Morti incappucciati in carcere

Le ipotesi: overdose o suicidio. Ma una madre accusa le guardie Le ipotesi: overdose o suicidio. Ma una madre accusa le guardie Morti incappucciati in carcere Giallo sulla fine di 2 detenuti per droga •."MMS*CS «Ci VICENZA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Sono morti incappucciati, come nelle esecuzioni del Ku Klux Klan. Solo che Giampaolo Scalco ed Elio Camino erano stesi sul pavimento della loro cella, nel carcere San Pio X di Vicenza. E il cappuccio calcato sulla testa era un sacchetto nero di plastica usato per le immondizie. Così per ora, in attesa della perizia necroscopica già ordinata dal magistrato, il sostituto procuratore dela Repubblica di Vicenza Paolo Pecori che conduce le indagini, si parla di mistero dietro le sbarre: un duplice suicidio, un regolamento di conti tra detenuti o la ricerca di uno «sballo» con il gas. Mentre la madre di Scalco già lancia pesanti accuse: «Sono state le guardie a uccidermi Giampaolo». Scalco, 27 anni, di Vicenza, e Camino, 31, originario di Susa (dove abitava in via Montenero 8, era sposato e aveva una figlia di 6 anni), erano finiti in galera per reati di droga, spaccio e piccoli furti. Non dovevano comunque restarci a lungo: il primo sarebbe uscito il 24 agosto, il secondo il 31. Insomma niente lunghe detenzioni che potessero giustificare qualche gesto disperato. Il corpo dei due carcerati sono stati trovati martedì pomeriggio verso le 14. E' stata una guardia durante il solito giro di controllo nella «Sezione 1», quella dei tossici, a notare che nella cella c'era troppo silenzio. Così ha aperto la porta e ha dato l'allarme. Al suicidio comunque non credo quasi nessuno: Giampaolo Scalco ed Elio Camino non avevano mai parlato di togliersi la vita o dato l'impressione di avere particolari problemi. E con la libertà poi così vicina. Molto più credibile, secondo gli inquirenti, l'ipotesi di uno «sballo» con il gas finito male. Non sono pochi infatti i detenuti del San Pio X, carcere di massima sicurezza, che usano il sistema del sacchetto per farsi una specie di «flash» artigiana¬ le: ci si fa un cappuccio sulla testa con la borsa per l'immondizia e poi si infila la cannula del fornello in dotazione ai carcerati per farsi da mangiare. Un sistema per sopperire alla mancanza di droga vera e propria. Un «viaggio» fatto in casa che però potrebbe aver tradito i due detenuti. Forse addormentati dalle esalazioni che li hanno lentamente soffocati. Ma poi arriva Franca Gressani, mamma di Scalco: «Le guardie ce l'avevano con lui, me lo hanno ucciso - dice -. Lo hanno picchiato più di una volta, là dentro. Quando sabato scorso sono andata a trovarlo mi ha detto che nel carcere succedevano cose terribili...». Circa un mese fa i detenuti avevano inscenato una protesta collettiva per le difficili condizioni di vita nelle celle. Secondo la direzione del penitenziario, invece, i due erano soggetti a rischio, e per questo erano stati sottoposti a un'ennesima visita di controllo poco prima del tragico fatto. Alessandro Mognon

Persone citate: Alessandro Mognon, Elio Camino, Giampaolo Scalco, Gressani, Paolo Pecori, Scalco

Luoghi citati: San Pio, Vicenza