Manette al presidente Gepi di Carlo Bologna

Manette al presidente Gepi Manette al presidente Gepi «Tangenti all'ex potente de di Novara» ROMA. Adelmo Brustia, presidente della finanziaria pubblica di salvataggio Gepi, è stato arrestato ieri a Roma. Aveva fatto appena in tempo a concludere i lavori di un seminario, intorno alle 15, quando è stato invitato a presentarsi nella stazione dei carabinieri di via Sagno. Qui gli è stato notificato l'ordine di custodia cautelare firmato dal procuratore della Repubblica di Verbania, Antonio Simone, che conduce l'inchiesta sulle discariche del Novarese insieme al giudice per le indagini preliminari Massimo Terzi. Nato nel 1944, Brustia è laureato in chimica ed esperto in informatica. Nel luglio 1985 entra nel consiglio di amministrazione dell'Imi e vi rimane fino al 1989, anno in cui fa il suo ingresso nel consiglio di amministrazione della Società di gestioni e partecipazioni industriali, della quale è poi no¬ minato presidente il 30 ottobre dell'anno successivo come successore di Benedetto De Cesaris. L'accusa per cui è stato arrestato ieri non si riferirebbe però a questa carriera nella Gepi, ma al suo passato di politico. Si farebbe infatti riferimento ad atti contrari ai suoi doveri d'ufficio, quello di presidente della Provincia di Novara. Un incarico ricoperto dal '75 all'80 e dall'85 al'88, due legislature non complete. In quegli anni il presidente della Gepi è stato anche segretario provinciale della de e candidato alla Camera dei deputati, non eletto, nel collegio Torino-Novara-Vercelli. E sempre in quegli anni si poneva il problema delle discariche. Dove metterle? Lo stesso Brustia, che dopo un passato da scalfariano si era avvicinato alle posizioni di Gava e Lega, all'epoca aveva sostenuto la necessità di recuperare il tempo perso, individuando i siti più adatti ad ospitare i rifiuti tossico-nocivi. Su questa strada i magistrati hanno ravvisato qualcosa di scorretto. La discarica dei guai dovrebbe essere quella di Ghemme. Ma il riserbo è totale. L'operazione è ancora in corso. Proprio oggi gli investigatori attendono una svolta importante. Potrebbe costituirsi un ricercato «eccellente». «Non posso dire nulla, questione di un paio di giorni. Sono in corso alcuni riscontri importanti» commentava ieri il procuratore Antonio Simone che nei giorni scorsi ha ascoltato anche il sindaco di Verbania (già assessore all'ecologia in Provincia) e l'ex assessore di Novara Giacomo Fadda (ex presidente dell'impianto di smaltimento rifiuti del capoluogo). Ma la vicenda avrebbe preso le mosse dalle dichiara- zioni dell'ex senatore del psi Cornelio Masciadri (agli arresti domiciliari) coinvolto in una storia «parallela» di tangenti- è accusato di aver preso 50 milioni per facilitare la Delta Veicoli nel rapporto con la Gepi. Secondo quanto si apprende negli ambienti giudiziari, questa indagine sulle discariche riguarderebbe tangenti per alcune centinaia di milioni, in parte ricevute da Masciadri e in parte da Brustia che li avrebbe poi passati a Fadda. Questa mattina, dopo la notte nel carcere di Verbania, Brustia sarà interrogato alla presenza dei suoi avvocati Imperiali e Caldarera. Da casa Gepi (la società creata nel 1971 come strumento di intervento pubblico a sostegno dell'economia per la difesa dei livelli occupazionali, il recupero delle strutture produttive e il loro reinserimehto nel mercato) una prima reazione: «Confidiamo nella magistratura, esprimiamo la solidarietà alla persona coinvolta in questioni che non riguardano la società». Carlo Bologna Adelmo Brustia presidente della Gepi ed ex presidente della provincia di Novara