L'ESTATE vien cantando

Tra i più ascoltati, la Nannini e Vasco Rossi Tra i più ascoltati, la Nannini e Vasco Rossi lESTATE cantando BALNEARI per forza del destino, storie d'amori dietro la cabina (gabbia?) e gelosie dopo-sole. Ricordate? Si tornava in città ancora canticchiando «ho scritto t'amo sulla sabbia» e «per quest'anno non cambiare stessa spiaggia stesso mare». Erano le canzoni dell'estate. Di solito, scemissime. I decenni son passati invano. Per l'industria discografica luglio e agosto restano un «wild side» da occupare con motivetti scacciapensieri, affidati a cantanti per l'estate. Che magari dureranno - e qui sta la drammatica diversità rispetto al passato - anche quest'inverno, e l'estate prossima. E' diventato difficile liberarsene. Quando il discografico azzecca la carta vincente se la gioca a sangue. Ecchediamine, basta sprechi. E rieccoci alle prese con l'inquietante interrogativo. Quale motivetto ci stresserà l'esistenza a Finale e a Riccione, sui lungomare calabri e tra gli scogli sardi? La tivù si dà un gran daffare: almeno tre telenovelas musicali Cantagiro, Festivalbar e Canzoniere dell'Estate, tacendo del famigerato Disco per la medesima hanno il compito di spiegarci che cosa ci piacerà ascoltare fino a settembre. E le radio imperversano, pronte come sempre ad assecondare le urgenze dell'industria discografica. Sia chiaro: non si brucia un album in piena estate. Meglio puntare sul mini-cd, versione tecnologica del vecchio 45 giri: due o tre canzoni, massimo quattro. E, per carità, motivetti orecchiabili. Persino gli Statuto, mod di sinistra, rimandano ad ottobre le asprezze politiche dell'album «Garibaldi» e cantano «Saluti dal mare» e una spigliata cover di «Berta filava» di Rino Gaetano. Il quale Gaetano, a undici anni dalla morte, è l'autore più «coverizzato» del momento: arrivano raccolte e riedizioni, interpreti di varia estrazione saccheggiano il suo repertorio. E se fosse il mitico Rino il trionfatore - ahinoi postumo d'agosto? La cover (il «remake», direbbero i cinematografari) trionfa comunque e dovunque: rimixati, riarrangiati, rimpannucciati, anche quest'anno i classici degli Anni Sessanta si confrontano alla pari con le novità di giornata. Con curiosi esiti «kitsch su kitsch»: che ne dite di «Andavo a cento all'ora» in versione reggae? Il colpevole si chiama Lele Gaudi, ed è un esponente dell'ondata hip hop che ha imperversato la passata stagione. Ondata già in calo, con massimo scorno di chi ci si era buttato per puro opportunismo al grido di «piatto ricco mi ci ficco»: quelli che ci si erano gettati per cogliere l'attimo fuggente adesso si riciclano abbandonando i proclami poli¬ tici a favore di tranquille canzoncine sentimental-danzerecce. L'impegno ha pagato per una sola estate. Dodici mesi or sono le notti italiane risuonavano di grida guerriere lanciate da rapper e raggamuffer ferocissimi. Il filone s'è inflazionato: vecchi arnesi e furbini dell'ultima ora si sono lanciati in imbarazzanti invettive contro corruzioni e malversazioni italiane, superando i limiti della decenza e della comicità involontaria. Lasciate le posse vere al loro vero circuito - i centri sociali, non gli stabilimenti balneari - la canzonetta di consumo esplora nuovi orizzonti. Il che non esclude che alla fine la spunti un rappettaro ben confezionato e non troppo spigoloso: Frankie Hi-Nrg, quello di «Fight da faida», affronta le vacanze con «Faccio la mia cosa». Semplice e ritmico, per chi vuol ballare fingendosi alternativo e ancora un po' incazzato. Incombe tuttavia il neo-perbenismo modello 883. Eredi di generazioni di tipi da spiaggia, i due ragazzoni assoldati da Claudio Cecchetto sembrano decisi a ripetere l'exploit dell'estate scorsa, allorché «Hanno ucciso l'Uomo Ragno» amareggiò le ferie a legioni di villeggianti. Adesso continua a stravendere «Sei un mito» e anche l'album «Nord Sud Ovest Est» è già schizzato in testa alle classifiche: «Tutti in macchina la festa è lontana e poi / là le tipe ci aspetta¬ no» e analoghi, inquietanti bozzetti d'ambiente giovanilistico corse in auto e caccia alle ragazze - saranno lo zoccolo duro della colonna sonora estiva. Con una caratteristica insolita, di 'sti tempi: le immancabili «brutte parole» dello slang under-21 vengono sì cantate, però i testi sulla copertina sono pudicamente censurati. Ma c'è di peggio: «Sì o no» di Fiorello continua a far danni mentre Faccia da Lampados, non pago, ora mette in musica le poesie di Carducci. Un incontro al top, non c'è che dire. Se i «bravi ragazzi» recuperano terreno, all'estremo opposto preme l'animalismo: non nel senso di Animai Amnesty, ma di «O' Ani- male». Sesso sudato e vorace, uomini che non devono chiedere mai, ghigne da casarecce «9 settimane e mezzo». Ricordate la vascorossiana invocazione «vieni giù in fondo al mare che ti dò l'animale»? Ecco, i fondi marini dell'estate canzonettara sono costellati di polpi pronti a ghermire la preda. Ci marcia - con una discreta dose d'ironia - Luigi Schiavone, chitarrista di Enrico Ruggeri e cantante in proprio: la sua proposta per l'estate s'intitola, manco a dirlo, «Animale», ed è un programma di vita. Dal canto suo, Raf inneggia al «battito animale» che ci pulsa dentro. Preparate le gabbie. E poi c'è l'universo misterioso e rumoroso dei gruppi dan¬ ce, che vivono lo spazio di una notte nelle mani dei deejay e nelle compilation per feste casalinghe: Ramirez («Terapia»), gli Fpi Project («Come on and do it»), i Bliss Team («People have the power»), gli Ace of Base («AD that she wants») e quant'altri. Tutto qui? Sotto il sole suderanno soltanto gli outsider, i debuttanti, i comprimari? Macché. C'è posto anche per i nomi illustri: è ben piazzata, con «Io senza te» e con «Radio baccano», Gianna Nannini. E, potete scommetterci, sulle coste d'Italia imperverserà pure Vasco: più con «Delusa» che con l'usurata «Gli spari sopra». O forse, chissà, la canzone dell'estate non s'è ancora sentita: un paio di stagioni fa Claudio Bisio, l'attore di Salvatores, quasi per gioco incise «Rapput». Esplose in due settimane. Un caso irripetibile? Non è detto: potrebbe ripetersi con il cabarettista Cesare Vodani, assiduo frequentatore del salotto di Costanzo. Ha pronto «Nazziskina», un raggamuffin velocissimo, impietosa presa per i fondelli delle teste rasate nostrane. L'hanno testato programmandolo in qualche radio, è piaciuto. L'importante è cogliere l'attimo e arrivare in tempo nei negozi. La scalata all'hit parade vacanziera è cominciata. Fra quindici giorni, i giochi saranno fatti. Gabriele Ferraris Già trionfano i «remake» primo fra tutti Rino Gaetano 1993 «Sei un mito» 883 1992 «Hanno ucciso l'uomo ragno» 883 «Mare mare» Luca Carboni 1991 «4 amici» Gino Paoli «Malinconoia» Marco Masini 1990 «Sotto questo sole» Baccini/Ladri di biciclette 1 Wm. 1989 «Cosa resterà» Rat iiyfpl 1988 «Pregherei» Scialpi/Scartet 3? 1987 «Dance dance dance» Spagna 1986 «In ogni senso» Eros Ramazzotti «Run to me» Tracy Spencer 1985 «L'estale sta finendo» Righeira 1984 «I maschi» Gianna Nannini «Self control» Raf Vasco Rossi Gli 883 un nuovo successo con «Sei un Mito» e. Gianna Nannini «lo senza te» E» opoli delle hitbbe uno. Litfiba dal cantante e re uno dei casi italiano. Sono uno lo ammette classifiche atrni in Italia nel e utile e lusinvenissero fatte tamente al momite computer ebbe come se su rbitri e quattro Gipri GuscMeN« Gli 883 un nuovo successo con «Sei un Mito» e. Gianna Nannini «lo senza te» Rino Gaetano a undici anni dalla morte è l'autore più imitato: molti interpreti saccheggiano il suo repertorio

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