«E adesso la ghigliottina?» di Gian Piero Moretti

Aragozzini polemico dopo il no alla richiesta di scarcerazione Aragozzini polemico dopo il no alla richiesta di scarcerazione «E adesso, la ghigliottina?» Interrogato il patron del Festival La difesa: evasore, non corruttore SANREMO. Adriano Aragozzini resta in carcere. L'accusa tangenti ad alcuni politici locali già raggiunti da informazioni di garanzia, per ottenere il Festival 1990 - non è caduta e alle 15,30 di sabato Aragozzini ha varcato nuovamente il portone della prigione. Ieri mattina il «patron» degli ultimi Festival di Sanremo ha risposto per due ore e mezzo alle domande del giudice per le indagini preliminari Eduardo Bracco ma evidentemente non ha convinto il magistrato. E, alla fine, è ritornato mestamente nel carcere genovese di Pontedecimo dov'è rinchiuso da giovedì scorso. L'organizzatore del festival ha ribadito di avere gonfiato la contabilità della sua società - la romana Oai - esclusivamente per ottenere del denaro in «nero». Evasore fiscale, ma non corruttore, è stata la linea difensiva. E i suoi legali, gli avvoca¬ ti Alfredo Biondi e Franco Moreno, hanno esibito la documentazione relativa alla domanda di condono fiscale. «Tutto sanato» hanno detto. Invano. Alle 13.50 di sabato, Aragozzini, livido dalla rabbia, è salito sul cellulare dei carabinieri senza neppure tentare di sottrarsi ai flash impietosi dei fotografi ed alle telecamere della «sua» Rai. Per ironia della sorte, durante il percorso verso l'autostrada, il furgone blu dei carabinieri, è transitato in via Matteotti, proprio di fronte a quel Teatro Ariston nel quale aveva raggiunto l'apice della sua carriera di organizzatore prima di precipitare nel vortice di Sanremopoli. Adriano Aragozzini era giunto a Palazzo di Giustizia, per essere interrogato dal giudice per le indagini preliminari alle 10,30. Per mezz'ora ha passeggiato nervosamente nell'anticamera in attesa di suoi difensori, giunti soltanto intorno alle 11. Nel breve tragitto che lo separava dal cellulare dei carabinieri all'ufficio del giudice, l'ex «re» di Sanremo, non ha perso l'occasione per recitare il suo copione: «Spero soltanto che il giudice non mi condanni alla ghigliottina, con sentenza immediata, da eseguirsi sul piazzale del Palafestival». Poi, dopo l'interrogatorio, ha rincarato la dose, restando in tema da rivoluzione francese: «La testa non me l'hanno ancora tagliata ma lo faranno presto...». Quando un giornalista gli ha riferito le parole di Teddy Reno che lo invitava a pentirsi e a confessare, è sbottato: «Ma cosa vuole che confessi! Quello che dovevo dire l'ho detto...». Polemico l'avvocato Biondi: «Ho depositato una richiesta di scarcerazione; se non verrà accolta ricorrerò al tribunale della libertà. E se non sarà sufficiente andrò oltre interessando del caso-Aragozzini anche gli organismi del diritto internazionale. Siamo di fronte ad una ingiustizia». Gian Piero Moretti Adriano Aragozzini mentre va dal giudice per essere interrogato

Persone citate: Adriano Aragozzini, Alfredo Biondi, Aragozzini, Eduardo Bracco, Franco Moreno, Teddy Reno

Luoghi citati: Sanremo