Sgominata la banda dei pedofili
Fornivano ai loro iscritti informazioni su come e dove adescare i bambini Milano, in carcere decine di persone con l'accusa di violenza carnale e corruzione di minorenni Sgominata la banda dei pedofili In manette infermieri, pedagogisti, camionisti e impiegati Avevano fondato un'associazione, pubblicavano un giornale MILANO. «Si preparano retate indiscriminate. Lasciamo immaginare ai lettori i titolacci dei giornali...». Aveva ragione il notista anonimo della «Notte dei pedofili» (redazione e amministrazione cazzi nostri, recita la gerenza) quando scriveva queste parole a metà dello scorso maggio: 11 arresti e un ricercato dalla magistratura milanese. Che blitz, quello di ieri. Finiscono a San Vittore ideologi, pubblicisti, semplici militanti e fiancheggiatori del «gruppo P». E stavolta la «P» non sta ad indicare una qualche loggia massonica segreta, ma semplicemente per «gruppo pedofilo»; un club un po' particolare in cui, secondo le versioni più innocenti, ci si scambiava indirizzi, si confrontavano le opinioni e le esperienze sui sistemi e i luoghi (campi di calcio, periferie urbane...) più facili per adescare bambini. Sì, dopo lunghe indagini tra Milano, Firenze e Trieste, il sostituto procuratore Daniela Borgonovo ha deciso che gli aderenti al gruppo P non erano semplici pervertiti da biblioteca, stravaganti, un po' sinistri ma, alla fine, innocui. Gente, insomma, impegnata in un dibattito teorico sul concetto di violenza sessuale e nulla più. Al contrario. Dopo il sequestro di fotografie, circa un centinaio, di ragazzini e bambini (oltreché, ma in misura assai minore, di ragazzine e bambine), dopo aver preso atto dei nomi degli iscritti italiani (circa una quarantina) e corrispondenti stranieri (una cinquantina) della strana associazione, il pm milanese ha deciso di agire contestando il reato di «associazione per delinquere finalizzata allo scopo di commettere delitti di violenza carnale su minori, atti di libidine violenti e corruzione di minorenni». Nella rete degli inquirenti finisce, innanzitutto, il presiente Francesco Valimi, 26 anni, collaboratore del mensile gay «Babilonia». Riceve il mandato a San Vittore il rappresentante Giorgio Lanza, di 39 anni, già detenuto in attesa di giudizio per violenza sessuale a un minore. Sfugge all'arresto Godefroi Rioult, svizzero di nascita con passaporto francese. Lui, 57 anni, residente nelle Filippine, è considerato una sorta di ideologo e di esteta della pedofilia (ricercate le sue feste in riva ai Navigli). Ma nell'elenco non mancano baby sitters a tempo perso (l'impiegato dell'Alitalia Giovanni Fusco, 25 anni) o allenatori di calcio di squadre infantili (Massimo Tidu, cagliaritano) o infermieri all'ospedale pediatrico (Luca Rossi, attivo al reparto di psichiatria infantile all'ospedale San Gerardo di Monza). E completano la lista Albino Gallucci, 25 anni, operaio, Stefano Locatelli, 23 anni, camionista, Dante Mira, 58 anni, camionista, l'impiegato Aldo Postagnolo, 32 anni, e il laureato in pedagogia Salvatore Barbaro di 38 anni. Caccia alle streghe? Così sostiene «Babilònia», giornale roccaforte dei gay italiani, subito insorto a difesa del suo collaboratore Valimi. Si fa notare, del resto, che bollettini tipo «La notte dei pedofili» sono diffusi abitualmente anche in Paesibacchettoni come gli Stati Uniti. Né, al di là delle foto o delle varie agendine sequestrate, sono finora emersi episodi speci¬ fici di corruzione. Una montatura? Possibile, anche se la lettura dello statuto del «gruppo P» !ove, comunque, si sottolinea la volontà di rispettare le leggi vigenti) lascia da pensare. Certo, gli aderenti al gruppo, fondato a fine '89, si dichiarano ostili alla prostituzione e alla pornografia infantile. Ma la filiale italiana dell'Internazionale pedofila non si esauriva in dibattiti filosofici. Sul «Corriere dei pedofili», bollettino stampato negli Usa e distribuito assieme all'organo del Nambla, ovvero il «North American Man Boy Love Association», non si parlava solo del¬ l'«eziologia delle nevrosi» nel pensiero di Freud. Si parlava anche di come corteggiare i bambini negli oratori o al Luna Park. Si distribuivano consigli di giurisprudenza (ovvero come difendersi dalle accuse nei vari Paesi del mondo) o si suggerivano scampagnate in Brasile, Vietnam o Filippine, territori di caccia, data la povertà dominante, per certi svaghi. Altro che teoria, si sono detti gli inquirenti. Ed è scattato il blitz dopo indagini durate anni, almeno dai tempi delle vicende del triestino Moncini, al centro di un clamoroso caso negli Stati Uniti pochi anni fa. [u. b.] Fornivano ai loro iscritti informazioni su come e dove adescare i bambini Il giornale dei pedofili. In copertina uno degli arrestati. Gli articoli erano soprattutto guide all'adescamento di bambini. A destra Godefroi Rioult, svizzero sfuggito alla polizia, ispiratore dell'associazione
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