«Sequestrata perché tacesse»
Ischia, oggi era attesa dal giudice che indaga sui segreti del commissariato dell'isola Ischia, oggi era attesa dal giudice che indaga sui segreti del commissariato dell'isola «Sequestrata perché tacesse» La poliziotta aggredita alla vigilia di una deposizione NAPOLI. L'appuntamento era per oggi: una convocazione del magistrato titolare dell'inchiesta sul commissariato di Ischia. Ma alla vigilia di una testimonianza forse decisiva, Monica Vulcano è stata rapita, narcotizzata e minacciata da un uomo che le ha intimato di stare buona. Una semplice coincidenza? La voce che la poliziotta era stata chiamata come teste nell'indagine partita oltre un anno fa sull'operato dei suoi colleghi circola con insistenza a poche ore da un'aggressione ancora avvolta nel mistero. Imbarazzo e riserbo regnano in questura, ma la cortina di silenzio imposta dagli investigatori comincia a sciogliersi con l'affiorare delle prime verità. Sull'attività del commissariato di polizia dell'Isola Verde, il sostituto procuratore Luigi Bobbio ha aperto un fascicolo nei mesi scorsi. «C'è un'inchiesta - ammettono ora i funzionari - e quel che è accaduto accelererà i tempi per la sua conclusione. Su Ischia cerano sospetti che ora diven¬ tano certezze». Conferme sibilline alle ipotesi già filtrate quando Monica Vulcano è stata trovata priva di sensi, legata e imbavagliata in una Panda rossa. La pista giusta per far luce su questa intimidazione porta dritto alla palazzina con le insegne della polizia di Stato, dove l'agente aggredita aveva lavorato sino al dicembre scorso, prima di chiedere il trasferimento. Una decisione che va riletta dopo quanto le è capitato. La poliziotta è ancora sotto osservazione nell'ospedale Rizzoli, dove l'hanno portata sabato mattina in stato comatoso. Le sue condizioni adesso sono buone, ma i medici aspettano l'esito degli esami per pronunciarsi sulla sostanza usata per narcotizzarla. Ha già fornito al capo della squadra mobile, Bruno Rinaldi, spedito in tutta fretta a Ischia dal questore Ciro Lomastro, la sua versione. E appena sarà in grado di parlare con i magistrati, dovrà ricostruire nei dettagli quanto avvenuto. Monica aveva deciso di rac¬ contare a giudici quel che sapeva su «coperture», insabbiamenti e strane operazioni compiute da chi le lavorava a fianco? C'è chi giura che l'agente fosse coinvolta nelle vicende finite nel mirino della magistratura e che avesse deciso di tirarsi fuori. E c'è chi parla di pentiti che avrebbero già collaborato con gli inquirenti per alzare il velo su fatti e misfatti cui non sarebbero estranei uomini in divisa. Di sicuro al commissariato di Ischia il clima è pesante. Tace il dirigente, Massimo Frisina, che ha raccolto da poco una pesante eredità. E chi, tra i poliziotti, si sente estraneo alle colpe che stanno venendo a galla, non nasconde la paura. A complicare il giallo c'è un colloquio avvenuto venerdì tra Monica Vulcano e il commissario di Ischia che l'aveva convocata, pare in via riservata e non nel suo ufficio. Qualcuno ha temuto che lei stesse per mettere tutti nei guai? L'aggressione per chiuderle la bocca potrebbe però avere il risultato opposto. Tornano in primo piano, infatti, episodi vecchi e recenti. Dal trasferimento di un dirigente troppo solerte nell'indagare sulle magagne degli amministratori locali a un fascicolo rimasto a dormire nelle stanze del commissariato. Una agente scoprì chi le aveva sparato addosso mentre era in servizio antidroga nei vicoli di Forcella, dove impera il clan Giuliano. Presentò la sua relazione negli uffici ischitani dov'era stata nel frattempo trasferita. Ma dovette spedire di nuovo la segnalazione alla squadra mobile perché fosse trasmessa alla magistratura. E a Ischia, dove le infiltrazioni della camorra non sono un mistero, c'è chi ricorda la storia di un ispettore, Nicola Ferraro, finito sotto inchiesta per essersi lasciato sfuggire sotto il naso l'allora latitante Ciro Giuliano, uno degli esponenti più in vista di una famiglia «di rispetto» che nell'isola è di casa. Mariella Cirillo
Luoghi citati: Ischia, Isola Verde, Napoli
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