Assedio della sete Sarajevo senz'acqua di Foto Ap

Pozzi bloccati per mancanza di gasolio Pozzi bloccati per mancanza di gasolio Assedio della sete Sarajevo senz'acqua // N. Y. Times: ultimatum ai musulmani «Accettate la spartizione o l'Onu si ritira» SARAJEVO. Si è fatta disperata la situazione a Sarajevo dove anche le ultime pompe meccaniche per l'estrazione dell'acqua hanno dovuto fermarsi per la mancanza di carburante, lasciando virtualmente senza riserve di acqua i 350 mila abitanti della capitale bosniaca. Le organizzazioni umanitarie pensano ora di far arrivare in qualche modo in città le pastiglie al cloro per purificare alla meglio l'acqua disponibile, mentre ogni tentativo di convincere i serbi a lasciar passare dall'aereoporto di Sarajevo rifornimenti di gasolio per i motori diesel delle pompe sono finora falliti. Sul fronte diplomatico, i mediatori internazionali per l'ex Jugoslavia, Lord Owen e Thorvard Stoltcnberg, avrebbero minacciato il ritiro dell'Onu per costringere i musulmani ad accettare il piano di divisione della Bosnia. Lo ha rivelato ieri il «New York Times», sebbene Owen, interpellato dal quotidiano Usa, abbia negato: «Non c'è stato alcun tentativo di ricattare la presidenza bosniaca». L'avvenire della Bosnia, intanto, si sta giocando in queste ore a Zagabria. Nella capitale croata, la presidenza collegiale bosniaca si è riunita con i mediatori della Cec e dell'Onu. Ma se fino a pochi giorni fa l'accordo sembrava vicino, ora tutto è di nuovo in alto mare. Tornando sulle sue posizioni, infatti, la presidenza ha respinto il progetto di confederazione su basi etniche e ha presentato un controprogetto di federazione che non ha praticamente alcuna probabilità di essere accolto. Il presidente Izetbegovic, che giovedì sera sembrava disposto ad accettare il piano serbocroato di confederazione, si è rimangiato tutto e la maggioranza della presidenza lo ha seguito. Adducendo «inderogabili impegni» che lo trattenevano a Sarajevo, Izetbegovic non è poi andato a Zagabria. Ma gli altri membri della presidenza hanno un mandato molto rigido: «Siamo qui per difendere il piano di una Bosnia che abbia una moneta unica e una cittadinanza unica», hanno reso noto. Secondo Izetbegovic, le entità della federazione bosniaca non dovrebbero essere tre e, soprattutto, «non dovrebbero essere basate su un criterio etnico». Si dovrebbe, insomma, tornare al piano Vance-Owen; ma questo è già stato respinto dai serbi di Bosnia due mesi fa. Buone notizie da Belgrado dove il dissidente Vuk Draskovic e la moglie Danica hanno trascorso ieri la loro prima notte di libertà nella clinica che già occupavano da qualche giorno, [e. st.] Due bambini di Sarajevo portano un secchio pieno di preziosa acqua [foto ap]

Persone citate: Izetbegovic, Lord Owen, Thorvard Stoltcnberg, Vuk Draskovic