Il killer che uccide ogni 7 giorni

Il killer che uccide ogni 7 giorni LA STORIA Il killer che uccide ogni 7 giorni QUALCHE settimana fa, nell'East London, hanno strangolato Emanuel Spiteri, un cameriere di 42 anni, omosessuale e noto frequentatore dei bar per «gay». Era un mezzosangue maltese, con il mento sfuggente e le orecchie a sventola, portava abiti in pelle e lavorava al Café de Paris, dov'è facile rimorchiare omosessuali e procurarsi un po' di droga. Spiteri era la quinta vittima di un ipotetico killer in serie (tutte le vittime erano state strangolate con un laccio, erano omosessuali e abitavano nella stessa zona). I potenziali obiettivi del killer di solito sono i deboli: i giovani, i senzatetto e senzafamigha, i vagabondi, le prostitute di entrambi i sessi, chi si piega e chi fa pietà. I killer sono gratificati proprio da quella assoluta debolezza. Dopo tutto, poche cose danno il senso del potere (e il piacere sessuale del potere) come prendere il corpo - e la vita - di qualcuno. Quello è il potere assoluto. L'Inghilterra ha i suoi famigerati killer di omosessuali. Nel 1986, un certo Michael Lupo, omosessuale e sadomasochista, strangolò quattro uomini (lo strangolamento è uno dei metodi preferiti perché, come l'impiccagione, causa spesso nella vittima un ultimo orgasmo) e per poco non ne faceva fuori altri due, semplicemente perché era stato infettato dal virus dell'Aids. Qualcosa di analogo potrebbe essere in atto nell'attuale catena di delitti, perché tre delle cinque vittime (ammesso che siano state tutte uccise dalla stessa persona) sono sieropositive. . Il primo a morire, l'8 marzo, è stato il quarantaquattrenne Peter Walker. Era direttore di un teatro, aveva frequentato una scuola di ballo ed era cliente regolare di Coleherne, un famigerato pub vicino al Chelsea Football Club (è interessante notare come, sia in America che in Inghilterra, molti bar sadomasochisti si trovino vicino ai campi sportivi). La seconda vittima è stato il trentasettenne Christopher Dunn, un tranquillo bibliotecario con un'inclinazione allo «sporco traffico». Venne trovato a casa sua soffocato, presumibilmente da qualcuno che aveva rimorchiato. Indossava una bardatura nera e altri accessori sadomasochisti. Inizialmente la polizia considerò la sua morte accidentale e connessa con queste pratiche «schiavistiche». Il terzo è stato Perry Bradley, un biondino americano che dirigeva una fabbrica di colla a Slough, vicino all'aeroporto di Heathrow. Bradley è però anomalo rispetto agli altri: è stato trovato soffocato ma non legato e non era noto come omosessuale. E' incluso in questa Usta solo per le modalità della morte. Il 9 giugno, è stato trovato morto soffocato, ancora una volta nell'East London, Andrew Collier, 33 anni, custode di una casa per anziani. Era la quarta vittima, ed era stato visto rientrare con un uomo. In breve, ci sono tutte le condizioni perché si tratti di un killer in serie. Le prede appartengono a un'unica categoria, per di più ad alto rischio: gli omosessuali. Tutti hanno contribuito alla propria rovina entrando in rapporto con i loro assassini. Tutti erano degli emarginati sessuali, frequentavano apertamente i luoghi dove si rimorchia, vivevano nella stessa zona, sono morti nello stesso modo. Tre erano anche sieropositivi. A un certo punto il presunto killer ha cercato il contatto con i media e la polizia. Dopo l'assassinio di Walker - ma prima che se ne scoprisse il cadavere - arrivarono ai giornali alcune telefonate: qualcuno si diceva «preoccupato» per i due cani di Walker, che potevano aver fame. Perry Bradley venne aggiunto a questo elenco perché la polizia aveva ricevuto un certo numero di chiamate dopo l'assassinio suo, il 4 giugno, e di Collier, il 9 giugno. Nelle telefonate si parlava di tre omicidi, mentre la morte di Dunns, la seconda vittima, era ancora considerata un fatto a sé. Secondo il gruppo di attivisti omosessuali Galop, la metà degli omicidi omosessuali resta irrisolta - percentuale che scende invece al 10 per cento se la vittima è eterosessuale. Le indagini non sono certo facilitate dall'impressione degli Keith Botsford CONTINUA A PAGINA 2 PRIMA COLONNA

Luoghi citati: America, Inghilterra