«It's Virgin» ecco le mie star

16. ì DISCHI «It's Virgin» ecco le mie star ■"1 PPURE manca qualcoM J sa. E' un pensiero che non ti abbandona non appena concluso l'itinerario sonoro di «Zooropa» (Island, 1 Cd, Me, Lp) in compagnia dei paradossi e delle visioni assolutamente non rassicuranti degli U2. Un disco ricco di umori, perfetto affresco di suoni tecnologici, sintetizzati per raffigurare la nostra epoca confusa, ricca di drammi. E che cosa sono i nostri anni senza lo specchio della televisione? Per Bono e gli U2 è lei, questo buco della serratura catodico, la vera realtà, l'unico mezzo che abbiamo per comunicare e sfuggire all'alienazione. «Non ho limiti / non ho mappe / e non ho ragione di ritornare» canta Bono nella canzone che dà il titolo all'album. Questo per dire: non siamo più in grado, non vogliamo ormai rinunciare a questa forma di contatto con tutte le realtà. E difatti quello che davvero manca per apprezzare meglio, per capire soprattutto 'questo nuovo lavoro della band irlandese è il soggetto protagonista di tutto il disco, dell'attuale tournée, della nostra vita quotidiana: l'immagine televisiva. Purtroppo la forma disco offre un'antologia di soli suoni, mentre noi viviamo abbinando ogni suono ad un'immagine. «Vorsprung durch Technik>>, attraverso la tecnica c'è lo sviluppo, sono le prime parole di «Zooropa». Una tesi tutta da discutere, ma vivaddio è tornato un disco che si getta nella mischia e nel dibattito delle idee, che dimostra quanto la multimedialità sia una forma unica e inscindibile. «Zooropa» è un insieme di tedino, dance, rock. Si rassegnino i fans dei primi U2. Qui si va oltre «Achtung baby». Il loro rock ricco di atmosfere epiche, dai toni profetici è ormai sfociato in un impasto di elettronica. I riff di chitarra di The Edge restano ma inseriti in un suono più ricco e globale. E' senza dubbio un'evoluzione della band. Può appassionare o lasciare interdetti. Il disco risente chiaramente dell'intervento dei produttori: Flood, . maestro in studio; Brian Eno, obliquo, intellettuale stratega; The Edge, lo sperimentatore. Bono ha dato parola e voce alle note e ai suoni. Tra l'amore voyeuristico di «Babyface» e l'ironia aggressiva di «Some days are better than the others», vincono «Lemon», con il cantante che imita gridolini e teatralità di Mick Jagger, e la geniale e robotica «Numb», una sequela di divieti e proibizioni che ci annebbiano continuamente l'esistenza. Conclude Johnny Cash che canta, in un'inedita atmosfera elettronica, una ballata sul vagabondaggio. Non più nostalgicocountry ma esistenziale. «Zooropa» può essere ascoltato con noia. Colpa della vernice tedino, non facilmente digeribile da tutti. Per apprezza1 re le qualità del disco degli U2 I occorre fare i paragoni. La va- rietà dei toni e l'assenza di piatta ripetitività create dalla band irlandese affossano le migliori proposte tedino. Meglio usare due nuove, ottime antologie in cui sono raccolti i maggiori innovatori degli ultimi due decenni. Sul piano dell'originalità e della ricerca si prenda la raccolta che evidenzia la strada percorsa dalla casa discografica che più si è distinta per qualità e coraggio innovativo: «It's Virgin» (Virgin, 1 Cd). Si parte dal famoso «Tubular Bells» di Mike Oldfield e si prosegue per il rock progressivo dei Roxy Music con Brian Ferry (e qui qualche idea l'hanno presa a prestito gli U2 odierni), i Genesis, il punk dei Sex Pistols, la new wave degli Xtc e dei Japan, lo ska scoppiettante dei Madness, gli onirici Haeven 17, i tecnogregoriani Enigma, lo struggente rocker Roy Orbison (qui proprio con «She's a mistery to me», realizzata con Bono e The Edge). Nell'altra - «New Frontiers» (Wea, 1 Cd) - sono presenti personaggi non meno creativi come David Byrne, Philip Glass, Angelo Badalamenti e il suo tema di basso per «Twin Peaks», Donald Fagen, l'ultimo geniale e curioso Miles Davis, l'imprevedibile Laurie Anderson, Adrian Belew, la New America Orchestra con l'incubo di «Biade Runner». Alla fine dell'ascolto si tocca con mano quanto gli U2 abbiano assorbito da tante ricerche e spostato i propri confini nella musica pop contemporanea. Ultimo raffronto, rimanendo nell'area del pop epico da cui sono partiti Bono e compagni, si ascoltino i fratelli di spartito Waterboys, irlandesi del Nord, e il loro ultimo «Dream Harder» (Geffen, 1 Cd). Romantici, appassionati, ottimistici sogni di un mondo legato ancora al passato, al rimpianto. E' passato un decennio e Mike Scott, splendido interprete, resta ancora legato alla magia, ad un mondo popolato di atmosfere favolistiche. Gli U2 ora trasmettono in diretta, con le mille colorate righe di un telegiornale senza confini. Può non piacere, ma anche Paul Verlaine scriveva: «Musica, prima di tutto / e per questo preferisci il Dispari / più vago e più solubile nell'aria / senza nulla in sé che pesi o che posi» Alessandro Rosa >saj