Bossi: «Secessione fiscale per difenderci»

8^ Si scatena la polemica ma Miglio esulta: «Lo sciopero delle tasse è la nostra arma assoluta» Bossi; «Secessione fiscale per difenderci» // «senatur» insiste, Gallo replica: l'Italia non ti seguirà MILANO. No, non è stata una mossa ad effetto. Il giorno dopo l'ennesimo proclama di Pontida Umberto Bossi prende carta e penna e butta giù cinque cartelle di comunicato per spiegare che la minaccia di uno sciopero fiscale è più concreta che mai. Domenica il leader della Lega ha promesso che i suoi incroceranno simbolicamente le tasche se il governo Ciampi non indirà nuove elezioni politiche subito dopo l'approvazione della Finanziaria. Ieri lo ha confermato: «Quello che abbiamo detto a Pontida è solo l'avvertimento onesto ed esplicito per confermare che il popolo italiano ha perduto da tempo la sua pazienza ed esige il rispetto dei patti». Quali patti? La Lega - dice Bossi - si è astenuta sul governo Ciampi in cambio dell'impegno alle sue dimissioni e alle elezioni per il prossimo autunno. Il governo ha così adesso uno «specifico debito» verso il popolo italiano «che non ammette speculazioni e scuse artefatte. L'impegno di Ciampi, la nascita e la sopravvivenza del suo governo, non si giustificano allegando ipotetiche cause di forza maggiore». Ma l'esecutivo, dice Bossi, «prigioniero dei massimi complici di Tangentopoli, continua a muoversi lungo il sentiero dei gattopardi. Il che significa che dopo la manovra scatterà un'ulteriore ondata di aggressioni fiscali, dopo gli scippi, i furti, le imboscate rese operanti con l'ultimo accordo sul costo del lavoro». «Ecco perché - continua Bossi chiedendo elezioni al più presto - è assolutamente necessario cambiare e cambiare al più presto tutto e alla base, ossia non oltre il prossimo autunno. Ecco perché la Lega considera una forma di improroga- bile autodifesa la secessione fiscale». Parla il leader ed esulta Gianfranco Miglio, ideologo e «falco» della Lega. L'obiezione fiscale è un suo chiodo fisso,, un vecchio cavallo di battaglia. Appena un paio di mesi fa ha dato alle stampe un libriccino intitolato «La disobbedienza civile» nel quale affianca al noto saggio di Henry David Thoreau un pro¬ prio scritto sulla necessità di evadere Tisi, l'imposta straordinaria sugli immobili, per protestare contro la tassazione delle case. «Lo sciopero fiscale - spiega adesso Miglio, assente a Pontida per i postumi di un'operazione a una verruca - è la nostra arma assoluta per raddrizzare le sorti del Paese. Più la finanza fallimentare accresce la pressione fiscale, più diventa decisivo lo sciopero fiscale». «Bossi ha preso in pieno questa mia tesi aggiunge il senatore -. Gli ho detto che a Pontida non sarei andato e ho aggiunto: Umberto affidati al tuo istinto. Credo molto nel suo istinto. E oggi guardate come tutti ci attaccano. Quando le minacce sono altamente credibili i minacciati vanno in escandescenze e noi uno sciopero fiscale lo stiamo proprio organizzando con i fiocchi». Ma le minacce della Lega, che pure hanno suscitato ieri parecchio clamore, non sembrano preoccupare più di tanto i diretti interessati. Il ministro delle Finanze Franco Gallo replica con poche battute. «Gli italiani - dice - devono a questo punto scegliere: o seguono l'allettante, ma pericoloso invito del senatore, correndo il rischio che, mancando le entrate tributarie, lo Stato si disintegri, o concedono la loro fiducia, una volta tanto, al programma del governo». La risposta? Per Gallo è scontata: gli italiani «preferiranno dare credito al programma del governo Ciampi». Anche perché un primo contentino sul fronte delle tasse sta per arrivare. L'anno prossimo, promette Gallo, la pressione fiscale scenderà di oltre un punto, in pratica circa 17 mila miliardi di tasse in meno da pagare, [r. e. s.] 8^ Il segretario della Lega Umberto Bossi Ha di nuovo lanciato il proclama della rivolta fiscale nel caso in cui non si vada presto a nuove elezioni politiche

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