«Non svendo Pasolini»
La Betti e la mostra a Milano La Betti e la mostra a Milano «Non svendo Pasolini» /■n IE per ((vestale» si intende L ' chi, come me, ha sacrifi^Èk cato tre quarti della prò Il pria vita per far nascere Ks ! l'iinim archivio esistente in Europa, frequentato dalla mattina alla sera da studenti e studiosi, chi, come me, ha dato battaglia contro il silenzio sull'opera cu Pasolini deciso con fredda determinazione nei primi Anni 80 e lo ha vinto (sbloccando dunque l'intera editoria) tramite le manifestazioni prima all'estero e poi in Italia, con l'aiuto di intellettuali fedeli e inattaccabili, se è così allora sono una «vestale». Ma altrimenti è un termine da vietarsi, ridicolo e offensivo. Molto meglio «la serva di Teorema». Rispondo all'articolo in questione: - Pasolini non è in vendita. Sarei UuraBettl ricca. Forse il «Fondo» potrebbe ridarmi i denari che mi deve. Ma non ne ha, quindi niente. - Troppa paura che Pasolini possa minimamente essere considerato merce d'acquisto. Davvero troppa. Pier Paolo è inviolabile, come i Re. Ci pensa lui, da solo... - Quanto alla manifestazione di cui ancora non abbiamo conferma: la prassi normale è semplice. C'è un progetto e dunque un copyright. E' evidente che lo si propone a chi ((ha le redini del potere in mano», appunto. Difficile fare una manifestazione in casa propria. E in che cosa consistono queste «redini»? Il Comune o Museo, insomma l'istituzione che riceve la proposta dice: sì, mi piace, oppure, no, non mi piace. Può anche dire: «Questo spazio non mi piace, te ne trovo uno migliore». E buonanotte. Nel caso di Milano, ad esempio, così è per la Mostra. E' o sarebbe. Per il resto il progetto tiene conto di: - Cinque convegni o tavole rotonde che dir si voglia. E dunque, persone qualificate parleranno dell'opera di P. P. Pasolini. - Finalmente si vedranno tutti i film (in copia nuova) e anche una scelta di film tratti dalle sceneggiature cui Pier Paolo ha collaborato. I film sono di Pasolini, sono opera sua non nostra. E lo amava molto, il cinema. - Altra dimensione culturale - mi si consenta - forse ineccepibile: al Teatro dell'Elfo, 0 mio spettacolo Una disperata vitalità. Pare - dalla critica - sia ampiamente legittimato a far capire il senso della poesia di Pier Paolo. E poi: Studio per la regia di Elio De Capitani di I turcs tal Friul; Studio per la regia di Fe- derico Tiezzi di Porcile. Quindi debutto di Calderón di Luca Ronconi con i ragazzi del Laboratorio. Tutte opere di Pier Paolo Pasolini. - Stiamo aspettando una risposta dall'Università degli Studi per la consegna dei «Premi Pier Paolo Pasolini '93» alla tredicesima edizione e per un convegno internazionale sulla poesia. Le tesi di laurea, in genere, indicano lunghi studi sull'opera di Pier Paolo Pasolini. Perché accusare senza sapere? Che senso ha quando è poi così facile smentire? Non è troppo semplice fare del male tanto per farlo? Laura Betti Laura Betti risponde a Nico Naldini e Vincenzo Cerami che sulla Stampa dell'8 luglio l'hanno accusata di vendere con una mostra Pasolini ai leghisti. UuraBettl
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