Interrogato per 3 ore il senatore pri Giunta

Su un'ipotesi di concorso in concussione Su un'ipotesi di concorso in concussione Interrogalo per 3 ore il senatore pri Giunta Si è difeso: «Tutti nel mio partito sapevano di quelle mazzette» Il senatore Roberto Giunta è uscito con passo deciso dal portone della Procura, ieri, all'ora di pranzo: il pm Corsi lo aveva appena interrogato per tre ore sull'ipotesi di concorso in concussione con Fimiani e Russo, vertici dello Iacp, nei confronti di un'impresa milanese. La magistratura aveva ottenuto nelle scorse settimane l'autorizzazione a procedere contro il parlamentare del pri. Ieri non si è invece parlato della seconda accusa a Giunta: la tangente di 240 milioni su un appalto Aem che l'ex vicepresidente dell'ente, Gino Carli, a lui politicamente legato, dice di avergli consegnato. La posizione di Giunta non è stata ancora esaminata dal Senato. «Nel pri tutti sapevano che Russo prendeva tangenti», avrebbe detto il senatore al pubblico ministero, coinvolgendo così quei colleghi di partito che negli scorsi mesi erano sfilati nell'ufficio di Corsi, in via Tasso, a dire di non esserne mai stati informati. Sarebbe stato il segretario regionale Aldo Gandolfi, il dirigente che promosse l'allontanamento di Russo dal partito, l'ultimo ad esserne venuto a conoscenza. La prima conseguenza: più di un dirigente locale dell'Edera sarà risentito dal dottor Corsi nei prossimi giorni. E qualcuno potrebbe essere invitato a precisare meglio le proprie dichiarazioni di allora. Del colloquio di ieri non è trapelato nient'altro, se non gli argomenti: i rapporti di Giunta con la «Brenta», società milanese di costruzioni che si aggiudicò appalti Iacp per 10 miliardi, oggi parte civile nel procedimento, e che allora il parlamentare avrebbe messo in contatto con il vicepresidente dell'ente. Quel Domenico «Mimi» Russo, che lo ha accusato. Giunta si chiama fuori, accreditandosi come il moralizzatore anti-Russo. «Sono stato io a cacciarlo» ha detto ieri ai cronisti. Su questo punto è Gandolfi a smentirlo: «Nel 1991, allorché mi occupai per la prima volta delle insistenti voci su Russo, sia Giunta sia Ferrara mi accennarono alcuni dubbi sulla persona, ma dissero anche che non era niente di grave». Dopo un po', i due maggiorenti del partito a Torino decisero di spostare Russo dal vertice Iacp torinese al Consorzio regionale fra gli istitu- ti autonomi case popolari, dove avrebbe avuto un ruolo assai meno gestionale. A maggio '92, dopo le elezioni politiche, l'esecutivo regionale del pri incaricò ufficialmente il segretario Gandolfi di esaminare la posizione di Russo. «In quell'occasione feci accertamenti diretti - ricorda il dirigente - e ricavai la sensazione di una certa ambiguità di rapporti fra Giunta e Russo. Chiesi al senatore di organizzare un confronto a tre. Mi rispose che non era opportuno. In quel periodo Russo faceva ancora parte dell'esecutivo cittadino: il problema si poneva con urgenza e Giunta ne convenne, ma prese tempo». Gandolfi si rivolse al segretario cittadino Mauro Marino che provvide a recuperare la tessera di Russo, ferma in sezione. E la distrusse. Una storia di partito che il pm vuole chiarire sino in fondo. Alberto Gaino Si indaga su appalto da dieci miliardi dello Iacp a impresa milanese villi Il senatore pri Roberto Giunta è stato interrogato dal pm Corsi

Luoghi citati: Ferrara, Torino