Libero il rapito per sbaglio di Carlo Bologna

Scomparso a Borgomanero, ritrovato a Milano. Ma il suo racconto ha molti punti oscuri Scomparso a Borgomanero, ritrovato a Milano. Ma il suo racconto ha molti punti oscuri Libero il rapilo per sbaglio Preso al posto dell'amico di famiglia ricca NOVARA. Ha telefonato al 113 ed ha chiesto una volante per farsi riaccompagnare a casa: «Sono stato rapito e mi hanno liberato». Gli agenti lo hanno trovato in via Brenta a Milano. Massimo Omarini, 18 anni, studente di ragioneria, era stato sequestrato lunedì pomeriggio a Borgomanero. Ma il vero bersaglio non era lui. I rapitori volevano Mirko Molli, il figlio di un noto autotrasportatore che abita nello stesso paesino, Cressa, di 1480 anime. Ieri sera, dopo 48 ore, Massimo ha potuto riabbracciare il padre Eraldo, 45 anni, impiegato alla Agusta di Vergiate, e la madre Lucia, 44 anni, operaia in una rubinetteria di Suno. Gente semplice, che non sarebbe mai in grado di pagare un riscatto. I genitori hanno atteso l'arrivo di Massimo per due ore. Alle 20.30 è stato aperto il portone laterale del Palazzo di Giustizia solitamente usato per le auto che trasportano i detenuti e il giovane è stato frettolosamente fatto salire nell'ufficio del procuratore Fava. I cronisti che attendevano il giovane sono stati così dribblati. Ha sicuramente pesato quello che è successo a Milano all'ingresso della Questura: Massimo, appena ha visto taccuini, macchine fotografiche e telecamere ha lanciato un sonoro «vaffanculo bastardi», si è coperto il volto con le mani, poi con un giacchino di jeans. Si è riusciti appena a cogliere una frase: «Mi hanno dato quattro copertac- ce». Da Novara Massimo Omarini è ripartito per casa sua alle 21.30. E' apparso teso, provato dalla dura esperienza. Certo in questa storia restano molti misteri. Il riserbo sull'operazione impedisce, per ora, di vedere chiaro su alcuni aspetti. E allora riawolgiamo il film di questi ultimi due giorni, carichi di angoscia, per cercare qualche spiegazione. E' lunedì. Dopo pranzo Massimo lascia la sua abitazione in via San Giulio 1 a bordo del suo inseparabile Gilera 50. Ha il casco. Attraversa le strette vie di Cressa e si immette sulla vecchia statale, dove abita Mirko Molli, suo compa¬ gno di ragioneria all'Istituto Curioni di Romagnano Sesia. Entra in casa. Dopo un'oretta esce, solo, con il casco già infilato. A questo punto si deve ipotizzare che qualcuno, in un'auto (forse una Bmw grigia) parcheggiata poco distante abbia detto: «E' lui». Scatta l'operazione. Un motore si accende. Massimo Omarini è diretto a Borgomanero, vuole prenotare i testi per il prossimo anno scolastico in una libreria di via Rosmini, a due passi dalla chiesa di San Gottardo. Sono da poco passate le 16. E' in questa via che alcune ore più tardi Ù nonno del ragazzo, Prospero Franzini, andrà a recuperare la moto. L'indicazione è stata fornita dallo stesso Massimo nella telefonata ai genitori. I rapitori gli hanno gettato un'«esca» per avvicinarlo. Lo hanno costretto a salire in auto e sono spariti. Ma è davvero possibile che Massimo sia stato rapito nel cuore di Borgomanero? «Noi non ci siamo accorti di niente» dice Maria Mora, titolare della Trattoria del ciclista a due passi dal posto in cui è stato trovato il Gilera. Secondo un'altra ipotesi Massimo sarebbe stato rapito sulla statale che porta a Borgomanero, in aperta campagna, o prima di arrivare sulla statale. E allora chi ha portato il motorino in città? E poi le telefonate. La prima è arrivata alla segreteria della Molli ed Erbetta, la ditta di autotrasporti in via Borgomanero 38: «Abbiamo rapito Mirko». Immediata la risposta: «Ma cosa dite, è qui a casa». «Sì, hanno telefonato al papà del Molli dicendogli che gli avevano rubato il figlio. Poi si è saputo che la casa era questa» dice Angelo Pagani, cugino del giovane, indicando la casa di Massimo che il giorno dopo doveva presentarsi alla visita militare. Lunedì sera un'altra telefonata. Questa volta squilla l'apparecchio di casa Omarini. Parla Massimo: «Mamma mi trattano bene, stai tranquilla che domani mi lasciano». Il tempo solo per una domanda: «Dove sei?». «Non lo so» e la li- nea cade. Poi, pare, la terza chiamata ai Molli per trattare uno scambio: «Abbiamo con noi il ragazzo sbagliato ma sarete voi a darci i soldi». Ora gli investigatori sono al lavoro per catturare i rapitori. Il covo usato potrebbe addirittura essere a Borgomanero. Sopra la città e le campagne attorno ieri si sono levati tre elicotteri dei carabinieri e della polizia. Contemporaneamente, a terra, c'è stato un maxirastrellamento che ha impiegato centinaia di uomini e cinque unità cinofile. In un casolare abbandonato è stata trovata una pistola non denunciata. Carlo Bologna Il diciottenne «Mi hanno dato quattro copertacce» A sinistra Massimo Omarini Sopra, Mirko Molli