Manette a Sisinni re dei Beni Culturali di Enzo Laganà

E' accusato di truffa e corruzione: 28 miliardi per il restauro di un palazzo in rovina a Cosenza E' accusato di truffa e corruzione: 28 miliardi per il restauro di un palazzo in rovina a Cosenza Manette a Sisinni, re dei Beni Culturali Arrestato anche il figlio di Misasi COSENZA NOSTRO SERVIZIO In Calabria lo chiamano il «palazzo del principe»: per due secoli è stato residenza estiva dei principi Lanza di Scalea. In effetti era poco più di un rudere senza alcun pregio artistico, storico o architettonico, neppure citato dalle guide ai Beni Culturali della regione. Per aver destinato 28 miliardi alla ristrutturazione di quel palazzo, il direttore generale dei Beni Culturali Francesco Sisinni è stato arrestato ieri a Roma. Il «rudere», grazie ai cosiddetti Fio, i «fondi di investimento ordinari» destinati al recupero ed alla ristrutturazione di opere d'arte e monumenti storici, è diventato un «polo culturale» con anfiteatro e centro congressi. Insomma, un vero e proprio business. Sisinni è accusato di falso ideologico, truffa ai danni dello stato, abuso d'ufficio e corruzione. Nella serata di mercoledì era finito in carcere, per la stessa vicenda, anche l'architetto Maurizio Misasi, 35 anni, figlio di Riccardo, ministro e capo della segreteria de ai tempi di De Mita. L'idea di valorizzare più del dovuto quelle mura possenti ma senza pregi che si affacciano era venuta a Misasi junior, che per anni ha trascorso le vacanze nella villa di famiglia che si trova a pochi chilometri di distanza dal «palazzo del principe». Sisinni, secondo l'accusa, avrebbe illegittimamente agevolato l'iter della pratica di richiesta e concessione dei 28 miliardi di fondi Fio. Che le cose non fossero andasse come previsto dalle leggi lo intuirono un po' tutti a San Nicola Arcella, anche quei contadini che fino a poco tempo prima avevano usato il «palazzo del principe» come una grande. Sicché non fu difficile, già a metà del maggio scorso, fare scattare i primi provvedimenti restrittivi a carico del sovrintendente ai Beni Ambientali e Architettonici per la Calabria Aldo Ceccarelli, 59 anni, da sempre vicino all'onorevole Misasi (di nuovo arrestato mercoledì); dell'architetto Beatrice Zagarese, una marchesina di Rende, alla quale era sentimentalmente legato Maurizio Mi- sasi, che nei lavori di ristrutturazione del manufatto risultava la progettista, nonché del vicepresidente del Consorzio di Imprese cui era stata affidata l'esecuzione dell'opera, Dionisio Forte. Le irregolarità secondo gli inquirenti si sarebbero verificate già in sede di redazione della scheda occorrente per la quantificazione dell'intervento: non erano stati infatti specificati i vincoli di natura sismica, ambientale e civilistica. Inoltre alla redazione della scheda non provvide secondo la legge la Sovrintendenza, bensì uno studio professionale privato; e poi una volta ottenuto il finanziamento, una decina di milioni si sarebbero spesi soltanto per studi geologici e lavori di consolidamento del terreno. In una seconda fase i magistrati di Paola disposero vari altri arresti di funzionari del¬ lo Stato che avrebbero in vari modi favorito il cammino della pratica, ma il tribunale della libertà di Cosenza il 10 giugno scorso non ritenne gli elementi a carico degli imputati arrestati sufficienti per convalidare i provvedimenti del giudice per le indagini preliminari. Elementi che ora sarebbero però ben più consistenti se hanno portato all'arresto oltre che di Maurizio Misasi anche di Sisinni, che non avrebbe potuto non accorgersi secondo la magistratura delle irregolarità compiute dalle varie strutture ministeriali in merito alla pratica. Per il figlio dell'ex ministro c'è anche l'accusa di corruzione: avrebbe «convinto» il capo dell'ufficio tecnico erariale di Cosenza, Mario Squillo, ad aumentare il valore iniziale dell'immobile da 400 milioni a un milirado e 400 milioni in cambio del trasferimento da Reggio alla sua città di residenza della moglie dipendente di un ente pubblico. E da qui sarebbe partita l'intera operazione. Enzo Laganà 10 A