Il Comune vuole il tesoro Aem

Proposta del capogruppo pds: «Utilizziamo l'utile dell'azienda energetica» Proposta del capogruppo pds: «Utilizziamo l'utile dell'azienda energetica» Il Comune vuole il tesoro Aem Vertice sul bilancio in rosso di 121 miliardi «Navigo a vista» dice Castellani uscendo dall'ufficio del prefetto. Queste settimane di cavilli e carta bollata hanno scosso il sindaco dimostrandogli come «in Italia nulla è più incerto del diritto, e dire che ne siamo la culla». Navigando navigando, però, la sua giunta s'imbatte domani nel problema dei problemi, l'assestamento del bilancio. Assestamento significa che si devono recuperare un bel pacco di miliardi, perché l'ultimo esercizio si era chiuso con un deficit di 121 miliardi e i Comuni, per definizione, non possono essere in passivo. Torino ha tre anni di tempo per riuscire nell'impresa, e ciò significa il recupero di 40 miliardi entro il 1993. Parrebbe cosa da nulla se si pensa che il conto consuntivo pareggia attorno ai 2000 miliardi. Non è così: il commissario Malpica ha già limato, o eliminato, parecchie voci di spesa. Facciamo un esempio: i dirigenti dell'Assistenza, dopo accurati controlli di gestione, hanno scoperto che potrebbero ancora risparmiare 350 milioni. Ma il loro settore, senza una iniezione di 9 miliardi, rischia il tracollo. Che fare? L'assessore al Bilancio, Giorgio Donna, è chiuso a far di conto nel suo ufficio, insieme con il ragioniere generale. Domani dovranno formulare una prima proposta. Intanto si fa avanti il capogruppo pds Carpanini: «Potremmo ragionare sull'attivo dell'azienda energetica». L'Aem è la municipalizzata che gode di miglior salute finanziaria. Negli ultimi anni ha accumulato 80 miliardi, prowisioriamente investiti in titoli di Stato in attesa di essere utilizzati per lavori quali teleriscaldamento e nuova centrale in Val Susa. E' legittimo che se una municipalizzata perde (come l'Atm) il Comune intervenga a sanare il deficit, e se guadagna (come l'Aem) li tenga per sé? «La città è il nostro proprietario, le scelte politiche spettano all'amministrazione» precisa l'ingegner Burzio, responsabile tecnico dell'Aem. Avverte: «Ma toglierci gli utili significherebbe ridurre o annullare la nostra capacità di investimento». In più c'è un questione giuridica, legata a un decreto del Presidente della Repubblica vecchio di 7 anni, che per l'utile di esercizio prevede destinazioni precise: fondo di riserva, rinnovo impianti, investimenti. Carpanini, che aveva già studiato la questione durante la crisi dell'amministrazione Cattaneo, ha una proposta di riserva: «Se nascessero problemi, si po¬ trebbe utilizzare un altro sistema. Il Comune è debitore presso l'Aem di illuminazione pubblica e gestione dei semafori. Potrebbe "saltare" alcuni pagamenti, in tutto o in parte». In soldoni questo significherebbe risparmiare 25 miliardi: 20 per l'illuminazione, 5 per i semafori. Cosa ne pensa Gianni Vemetti, assessore incaricato di gestire 3 delle 4 municipalizzate? «In linea di massima sono d'accordo con Carpanini. Certo, vanno precisati aspetti normativi e destinazione dei fondi». Che ne sarebbe di una azienda espropriata del suo tesoro? «Il Comune può sempre finanziare nuovi investimenti, con mutui a tasso agevolato che costerebbero meno del denaro fresco necessario oggi» precisa Carpanini. E le privatizzazioni? Le cessioni di immobili, la vendita di azioni? Il vicesindaco Brosio sta studiando un piano complessivo, che richiederà tempo. L'emergenza è adesso: «Se entro luglio non prorogheremo le convenzioni alle cooperative assistenziali - precisa l'assessore Migliasso - perderemo servizi di fondamentale importanza». E se il Comune non «assesterà» i suoi conti subentrerà la paralisi finanziaria. Giampiero Pavido

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