Vignale, danza dell'austerità di Luigi Rossi

Vignale, danza dell'austerità La quindicesima edizione del festival si è inaugurata con l'Aterballetto Vignale, danza dell'austerità // ritorno della Galante, ex stella di Béjart VIGNALE. La quindicesima edizione di Vignaledanza si svolge all'insegna dell'austerità, che non impedisce peraltro un cartellone ricco di proposte le più varie come è nella consuetudine del festival monferrino. Inaugurata con l'Aterballetto di Amedeo Amodio con novità dello stesso direttore ed un omaggio monteverdiano di Massimo Moncone, la rassegna è proseguita con una «Serata Strauss» del Nuovo Balletto di Roma con coreografie di Biagi e della Bartolomei ed ha visto, a dispetto di condizioni meteorologiche particolarmente avverse, un weekend articolato su un ventaglio di creazioni esemplare dell'eclettismo a cui si ispira il cartellone di quest'anno. Con particolare curiosità era atteso il ritorno di Grazia Galante, già stella di Béjart e da qualche tempo ritiratasi dalle scene. Per la sua rentrée era programmato un titolo significativo nella sua carriera, il «Bolero» di Ravel, stavolta non nella celebre lettura di Béjart, del resto ormai cancellata dal repertorio, ma in una nuova coreografia di Tuccio Rigano, autore del trittico proposto dalla giovane Compagnia Europea di Balletto. La popolare musica è stata realizzata, con alcuni echi bejartiani inevitabili, come una storia di invasamento di una donna circondata da ombre inquiete e guizzanti. La Galante ha declinato la sua solitaria possessione con vibratile sensibilità ed ha raccolto vivaci consensi dal numeroso pubblico. Altro titolo di area spagnola e creazione musicale francese, la «Carmen», in una traduzione della storia di Mérimée sostanzialmente portata verso l'astrazione. Protagonista la vibrante Susanna Proja, circondata dallo stesso coreografo nel ruolo di don José e da un mirabile Luigi Martelletta come virtuosistico Escamillo. I «tanghi» riletti con moderno gusto da Astor Piazzolla sono apparsi in due versioni in questa tornata. Dapprima sempre Rigano in collaborazione coreografica con Jib in una elegante stilizzazione e poi nella affascinante creazione di Hans Van Manen «Five Tango» nella esecuzione dei Solisti di Stoccarda. Emanazione del prestigioso Balletto di Stoccarda che fu di Cranko, questo gruppo testimonia del rinnovamento di una compagnia che si pone ai primi posti nella geografia ballettistica europea. Anche a Vignale hanno ottenuto, dal coraggioso pubblico che ha sfidato l'uragano, consensi in titoli ormai classici come «Love Songs» di William Forsythe e «Troy Games» di Robert North. Teatro esaurito poi per i Solisti Russi diretti da Andrei Kudelin e provenienti dai teatri Bolscioi, Kirov e Stanislavski. Un «gala» improntato sul virtuosismo al quale è particolarmente sensibile il pubblico popolare, che infatti fa acclamato a lungo i giovani interpreti eredi di una gloriosa tradizione. Luigi Rossi Grazia Galante

Luoghi citati: Roma, Stoccarda, Vignale