Nuovi guai per i Ferruzzi di Zeni
I vertici '92 del gruppo rischiano fino a 5 anni di carcere. La difesa: sono fatti già noti I vertici '92 del gruppo rischiano fino a 5 anni di carcere. La difesa: sono fatti già noti Nuovi guai per i Ferrimi La Consob: «Falsificati i bilanci» MILANO. Tutti denunciati per false comunicazioni sociali gli uomini che hanno firmato il bilancio 1992 della Montedison e della Ferruzzi. L'ultima bomba che esplode nella incredibile vicenda Montedison-Ferruzzi è firmata Consob. Dopo giorni di verifiche, di controlli eseguiti anche attraverso gli ex revisori contabili della Price Waterhouse, la commissione presieduta da Enzo Iterlanda ha emesso il suo primo giudizio: sì, nei bilanci '92 del gruppo esistono zone d'ombra grandi come una casa. Insomma c'era del falso e dovrà occuparsene la magistratura, appurare responsabilità, stabilire colpe. Dopo la procura di Milano, la Consob. Su Montedison e Ferruzzi la morsa dei magistrati si fa ancor più stretta. E se prima era un faro, ora rischia di diventare un riflettore enorme quello acceso dal tribunale di Milano su fatti e misfatti del secondo gruppo industriale e finanziario italiano. Fino a ieri si trattava d'una indagine preventiva, ora c'è una denuncia, e porta la firma della massima autorità di controllo del mercato finanziario. Non parla Berlanda. Mantiene un doveroso silenzio la Consob. Il momento è delicato e solo dal nuovo vertice del gruppo, da Guido Rossi e da Enrico Bondi, i due uomini che da giorni sono al lavoro per sbrogliare la matassa, per evitare clamorosi crack, per studiare piani di ripresa insieme a Mediobanca e alle banche creditrici, arriva in serata una presa di posizione. Poche righe ma esplicite. «Il gruppo - si legge - rileva che i fatti oggetto della denuncia Consob alla procura di Milano per false comunicazioni sociali sono gli stessi fatti resi noti nelle assemblee Montedison e Ferfin del 28 e 30 giugno e già a conoscenza delle autorità di controllo e giudiziaria». Insomma, quanto basta per confermare che le irregolarità denunciate dai vigilantes di Berlanda sono quei 320 miliardi di nuovo buco Montedison (definiti «crediti inesigibili») e quei 65 miliardi di ulteriore buco Ferfin resi noti (prima ai giudici e poi nelle assemblee) dai nuovi vertici. Niente di nuovo sul fronte dei numeri. Ma guai in vista, ed è la notizia-bomba, per gli ex amministratori. Anche in questo caso, come è successo per il vertice deU'Unipar la scorsa settimana sempre su iniziativa Consob, rischiano tutti un'incriminazione per falso in bilancio, accusa grave, infamante: un reato punito col carcere da uno a cinque anni. Dura da digerire per uomini come Arturo Ferruzzi, l'ex presidente, per Carlo Sama, l'ex amministratore delegato, per i vicepresidenti Renato Picco e Italo Trapasso. E per tutti gli altri consiglieri e sindaci. Nomi noti come Sergio Cragnotti, Victor Uckmar, il socio di Raul Gardini in Francia Jean Marc Vernes. O grandi professionisti come l'ex rettore della Bocconi Luigi Guatri. Un elenco lungo, dalla C alla Z: Gianfranco Ceroni, Antonio D'Amato, Massimiliano Ferruzzi (figlio di Arturo), Enrico Gianzini, Vittorio Giuliani Ricci (marito di Franca Ferruzzi), Roberto Jucci, Roberto Magnani (la mente finanziaria di Ravenna), Carlo Marchi, Paolo Morione, Giandomenico Picco (un passato di prestigio come diplomatico Onu), Eugenio Radice Fossati, Carlo Varmini, Romano Venturi, l'olandese Horst Detlev Von Der Burg. Completano l'elenco i sindaci Lino Rondelli, Sergio Pivato e Stefano Luigi Rosetti Zannoni. Su quali elementi si è basata la Consob per la denuncia alla procura? Se Berlanda non parla, qualche possibile spiraglio si può intrawedere in alcuni eventi dei giorni scorsi quando i revisori della Price Waterhouse, dopo aver revocato la propria certificazione, si erano messi a disposizione della Consob per studiare i bilanci alla luce dei nuovi buchi emersi. In più, notizie aggiuntive sono state fomite dai documenti messi a disposizione (su invito della Consob) da Sergio Cragnotti. E così sembrerebbero finalmente usciti dal vago i numeri veri (e i veri risvolti) della cessione dalla Montedison alla River della Jamont attraverso la Cragnotti & Partners, un'operazione che potrebbe nascondere vecchie perdite sul trading di soia allo Stock Exchange di Chicago. Secondo punto meglio messo a fuoco: il flusso di denaro che il gruppo Ferruzzi avrebbe fatto pervenire ai propri soci nella Gaie (Camillo De Benedetti) per dare il via all'operazione di acquisto Fondiaria. E adesso? Adesso si aspettano i tempi della magistratura. E il giudizio della Borsa, ahimè più rapido. Di sospenderne oggi le quotazioni in piazza Affari, non se ne parla: «E' impossibile farlo visto che i titoli sono quotati anche all'estero», spiega chi sa. Armando Zeni
Luoghi citati: Chicago, Mediobanca, Milano, Ravenna
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