Penalizzati Pescara (3 punti) e Taranto (2) di Pie. Ser.

Samp-Milon per Raducioiu Inibito per tre anni il ds Marino, otto mesi a Galeone e sei ai giocatori Campione, Pagano e Righetti Penalizzati Pescara (3 punti) e Taranto (2) Perugia, condanna confermata; Gaucci spara a zero su Matarrese DUE SQUADRE ALL'BNFERNO MILANO EI ore di conclave per un verdetto sofferto. Tre anni a Marino («Roba da santa inquisizione») per aver compiuto atti diretti ad alterare il risultato di Taranto-Pescara (2-1) del 7 giugno 1992. Tre punti di penalizzazione al Pescara per responsabilità oggettiva, e due al Taranto per responsabilità presunta. Otto mesi a Galeone («Me lo aspettavo»), e sei a Campione, Fagano e Righetti, tutti per omessa denuncia e tutti in forza al Pescara all'epoca dei fatti. La sentenza (politica) della Disciplinare - Artico, presidente; Brignano, vice presidente; Montisieri, consigliere - ricalca alla lettera le richieste del procuratore federale Porceddu, brillante sostituto di Martellino. Non un anno di più, non un punto o un mese di meno. L'ultima parola, come sempre in tali casi, spetterà alla Caf. Quindici ore giovedì (l'arringa di Chiusano, difensore di Marino, si è conclusa oltre mezzanotte), e altre cinque ieri. Il più scosso, alla fine, è il presidente del Taranto, Carelli: «Una vergogna». Alla sua società, la pubblica accusa (Porceddu e Barbie¬ ASO PES ri) non rledica che un quarto d'ora scarso: un minutaggio risibile, d'accordo, ma «se gli elementi probatori forniti sono veri, allora l'illecito va ritenuto sussistente» (Barbieri). Per la giustizia ordinaria, tocca al pm dimostrare che l'imputato è colpevole. Per quella sportiva, è compito dell'imputato fornire l'onere della propria innocenza. In attesa delle motivazioni, non resta che attenerci ai (pochi) fatti. Questo il teorema di Porceddu: che Scibili a e Carelli si fossero accordati affinché il Pescara (già promosso) cedesse l'intera posta al Taranto, in lotta per la salvezza, si desume dal proposito scellerato attribuito a Marino, il gran bugiardo: non impegnatevi, tanto il primo posto non ci interessa, e poi un premio 10 riceverete comunque. Un premio, appunto: ma non quello di 100 milioni promesso da Scibilia e poi frettolosamente ritirato alla vigilia della partita. 11 rifiuto (molto sommario, in base agli atti) preserva i giocatori dall'accusa d'illecito. Alla difesa non riesce l'opera di demolizione della telefonata della maga a Galeone, alla base di tut¬ to, e neppure della «levigata» personalità del tecnico, capace con le confuse e «generose» ritrattazioni di giovedì - di dare a Porceddu la mano probabilmente decisiva. Sul più brutto, Marino viene poi abbandonato da Chiusano, la cui arringa notturna ha preceduto - e non chiosato - le richieste del pm. Il presidente della Juve aveva, ieri, un impegno inderogabile a Roma. Ma allora perché accettare il patrocinio? Il suo vice (Chiapperò) e il difensore del Pescara, Silvestri (signorie vostre, un lessico da museo), irritano Artico. Decisivi i verbali raccolti dal sostituto procuratore Di Paolo. Respinta la tesi del complotto ordito da Galeone. Il quale Galeone, ieri, è stato, forse, l'avvocato più accorato: «Dite che sono onesto e poi mi date otto mesi». Paga, lui che aveva capito tutto subito, per non essere andato fino in fondo. Definendolo «un generoso» e «un fessacchiotto in un mondo di lupi», Porceddu gli ha reso l'onore delle armi. Ma più in là non poteva spingersi. Anche perché «un padre è sempre più responsabile dei figli». Roberto Beccantini ROMA ,DDIO alla serie B. La Caf conferma la condanna. Il Perugia resta inCle per Gaucci tre anni di squalifica. Ma la telenovela continua e il 21 sarà l'Acireale (altra candidata alla promozione tra i cadetti) a presentarsi, a Coverciano, davanti ai giudici dalla Disciplinare. In ballo la partita con l'Ischia, come da denuncia del presidente Basentini. Se l'Acireale farà la fine del Perugia, sotto con il Giarre, ma anch'essa è inquisita. Ma Gaucci come ha reagito? Male. «E' la sentenza che mi aspettavo. Ha deciso Matarrese, sentenza politica, come è avvenuto a Firenze. Matarrese non ha fatto che danni, spero vada via presto. E' uno che non ha mai vinto, che sa solo far perdere la federazione e i suoi affiliati. Sono molti i presidenti che vogliono le sue dimissioni. Chiedo scusa al Perugia, condannato, ingiustamente, per una mia leggerezza. E come i tifosi non hanno abbandonato la società, anche io resto al mio posto. Una cosa è certa, le mie sparate hanno condizionato in bene i giudici sia a Firenze che a Roma. In alto ci CASO PERUGIA avrebbero voluto in C2». Eppure la musica era ben diversa prima, durante e subito dopo le arringhe. Il procuratore federale Martellino sembrava intento più a respingere gli attacchi di Casarano e Siracusa (le due società puntavano a una riammissione in CI ritenendosi danneggiate dall'illecito commesso dal Perugia) che ad accusare il Perugia. Per Martellino campionato regolare, quello di Gaucci im tentativo di illecito: la difesa umbra forzava la mano, «solo colposo, non colpevole il comportamento del presidente». Alle 17,40 i giudici si ritirano in camera di consiglio, Gaucci e il suo avvocato Carlo Longo sfoderano grandi sorrisi. Longo sembra davvero sicuro di avercela fatta: «Ottimista? No, io credo nella forza degli argomenti. Non c'è prova del tentativo di illecito, spero molto nella Caf». Già Borsellino deduce la colpevolezza di Gaucci, ma le sue deduzioni evidentemente sono sufficienti per i giudici. «Perché Gaucci è andato all'appuntamento? Non per il cavallo, era già pagato. E allora? E' vero, non si è parlato di calcio, ma non ce ne era bisogno». Longo controbatte che il silenzio non può essere considerato atto diretto per il tentativo di illecito, che Gaucci ha fatto una sciocchezza e va condannato, ma la pena deve essere proporzionata, più mite di quella della Disciplinare. Più di due ore di attesa, poi il verdetto e Gaucci affonda con il Perugia. Ma chi esce peggio da questo processo è senza dubbio l'arbitro Senzacqua, che sarà giudicato dall'Aia. Il procuratore federale paragona le sue pressio ni alla concussione, la defmizio ne più gentile è «gentiluomo di campagna». [pie. ser.]