Marongiu: protesta inutile di Raffaella Silipo
Marongiu: prolesta inutile 1 Marongiu: prolesta inutile 1 g p ; —1 ; " . «Mi vogliono sindaco, ma ora sbagliano» MIMMlMIIM1*WMWWWWM''MMWHMffi l e ? il professore anti-fisco B OSSI sbaglia. Gli scioperi fiscali non servono, non possono cambiare niente. Meglio far pressioni in Parlamento per costringere il fisco a cambiare, a ritirare le ingiustizie». Scuote la testa Giovanni Marongiu, 57 anni, professore di Scienze delle finanze. E' l'ultimo economista corteggiato dalla Lega, che lo vorrebbe sindaco di Genova, ma è anche il fondatore del «movimento di liberazione fiscale». Famosa, nel 1986, la marcia contro il fisco che organizzò a Torino con Antonio Martino e Sergio Ricossa. Professore, lei dice che Bossi sbaglia. Ma lei e il suo movimento non predicavate le stesse cose, sette anni fa? «Assolutamente no. Lo sciopero fiscale è illegale, noi non siamo mai usciti dalla legalità. Dicevamo: molte tasse sono ingiuste. Paghiamole, ma nello stesso tempo attiviamo tutti i mezzi che la legge e la Costituzione ci offrono per ottenere il I rimborso». Bossi, insomma, vi ha superati.. «Solo in apparenza. Invitare la gente a violare la legge è facile. Serve a farsi applaudire. Ma poi bisogna vedere quanti di quelli che battone le mani sono disposti a rischiare una condanna in nome di Bossi. Invece sommergiamo il fisco di ricorsi e domande di rimborsi. Facciamone dieci, cento, trecentomila. E poi vediamo se un'azione di questo genere non avrà anche un peso politico». Lei però, all'invito della Lega per le amministrative di Genova, ha risposto «ni». Non vuole candidarsi con i leghisti, ma accetterebbe il loro appoggio. Perché? «Perché condivido le critiche che la Lega ha fatto, con efficacia e tempestività, all'eccesso di statalismo, all'ipertrofia di un centralismo che prende molto e dà poco». Però l'etichetta di leghista non la vuole. «Io non sono un leghista. Non credo che il federalismo possa risolvere la jrave situazione sociale ed economica del Paese, il problema si pone jroprio per chi ha a cuore, come me, 'unità europea. Perché, innanzitut.o, il nazionalismo delle regioni rischia di superare quello delle Nazioni». Eppure molti suoi colleghi economisti (Vitale a Milano, Menisi a Novara, Jannaccone Pazzi a Pavia) non hanno esitato a salire sul Carroccio. ;«Sono scelte personali, che non voglio giudicare. Io rivendico la mia a autonomia intellettuale: da anni porto avanti la battaglia contro l'aberrazione di un Welfare State distorto e la dilatazione della spesa pubblica. Io, Ricossa, Martino, siamo stati fra i precursori. Forse siamo arrivati troppo presto. Allora la gente vedeva solo i vantaggi dell'assistenzialismo, è dopo che ha iniziato a sentirne il peso». Adesso è diverso? «Sì. Dopo il disastro di ministri come Formica e Goria, finalmente ho visto un'apertura nuova nelle parole di Franco Gallo: il desiderio di cambiare il rapporto fra Stato e cittadino. Non più suddito-padrone, ma due soggetti che si incontrano sul terreno fiscale: il fisco è una funzione, non un potere». Ma il merito del cambiamento di chi è? Degli economisti? Del cittadino? Della Lega? «Paradossalmente, proprio dello Stato. Ha esagerato con le vessazioni e i cittadini si sono ribellati». Raffaella Silipo Giovanni Marongiu economista genovese e fondatore del Movimento di liberazione fiscale
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