Prestito forzoso uno spiraglio

Gli enti previdenziali delle categorie colpite incontrano oggi Spadolini Gli enti previdenziali delle categorie colpite incontrano oggi Spadolini Prestilo forzoso, uno spiraglio // Senato alleggerisce lo «scippo» del 25% ROMA. Sarà forse modificata dal Senato la norma che impone un pesante prestito forzoso agli enti previdenziali. Ieri si sono registrati molti segnali in questo senso. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Antonio Maccanico ha giudicato «un errore toccare i fondi degli enti di previdenza». Rispettando l'impegno assunto una settimana fa nell'incontro con i presidenti degli enti di previdenza, il presidente della Commissione Finanze del Senato, Francesco Forte, ha presentato un ordine del giorno che impegna il governo a trasformare il prestito forzoso del 25% a carico degli enti previdenziali autonomi in un vincolo di portafoglio in titoli pubblici a lungo termine. Nel documento il prestito forzoso viene definito «un onere improprio, discutibile sia sotto il profilo dei principi generali di capacità contributiva, sia sotto quello costituzionale». Infatti, in base al decreto, il vincolo presso la tesoreria è «a carico solo di alcuni e non di tutti gli enti previdenziali, ed è riferito alle loro entrate, e non già alle loro effettive disponibilità finanziarie, per impieghi che ne costituiscono l'indice di capacità contributiva». L'ordine del giorno messo a punto dal senatore Forte riduce i vincoli di investimenti immobiliari e prevede che il 25% sia investito «in titoli reali a lungo termine di istituti finanziari pubblici, con garanzia statale, destinati agli impegni dello Stato di trasferimenti per investimenti pubblici, in sostituzione dell'assegnazione di somme a fondo perduto, lasciando a carico dello Stato il solo servizio di tali titoli». Anche il presidente del Senato Giovanni Spadolini è sceso ieri in campo per difendere a spada tratta l'autonomia dell'Inpgi e, quindi, l'autonomia dei giornalisti, che è tutelata dall'articolo 21 della Costituzione. «L'istituto nazionale di previdenza dei giornalisti - ha detto Spadolini - è stato incluso nel prowedimento per il quale sarebbe giusto contemplare una revisione del legislatore, anche come segnale di una disponibilità della classe politica verso l'informazione e la stampa. La funzione dell'Inpgi è essenziale anche di fronte alle difficoltà che potranno nei prossimi mesi creare ulteriore disoccupazione e ul¬ teriore disagio nel mondo dei giornalisti, che sono i soggetti attivi di una democrazia moderna dove è in gioco la garanzia più profonda della libertà dei cittadini». L'intervento di Spadolini è stato molto apprezzato dal segreta¬ rio della Fnsi Giorgio Santerini. Non si può, quindi, escludere che lo sciopero dei giornalisti già indetto per venerdì e sabato venga revocato in extremis. Tutto dipenderà dalle risposte che avranno oggi a palazzo Madama i rappresentanti del Comitato ri- stretto degli enti previdenziali. Il tanto contestato articolo 12 del decreto-legge sulla «manovrina» fiscale su cui il governo Ciampi ha ottenuto due settimane fa la fiducia alla Camera obbligherebbe gli enti pubblici previdenziali (Inpdai, Enasarco, Enpam, Inpgi, Inarcassa, Cassa Avvocati, Cassa Notariato, etc.) a congelare al 5,95% netto l'anno per cinque anni alla Tesoreria Centrale dello Stato il 25% delle entrate contributive del '92 e di ripetere la stessa operazione anche nel '94 e nel '95. In pratica, migliaia di miliardi di lire resterebbero congelati fino al Duemila. Ma, di fatto, verrebbero «espropriati». Di qui la ferma e compatta protesta di tutti gli enti in difesa delle categorie interessate. Il prowedimento, infatti, se fosse integralmente confermato nel testo votato a Montecitorio, metterebbe in serio pericolo in futuro le pensioni di ben un milione e 300 mila iscritti (dirigenti d'azienda, agenti e rappresentanti di commercio, medici, avvocati, notai, dottori commercialisti, ingegneri, architetti, giornalisti, etc), che rischierebbero di vedersi trasferite le pensioni all'Inps (o ad un unico ente simile all'Inpdap) e di non poter più usufruire di una serie di prestazioni e servizi attualmente erogati da questi enti (mutui, prestiti, indennità di disoccupazione, trattamenti di cassa integrazione, prepensionamenti, sussidi) senza gravare minimamente sulle casse dello Stato. Un'altra grave conseguenza del prowedimento è quella della crisi dell'edilizia e dell'indotto ad essa connesso, perché gli enti previdenziali non potrebbero più investire migliaia di miliardi nel mattone a garanzia del pagamento delle pensioni. Resterebbero, poi, senza tetto migliaia di sfrattati, perché gli enti non potrebbero più affittare agli sfrattati la metà dei nuovi appartamenti acquistati, come, invece, impone una legge di 11 anni fa. Pierluigi Franz ^JJ^P^gg^^J^ggjJ 5 : ^ Radiografia delle quattordici casse di fronte al prelievo del 25%. Import in miliardi dl lire. CASSE ISCRITTI PENSIONATI ENTR. CONTRIB. PRELIEVO ENPACI [CONSUL. LAVORO] 17.000 3.300 64,5 16,1 NOTAI 4.537 2.259 154,1 38,5 DOTTORICOHMERCIALISTI 13.219 2.916 126,6 31,6 RAGIONIERI 21.500 2.100 78,6 19,6 GEOMETRI 80.000 10.378 167 41,7 INGEGNERIE ARCHITETTI 47.984 11.966 227,6 56,9 AWOCATI 49.250 15.000 340,2 85 VETERINARI 14.500 5.700 30,7 7,6 FARMACISTI 53.428 25.742 273,3 68,3 EMPAM [MEDICI] 297.000 81.115 1,199 299,7 ENPAIA [AGRICOLTURA] 32.000 138,1 34.5 ENASARCO [RAPP. COMMERCIO] * 462.876 61.787 651,5 162,8 INPDAI [DIRIGENTI] 181.720 52.272 2,947 736,7 INPGI [GI0RNAUSTI1 12.025 4.198 322,7 80,6 TOTALE 1.287.039 278.733 6.720,9 1.679,6 Note: consuntivi 1992; * consuntivo 1991 Fonte: elaborazione de «11 Sole 24 Ore del lunedi» su dati delle casse.

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