La rivincita della Folgore
Rioccupato il posto di blocco della strage tra le acclamazioni della folla Rioccupato il posto di blocco della strage tra le acclamazioni della folla la rivincita della Folgore Ma in un'altra zona i cecchini colpiscono un carabiniere Cannonate sul quartier generale Onu, feriti 4 norvegesi MOGADISCIO DAL NOSTRO INVIATO Due ore al cardiopalma e poi il trionfo. E che trionfo. I soldati della «Folgore» che esattamente una settimana fa avevano dovuto ritirarsi dall'incrocio di «Pasta» sotto l'incalzare della tempesta di fuoco scatenata dai guerriglieri di Aidid sono tornati in possesso del posto di blocco lungo l'ex via imperiale. L'incubo che aleggiava su Mogadiscio dal 2 luglio, giorno della morte assurda di tre nostri militari, si è dissolto. Hanno dunque vinto tutti. A cominciare dalla linea del dialogo cocciutamente inseguita dal comando di Italfor che ha visto premiato il suo atteggiamento distensivo, oggetto di feroci critiche da parte degli strateghi di Unosom. Hanno vinto i somali moderati della fazione di Ali Mahdi costretti a digerire l'amaro boccone dell'ennesimo patto di non belligeranza con i rivali del generale Aidid. Ed hanno vinto, qualcuno dirà purtroppo, i seguaci del signore della guerra, ricercato dalla giustizia mondiale, per aver saputo tenere a bada gli oltranzisti del movimento che fino all'ultimo avevano tentato di sabotare l'accordo. L'operazione «Rivincita» - il generale Bruno Loi l'aveva voluta chiamare così «per vendirare i tre caduti Baccaro, Paolicchi e Millevoi» - era iniziata nel primo pomeriggio sotto i migliori auspici. Alle 14, gli emissari italiani maggiore Angelo Passafiume e capitano Michele Brandonisio inviano via radio, dalla residenza del mediatore Ibrahim Ligligato, il messaggio atteso con trepidazione nella sala comando. «I personaggi hanno firmato». Il maledetto «Pasta» verrà restituito ai paracadutisti in cambio di un'unica conces¬ sione, di rimandare ad oggi il rastrellamento del quartiere di Hiliwa alla ricerca della armi nascoste dai ribelli. Oltre 350 uomini si mettono in marcia sui mezzi blindati, però a 700 metri dal pastificio debbono fermarsi. La strada è ostruita da tre sbarramenti eretti a sorpresa uno dietro l'altro. Carcasse di automobili, filo spinato, copertoni subito dati alle fiamme attorno ai quali si agita la marea fluttuante della gente. La confusione è al culmine, volano i sassi scagliati da torme di ragazzini scalzi. Loi si mette al riparo ed ordina di arretrare perché l'avanzata darebbe implicitamente il segnale del massacro. In lontananza dense colonne di fumo nero si levano a spirale verso il cielo mentre i miliziani aumenta¬ no le fiamme con quel che trovano, pezzi di legno, carbone, benzina. Infine il miracolo. Con la stessa velocità con la quale li avevano attizzati, gli uomini spengono i falò ed il varco umano si apre nel mezzo. Qualcuno fa segno con la mano, ci invita a raggiungerli. Passiamo trepidanti tra due ali di uomini, donne e bambini che alcuni istanti prima facevano a gara nel tirarci le pietre. Si avvicinano, assaltano in massa il nostro gippone ma è un abbraccio di pace. «Amico, amico, viva l'Italia». Grappoli umani si inerpicano sulle corazze grigioverde degli M-60, salgono sulle fiancate dei blindati e sulle campagnole che si piegano sotto il peso dei somali. Con la protezione di questo scudo di festa i nostri arrivano final¬ mente a «Pasta» in un tripudio incredibile. Il generale è raggiante, stringe felice decine di mani. «Sono molto soddisfatto ma confesso che ero molto preoccupato dalla piega degli avvenimenti. Abbiamo ottenuto la vittoria del buon senso e della ragione sulla forza bruta». Ma a pochi chilometri di distanza, vicino al tribunale, i franchi tiratori si sono rifatti vivi in serata ferendo al braccio il carabiniere della «Tuscania» Marco Menicucci, palermitano, 25 anni. Nella tarda serata di ieri anche quattro caschi blu norvegesi sono rimasti vittima di due proiettili di mortaio sparati contro il quartier generale delle truppe Onu. Piero de Garza rolli Gli Italiani riprendono possesso del check-point «Pasta» Qualcuno contesta Foto piccola: il generale Loi
Luoghi citati: Italia, Mogadiscio, Tuscania
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