La Ciga sprofonda nei debiti
La Ciga sprofonda nei debiti Va male il primo semestre '93, Popolare Novara esposta per 171 miliardi La Ciga sprofonda nei debiti Afine giugno hanno superato i 1100 miliardi MILANO. Crescono come funghi i debiti della Ciga, catena alberghiera dell'Aga Kahn che, al 30 giugno, superavano i 1100 miliardi, diminuisce il fatturato anche per via della crisi del turismo. La società ha smesso di pagare dal giugno 1992 gli interessi passivi, mentre la quota di controllo del suo capitale è nelle mani del custode cautelare Franco Lo Passo, su ricorso di Imi International (oggi è fissata l'udienza preliminare per la convalida del sequestro). Ormai, gli occhi sono puntati su Mediobanca, alla quale le 20 banche creditrici hanno affidato il compito non semplice di delineare un piano di risanamento. Ma un gruppo di azionisti veneti guidati da Lino Cazzavillan, e forti di un 9,7% del capitale, sono all'attacco. Ieri, in assemblea, hanno chiesto un posto in consiglio, e non l'hanno ottenuto. Non hanno fatto mistero dei loro timori: di vedere la società ulteriormente spogliata dal piano Mediobanca. E hanno quindi minacciato ricorsi e, come ultima ratio, perfino l'eventualità di chiedere l'amministrazione controllata. Si sostiene che ambirebbero a ottenere gli alberghi di Venezia. Nel nuovo consiglio di sette membri sono invece entrati, accanto al presidente Luigi Bianchi, a Amyn Aga Khan, Reto Wittwer, Franco Trivi e Pietro Guerra, due rappresentanti del custode Lo Passo: Antonino Fazio e Franco Caramanti. «La Ciga non è in stato di insolvenza, benché non sia in grado di pagare gli interessi. Ci troviamo in uno stato di amministrazione, se non proprio controllata, per lo meno soggetta ad esame» ha ammesso Guerra. «Quanto al piano Mediobanca, non ci sono noti i contenuti, né i tempi di attuazione. Mediobanca si è comunque riservata un termine di sei mesi». La società ha chiuso il bilancio 1992 con una perdita di 238 miliardi, contro il deficit di 17 miliardi del 1991, con ricavi consolidati pari a 510 miliardi ( + 11%) e un indebitamento netto di 972 miliardi. Ma nei primi sei mesi del 1993 la situazione è peggiorata: il giro d'affari ha avuto una flessione del 5% a 207 miliardi, mentre i debiti sono saliti a livello 1100. «Al 30 aprile» ha specificato il presidente Luigi Bianchi «i debiti erano 1028 miliardi di cui 945 verso banche italiane, 25 verso la Bank of Scotland e 58 verso fornitori». Tra gli istituti italiani, la più esposta è la Popolare di Novara, con 171 miliardi. Seguono Bnl (155), Credito Italiano (145), Banca di Roma (97). A fronte dei crediti, gli ultimi tre istituti avevano in pegno, al giugno scorso, attività come Ciga resort, Landia, Ciga Immobiliare e Ciga service. [r. m.l
Persone citate: Aga Khan, Antonino Fazio, Franco Caramanti, Franco Lo Passo, Franco Trivi, Kahn, Lino Cazzavillan, Luigi Bianchi, Pietro Guerra
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