«C'è del marcio in quei bilanci»
«C'è del marcio in quei bilanci» Arriva alla Consob un «dossier» sulle irregolarità di Foro Buonaparte «C'è del marcio in quei bilanci» Dai revisori nuovi rilievi ai conti Montedison MILANO. La paura fa novanta, e domina i protagonisti del giallo finanziario di luglio: il crac del gruppo Ferruzzi-Montedison. E così, mentre i certificatoli della Price Waterhouse, la società di revisione di Montedison e Ferfin che è stata costretta a rimangiarsi la certificazione, corrono dal presidente della Consob, Enzo Berlanda, con nuovi dettagli inquietanti, Sergio Cragnotti chiede a Berlanda un appuntamento per spiegare le sue ragioni sulla vicenda Ja-Mont. E torna dal Brasile per essere lunedì in Consob. Sembra, insomma, che i 340 miliardi scoperti alla vigilia della assemblea Montedison, non siano destinati a esaurire gli ammanchi. O, quantomeno, altre poste di bilancio nasconderebbero più di una sorpresa. Ieri i revisori dei conti hanno infattipreannunciato al presidente della Consob la consegna di una voluminosa relazione sulle irregolarità pregresse che avrebbero riscontrato nei bilanci del gruppo. Oggi o al più tardi la prossima settimana dovrebbe arrivare il dossier, che la Consob esaminerà pronta ad assumere tutti i provvedimenti del caso: compreso l'eventuale invio del materiale alla Procura, qualora se ne riscontrassero gli estremi. Nessuno naturalmente conferma. Ieri Guido Rossi, nuovo presidente di Montedison e Ferfin, è tornato a lavorare in Foro Bonaparte. A Mediobanca, l'equipe di Vincenzo Maranghi prosegue il check dell'impero ravennate. A Palazzo di giustizia, si presume che il sostituto procuratore Francesco Greco stia valutando il da farsi anche alla luce delle sue imminenti ferie estive. Intanto, a Roma, il democristiano Giacomo Rosini chiede l'apertura di una commissione di indagine sulla vicenda. E, sempre a Roma, intercettato dopo la giunta di Confindustria, l'amministratore delegato di Eridania Beghin, Renato Picco, dice: «Non mi risul¬ ta che la società sia in vendita». Di ora in ora l'incertezza aumenta. C'è da esplorare il capitolo che riguarda le perdite sul mercato cerealicolo di Chicago, sul quale Berlanda si è soffermato nella sua audizione. E c'è la questione Ja-Mont. Cragnotti ha dato delle spiegazioni, ma intanto è saltato fuori un altro particolare: nella Rayne Holding, la partecipata del gruppo Cragnotti nella quale sarebbe transitato il pacchetto ex Montedison di JaMont, il gruppo Montedison possiede, direttamente e indirettamente, una quota rilevante. Ennesimo commistione non chiarissima. La sensazione sempre più netta è che la contabilità del gruppo Ferruzzi fosse quantomeno confusa. Per cui non è strano che, da ogni parte, sorgano le voci più impensate. Come quella che alza a 2.000 miliardi la hquidazione a Raul da parte della famiglia, di cui 500 dichiarati. [r. e. s.J
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