Maradona sarò me stesso in un film di Bruno Bernardi
Ma non abbandona lo stadio: voglio la convocazione per Usa '94 Ma non abbandona lo stadio: voglio la convocazione per Usa '94 Maradona: sarò me stesso in un film Diego a Baires annuncia: racconterò la mia verità UN ATTORE DEL PALLONE «Si, interpreterò me stesso». Diego Armando Maradona sarà il protagonista di un film sulla sua vita. Un film, per ora, in fase di studio. Al telefono, da Baires, conferma la notizia che aveva annunciato l'altra sera in tv dalla capitale argentina, dove sta riposando e meditando sul futuro, dopo il turbolento divorzio dal Siviglia: «Un filmverità, qualcuna anche scottante, non un semplice documentario sulle mie imprese calcistiche, anche se il pallone entrerà di diritto nella pellicola». Non potrebbe essere altrimenti. La vita di Maradona è più di una telenovela, è un romanzo a tinte forti. Dieguito è stato «il calcio». A Napoli, prima di precipitare nell'abisso degli stupefacenti, aveva fatto innamorare una città. E il culmine l'aveva raggiunto in Messico, al Mundial dell'86, trascinando l'Argentina al trionfo, con le sue inimitabili prodezze, i virtuosismi degni di Pelè. Nel febbraio scorso, prima di indossare nuovamente la maglia della Seleccion contro il Brasile, allo stadio Munumental del River Piate, era stato premiato da Julio Grondona, presidente dell'Afa, come il miglior calciatore argentino di tutti i tempi. Un riconoscimento che lo riempì d'orgoglio e riabilitò la sua immagine «sporcata» dalla triste vicenda della droga. C'erano tutti, quella sera, all'hotel Sheraton. Mancava solo il presidente Carlos Menem, al quale Maradona non aveva perdonato di averlo messo alla berlina dopo l'arresto per uso di co¬ caina. C'era perfino Joao Havelange,. presidente della Fifa, che Maradona accusò di essere il capo della «mano negra», quella che gli fece perdere, all'Olimpico di Roma, la finalissima con la Germania a Italia '90. A trentatré anni, ricco e logorato da tante battaglie, non sa se vale ancora la pena di continuare a fare sacrifici, giocando in una squadra senza ambizioni come l'Argentinos Juniors che l'ha richiesto, per disputare l'ultimo Mondiale di Usa '94: «Per ora mi dedico alla famiglia, a Claudia e alle mie figlie Dalmita e Gianinna. Qui è inverno, fa freddo. Ma non mancano gli spettacoli per fare divertire la mia famiglia. Il relax è la miglior medicina». Appena tornato in patria, dopo la non felice conclusione del campionato spagnolo, che aveva segnato il suo ritorno all'attività agonistica esaurita la squalifica per droga, aveva det- to di sentirsi ormai lontano da uno sport troppo professionalizzato e stressante. Ed aveva nuovamente sparato a zero sui dirigenti del calcio italiano: «Sono i peggiori del mondo, ti possono dare tutto ma ti possono anche "uccidere"». Recentemente, però, aveva confidato ad un amico napoletano di volersi preparare, allenandosi per conto suo e partecipando soltanto a partite amichevoli, per essere pronto alla chiamata in Nazionale del et Alfio «Coco» Basile, ma è un disegno a lungo termine, difficile da realizzare. Più facile, invece, che diventi attore. Galeotto fu l'incontro avvenuto qualche tempo fa a Madrid con Fito Paez, noto cantautore argentino che l'anno scorso aveva dedicato a Diego la canzone «Dai allegria al mio cuore», un hit nella musica moderna sudamericana. Paez è attualmente in tour¬ née in Cile e non ha fatto dichiarazioni ai giornalisti. Un suo portavoce ha rilasciato delle affermazioni al quotidiano bonearense «Pagina 12» che lasciano dei dubbi sulla realizzazione del film. E' certo che Paez e Diego hanno un altro progetto: entrambi intendono presentarsi a Cuba per aiutare il popolo dell'isola a combattere il blocco commerciale degli Stati Uniti che, ha detto Maradona davanti alle telecamere, sta «facendo morire i bambini». Paez è anche regista e il primo ciak dovrebbe essere dato tra non molto: «Un'idea che mi è subito piaciuta, e dovrebbe essere realizzata, ma non mancheranno i problemi». Del fuoriclasse che fu (e che non potrà più essere anche se dovesse decidere di continuare a giocare) si sa tutto. Poco o niente sui retroscena del suo arresto per uso di cocaina, un evento clamoroso. La faccia stravolta di Diego, un misto di allucinazione e stupore, venne sbattuta sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo. Lui si è sempre ritenuto un capro espiatorio per coprire problemi politici e sociali del Paese. E nel film intende raccontare tutto su chi l'ha dato «in pasto alle belve» e «la verità della storia che tutti nascondono». Forse farà dei nomi di gente che usa la droga e la vende anche. Sarà la sua vera storia, non quella che il pubblico conosce attraverso le cronache dei giornali. E in Argentina c'è già chi trema. Bruno Bernardi «Non si vedrà solo calcio ci sarà anche l'arresto per droga e gli scandali dell'Argentina» A sinistra Maradona il giorno delle nozze, qui sopra con la Coppa del Mondo e, in alto, con un gruppo di tifosi
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