Salari dalle fabbriche già arriva un mezzo sì di Enzo Bacarani

Miraflori, sul voto scoppia la polemica Miraflori, sul voto scoppia la polemica Salari, dalle fabbriche già arriva un mezzo sì Nell'impianto Fiat un risicato ok e la Cisl accusa la minoranza Cgil TORINO. Un sì a mezza voce a Mirafiori. Cgil, Cisl e Uil hanno ufficializzato i risultati complessivi del voto sul costo del lavoro nei reparti carrozzeria, meccanica e presse. Complessivamente l'assenso all'intesa del 3 luglio è stato del 60,8%. Un dato che soddisfa a metà i sostenitori dell'intesa e che dà spazio alla minoranza della Cgil per sottolineare la percentuale di sì inferiore alle previsioni e la scarsa partecipazione al voto. Inoltre a meccanica hanno vinto, con esiguo margine, i no e sono polemiche. Al centro delle accuse, Fulvio Perini (Cgil, uno dei leader piemontesi della minoranza «Essere sindacato» e candidato alla segreteria della Camera del lavoro di Torino) che ha tenuto un'assemblea faziosa, secondo i sostenitori del sì. Dice Roberto Degioanni, responsabile FimCisl di Mirafiori: «Nell'assemblea condotta da Perini non è stato spiegato l'accordo. Ne è stata fatta invece una caricatura. C'era un clima privo di confronto e dialogo. Ho tentato di parlare, ma mi è stato impedito». La Firn chiede la ripetizione dell'assemblea. Dibattito acceso anche all'interno della Fiom-Cgil e l'intesa del 3 luglio non fa altro che portare alla luce una divisione, all'interno dell'organizzazione dei metalmeccanici piemontese, finora soffocata. Giorgio Cremaschi, della segreteria Fiom, afferma: «Mi sembra significativo che il risultato complessivo delle meccaniche bocci l'accordo. Tutti devono ora capire che il dissenso sull'accordo è più ampio di quello che si voleva pensare. Siamo di fronte a consistenti aree di contrarietà e bisognerà tenere con¬ Gino Giugni to che la partecipazione al voto finora è stata inferiore al 50%». Ugo Rigoni, responsabile settore auto della Fiom, non è d'accordo: «Se i dati dei votanti si paragonano a quelli delle precedenti consultazioni, si nota un aumento della partecipazione, anche se comunque non possiamo essere soddisfatti». I dati finali. Nei reparti carrozzeria 1778 sì (72%), 631 no (25,6%), 59 nulle (2,4%), votanti 2468; nei reparti meccanica 942 sì (46,7%), 1051 no (52%), 27 nulle, votanti 2020; nei reparti presse 844 sì (61,4%), 497 no (36,1%), 35 nulle (2,5%), 1376 votanti. Sì totali 3564 (60,8%), no totali 2179 (37,1%). Problemi anche a Brescia. Ernesto Catenelli, segretario generale aggiunto (area socialista) alla Camera del lavoro, ammette: «Il dissenso c'è ed è un problema che deve essere affrontato senza tappare la bocca a nessuno». Ma c'è una questione di una consultazione unitaria e, affer ma, «le assemblee separate complicano la faccenda». A Perugia, alla Nestlé-Perugina, hanno vinto i sì ma con un margine ristrettissimo (i contrari all'intesa hanno sfiorato il 50 per cento). Dal fronte del no, Rifondazione comunista annuncia un incontro domani nella sede romana del partito dedicato a un esame del problema «costo del lavoro». La federazione romana di Re respinge anche le accuse per quella che definisce «l'occupazione simbolica della Cisl». Critiche alle consultazioni da Cisnal, «Il voto? Una burletta», e da Cisal che punta invece il dito sull'evasione fiscale. Enzo Bacarani Gino Giugni

Persone citate: Ernesto Catenelli, Fulvio Perini, Gino Giugni, Giorgio Cremaschi, Perini, Roberto Degioanni, Salari, Ugo Rigoni

Luoghi citati: Brescia, Perugia, Torino