marsala in un concerto dedicato alla memoria di Borsellino e dei cinque uomini della scorta. Il clou dello spettacolo sono la cover della beatlesiana «A Day In Life», e il vecchio «Magic» dei Police. A proposito di Police: nessuno più accenna all'eventualità che il gruppo si ricostituisca in occasione del concerto di Livorno. Salvo smentita, trattavasi di un ennesimo tentativo di risvegliare l'attenzione su una tournée che attenzioni proprio non merita. [g. fer.] Sting ieri a Roma, il 17 a Cosenza, 18 Marsala, 20 Milano-Assago, 21 Bologna, 23 Genova, 24 Livorno, 25 Codroipo (Udine). Sting, soltanto un'ora e venti di musica

Persone citate: Ascoli, Borsellino, Breath, Police