Ingegneri alla guida dei treni di Raffaello Masci
Gli editori: decisione grave e ingiusta Contro lo sciopero niente precettatone, il ministro usa il Genio Civile Ingegneri allo guida dei treni E Costa sostituisce i macchinisti ROMA. Colletti bianchi alla guida dei treni. Eccola la novità dell'estate proposta dal ministro dei Trasporti Raffaele Costa. Ingegneri e funzionari delle Ferrovie dello Stato, infatti, subentreranno da stasera alle 21 fino alla stessa ora di domani ai macchinisti in sciopero. Non più quindi la tradizionale precettazione per «garantire i servizi pubblici essenziali», ma semplicemente la «sostituzione», secondo la nouvelle vague voluta dal ministro dei Trasporti. Da un punto di vista formale la scelta del ministro è - stando al suo giudizio - ineccepibile, e non entra in conflitto diretto con i sindacati. Sul piano sostanziale, invece, il Coordinamento dei macchinisti (Comu) deve incassare una stoccata non da poco. Secondo gli scioperanti, dei 650 treni a medio e lungo percorso si sarebbero dovuti salvare solo i 66 considerati indispensabili dalla Commissione per l'autoregolamentazione delle agitazioni. Chi si metterà in viaggio tra oggi e domani potrà invece contare - stando alle assicurazioni di Costa - su ben 300 treni, tra cui tutti i 250 intercity. E' l'operazione «treno comunque», resa possibile grazie all'utilizzo dei militari del genio ferrovieri (circa un centinaio), di quaranta ingegneri delle Fs e di uno stock di fun- zionari, ovviamente tutti abilitati alla conduzione di convogli- Praticamente siamo di fronte a un atto di guerra sindacale da parte del ministro?. «Niente affatto - replica Costa -, io ho un ottimo rapporto con il sindacato, ho pieno rispetto per il diritto di sciopero. Credo però che il cittadino non debba pagare il conto di una vertenza Complessa. Soprattutto è irragionevole intasare le strade di tutta Italia in una domenica estiva, con gli accresciuti rischi conseguenti». Dunque - secondo Costa - i macchinisti del Comu e della Fisast-Cisal farebbero bene a tornare sulla loro decisione «tanto più - argomenta - che il ministro dei Trasporti ha onorato tutti gli impegni presi e che constavano di tre punti: primo, c'era una questione aperta sui passaggi a livello che è stata affrontata da un apposito comitato; secondo, si trattava di riaprire le relazioni industriali tra coordinamento e Ferrovie ed è stato fatto con l'accordo dell'8 giugno; terzo, è stata raggiunta una intesa con la commissione di garanzia per il diritto di sciopero in ferrovia». In definitiva è l'assunto del ministro - ciò che hanno chiesto l'hanno ottenuto. «Non mi hanno chiesto soldi - ha riferito - perché non glieli avrei potuti dare. Quello che mi dispiace è che questa categoria, privilegiata anche sotto il profilo economico, tenga in così poco conto gli interessi della collettività». Secondo il sindacato invece, Costa ha con questa sua scelta disseppellito l'ascia di guerra. Tanto per cominciare il leader del Comu, Ezio Gallori, insinua sospetti sulla capacità di driver dei colletti bianchi: «L'uso degli ingegneri - afferma - non solo è illegittimo, ma rende perfino rischiosa la marcia dei treni» e poi stigmatizza la linea del ministro: «Non è questo il modo con cui le Fs possono sperare di risolvere i problemi sindacali. Noi siamo costretti a scioperare perché né il ministro, né l'azienda, né i sindacati hanno rispettato i loro impegni» e contesta proprio quelle vertenze sopra citate, e che Costa dà per risolte. Per tutta risposta, al ministero ostentano ima grande sicurezza: lo sciopero di oggi e domani sarà un bel fiasco per il Comu - lascia intendere un comunicato stampa -, già quello del 4 aprile scorso ha avuto una adesione di appena il 49%, e da allora, dice la nota, il trend di consenso sarebbe in discesa libera. Chi avrà ragione lo sapremo domani sera. Raffaello Masci Il ministro Raffaele Costa
Persone citate: Ezio Gallori, Ingegneri, Raffaele Costa
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