Costo del lavoro tre no e un sì

Confagli, Coldiretti e Cia al ministro Giugni: trascurato il nostro settore Confagli, Coldiretti e Cia al ministro Giugni: trascurato il nostro settore Costo del lavoro, tre no e un sì / sindacati agricoli contestano l'accordo ROMA. Agricoltura solita cenerentola: l'accordo sul costo del lavoro l'ha trascurata, sostiene la maggior parte delle organizzazioni professionali. Coldiretti, Confagricoltura e Cia (Confederazione italiana agricoltori) non hanno firmato l'accordo e hanno chiesto e ottenuto un incontro con il ministro del Lavoro, Gino Giugni. Fuori dal coro, il Copagri che ha comunicato al presidente del Consiglio e al ministro del Lavoro la disponibilità a sottoscrivere l'accordo sul costo del lavoro. Se non si firma l'accordo, secondo il presidente dei Copagri, Sante Ricci, c'è il rischio di un «isolamento del settore con la conseguenza dell'irreversibilità della crisi». Perché protestano le altre tre maggiori organizzazioni di settore? Perché - sostengono - il governo non ha riconosciuto al mondo agricolo alcuni istituti legati alla flessibilità del mercato del lavoro, concessi invece ad altre categorie economiche. La Confagricoltura, in una nota, spiega che gli imprenditori agricoli hanno fatto riferimento, nell'incontro con Giugni, alle assunzioni nominative, al lavoro interinale, al parttime, all'apprendistato, tutti strumenti che il mondo agricolo reclama da tempo e che, sostiene la Confagricoltura, «continuano ad essere negati». Inoltre c'è il sistema degli sgravi contributivi che, a parere degli imprenditori agricoli, «rischia di discriminare ancora una volta il settore agricolo dove invece è in vigore la contrattazione provinciale». Insomma, siamo alle solite: per il governo il mondo produttivo è rappresentato solo ed esclusivamente dall'industria. «E' inconcepibile - sostiene il vicepresidente della Confagricoltura, Augusto Calzolari, responsabile per i problemi sindacali - che all'agricoltura, dove vige una legislazione del lavoro obsoleta, superata dai tempi (e lo ha riconosciuto lo stesso ministro Giugni), dove esistono condizioni operative estremamente vincolanti e dove c'è un bisogno di flessibilità maggiore che in altri settori, sia negato quello che gli altri hanno già da tempo ottenuto». «L'agricoltura - afferma Calzolari - si confronta con un mercato che ormai ha dimensioni europee, dove certi istituti in materia di collocamento esistono da anni, incidendo in maniera consistente sui costi di produzione». Da parte sua, la Cia ha condannato «l'atteggiamento negativo dei sindacati e del governo sulla politica dei redditi». «La richiesta della chiamata nominativa anche per l'agricoltura affermano all'organizzazione guidata da Avolio - prima è stata accolta e poi, all'ultimo momento, cancellata dalla bozza d'intesa. Le tre organizzazioni agricole hanno giustamente deciso di non firmare subito l'accordo, ma di farlo, eventualmente, dopo aver conosciuto le intenzioni del governo, che si è impegnato a definire subito la soluzione in un documento specifico». Quali sono allora le intenzioni del governo? Alla fine dell'in- contro con le organizzazioni agricole, il ministro del Lavoro, Giugni, non si è discostato dalla prassi - ormai sperimentata da oltre quarant'anni - di rimandare tutti i problemi ad un ennesimo, nuovo incontro con le organizzazioni. Il ministro intende approfondire ancora le varie questioni. In ogni caso le organizzazioni agricole apprezzano lo sforzo e si riservano di valutare le eventuali soluzioni che sperano vengano loro prospettate nelle prossime settimane. Enzo Bacata ni Il Copagri va controcorrente e si dichiara disponibile a firmare Giuseppe Avolio, presidente della Confederazione italiana agricoltori, una delle organizzazioni che non ha firmato l'accordo sul costo del lavoro

Persone citate: Augusto Calzolari, Avolio, Calzolari, Gino Giugni, Giugni, Giuseppe Avolio, Sante Ricci

Luoghi citati: Roma