Il mare ha inghiottito un'isola di Foto Reuter

L'onda assassina sollevata dal terribile sisma devasta anche le coste della penisola coreana e della Siberia L'onda assassina sollevata dal terribile sisma devasta anche le coste della penisola coreana e della Siberia Il mare ha inghiottito un'isola Già240 morti per il terremoto in Giappone TOKYO. Il Giappone è in lutto, sconvolto di fronte al disastro che si è abbattuto sul Nord del Paese. Nel dopoguerra, nessun altro terremoto ha mietuto un numero così alto di vittime. Secondo un primo e provvisorio bilancio, i morti accertati sono almeno 72 e oltre cento i feriti. Ma l'elevato numero di dispersi, circa 170, potrebbe portare a circa 240 vittime il bilancio finale del sisma che ha fatto registrare una magnitudo di 7,8 gradi della scala Richter. Il terremoto ha causato frane, incendi e ha innescato una spaventosa onda di maremoto. I danni maggiori sono stati causati proprio dallo «tsunami» che si è abbattuto sulle coste dopo la scossa iniziale. Prima che l'allarme della guardia costiera potesse raggiungere la popolazione, l'onda si è abbattuta sulle coste Ovest dell'isola di Hokkaido e delle aree di Tohoku e Aomori, nel Nord dell'isola di Honshu, spazzando strade, case, ferrovie, e a tratti interi villaggi, con cavalloni fino a 10 metri. Alla prima scossa ne sono seguite oltre cinquanta di intensità minore durante la notte e la giornata di ieri. In termini di danni, nella storia del dopoguerra, il sisma è inferiore solo a quello che colpì il Nord di Honshu nel 1983, ma il bilancio delle vittime, allora, fu di 104 persone. «E' uno spettacolo terrificante» ha commentato il primo ministro Kiichi Myazawa che ha visitato la zona più colpita. I danni sono gravissimi soprattutto nell'isola di Okushiri, una zona turistica al largo delle coste di Hokkaido, che è stata praticamente spazzata via dal mare. L'isola è molto vicina all'epicentro del terremoto individuato a una profondità non meglio precisata sotto il fondo del Mar del Giappone. A Okushiri, che si trova sulla linea geologica dove la placca del Nord America preme su quella del continente eurasiatico e che è pertanto esposta ai sismi, sono morte almeno 43 persone. Soprattutto anziani, ma anche un vigile del fuoco accorso a prestare aiuto. Un hotel di Okushiri è stato tra volto da una frana che ha seppellito 35 persone e finora dal le macerie sono stati estratti 5 cadaveri. Centinaia di case sono sprofondate nelle voragini apertesi nel terreno o sono state di strutte dalle fiamme, mentre altre centinaia sono state inondate. «La terra ha continuato a tremare con dei boati a intervalli di 10-20 minuti e ogni volta la gente correva all'aper to - ha raccontato alla televi sione Masahiro Miyamoto, un maestro di 55 anni, di Okushiri -. Centinaia di persone hanno cercato riparo nella palestra di una scuola che ha resistito al terremoto. Molti altri hanno preferito trascorrere la notte all'aperto intorno a dei falò improvvisati». Gli abitanti superstiti dei villaggi sulla costa vagano senza darsi pace sul bagnasciuga, alla ricerca di congiunti dispersi. «Non ho mai posseduto molto, ma tutto ciò che possedevo l'ho perduto» si lamenta Fujiharu Hatsuzuka, girando attorno ad un cumulo di cenere ancora fumanti che era stato la sua casa nel villaggio di Aonae. Nella vicina isola di Shimamaki sono state segnalate 14 vittime, tutte travolte dalle onde del maremoto che anche qui ha spazzato via centinaia di abitazioni. Stando a fonti del centro di soccorso istituito a Tokyo dal governo centrale, 15 porti sono stati danneggiati dal sisma che ha lasciato senza corrente elettrica 28.000 abitazioni. Lo «tsunami» ha inoltre strappato dall'ancora circa 300 pescherecci. Le maggiori imprese d'assicurazione, contravvenendo alle norme scritte che non coprono i danni causati dai disastri naturali, hanno reso noto di essere pronte a rimborsare il 5 per cento dei danni agli assicurati vittime del sinistro come avevano già fatto l'anno scorso per le vittime dell'eruzione del monte Unzen nel Sud del Paese. L'onda di maremoto ha colpito anche le coste della Corea e della Siberia, dove si registrano tre dispersi. [e. st.] di restare alle Hawaii fino a domani, come previsto, ha deciso di recarsi oggi nelle zone colpite dall'alluvione. Ieri pomeriggio non si conosceva ancora il suo preciso itinerario, ma probabilmente lo si vedrà a Des Moines, che rimane comunque la città più colpita. L'altro ieri c'è stato il suo vice, Albert Gore. Lo si è visto percorrere in canoa le strade della città e lo si è sentito promettere l'immediata applicazione della legge federale per la ricostruzione (quella che garantisce tassi di interesse molto bassi sui prestiti necessari alle riparazioni) ed anche un contributo speciale di 2 miliardi di dollari. E' quasi il doppio di ciò che era stato deciso in precedenza, ma un po' tutti i governatori degli Stati colpiti hanno già detto che rispetto alle necessità si tratta di una somma irrisoria. In vista del peggio che deve ancora venire, si lavora disperatamente ad accumulare terra sugli argini del Mississippi e degli altri fiumi della regione e a gettare migliaia di sacchetti di sabbia. Ma che si tratti di una lotta impari è chiaro a tutti. E' stato calcolato che nelle città colpite il livello raggiunto dalle acque è stato mediamente di quasi il doppio di quello abituale. In pratica, non c'è notizia di qualche argine d'emergenza costruito nei giorni scorsi che abbia tenuto. Nel loro amore per le tabelle, i giornali americani che riportavano il numero dei morti, dei senza tetto, delle case distrutte, alla voce «argini che hanno ceduto» ponevano un disperante 100 per cento. E i sacchetti gettati nei giorni scorsi erano stati 18 milioni. Puntuali come sempre, in questi casi, si sono fatti vivi gli sciacalli. Ieri a Des Moines'ne sono stati arrestati nove, sorpresi a rubare nelle case abbandonate che erano riusciti a raggiungere con delle canoe. E altrettanto puntuali si fanno vive le iniziative pittoresche, come quella di un piccolo businessman di Des Moines al quale proprio il giorno prima dell'alluvione era stato consegnato il nuovo computer che gli è costato tanto. Per salvarlo, ha costruito una zattera di fortuna, ce lo ha messo sopra ed ha percorso a nuoto svariati chilometri trascinandosela dietro, fino a un luogo asciutto. La gente di quelle parti, del resto, ha imparato da tempo a convivere con le alluvioni, anche se la gravità di questa ha scioccato molti. Gli anziani, nella loro vita, ne hanno viste almeno una decina. «Sono una sfida perenne», dice uno. «Questa volta ha vinto l'acqua, ma l'anno prossimo vincerò io». Franco Pantarelli Oltre 300 imbarcazioni strappate dagli ormeggi Il premier Myazawa «Spettacolo terrificante» Le assicurazioni annunciano «Pagheremo i danni anche se le polizze non lo prevedevano» Immagini del disastro nell'isola di Hokkaido Nella foto grande le rovine causate dall'onda di maremoto sulla costa dell'isola di Okushiri nel Nord del Paese [foto reuter]

Persone citate: Albert Gore, Franco Pantarelli, Kiichi Myazawa, Masahiro Miyamoto, Richter