Festival delle tangenti in cella Aragozzini di Gian Piero Moretti

I giudici: centinaia di milioni a politici locali, in carcere anche due collaboratori del patron I giudici: centinaia di milioni a politici locali, in carcere anche due collaboratori del patron Festival delle tangenti, in cella Aragozzini «Mazzetteper avere l'edizione-record di Sanremo '90» SANREMO. Le manette, annunciate da tempo, sono scattate a notte fonda. Alle 3 gli agenti della Guardia di Finanza di Sanremo hanno bussato alla porta della lussuosa villa romana di Adriano Aragozzini, «patron» degli ultimi Festival della canzone italiana. «Ci deve seguire» si sono limitati a dire esibendo l'ordine di custodia cautelare, firmato la sera precedente dal giudice per le indagini preliminari di Sanremo, Eduardo Bracco. Dopo una breve sosta presso una caserma di Roma, Aragozzini è salito su un'Alfetta blu con i lampeggianti accesi. Destinazione Sanremo. In serata, all'Eur, si sarebbe alzato il sipario sul Canzoniere dell'estate, il secondo Festival radiotelevisivo delle vacanze: una manifestazione, ripresa in diretta da Raiuno, inventata da Aragozzini dopo i successi di «Sanremo». Quasi alla stessa ora altri agenti hanno buttato giù dal letto Marcello Bornaccini, commercialista e uomo di fiducia del «patron». Identica la trafila. Una borsa con un cambio d'abito e via su un'auto con la scritta «Guardia di Finanza» sulle fiancate, verso la terra del Festival. Per ultimo, alle 9, a Sanremo, è stato arrestato il maestro Sergio Nanni, ex musicista che al casinò ha bruciato le tappe diventando direttore artistico e responsabile dell'Ufficio manifestazioni, già coinvolto (e condannato), come Aragozzini, nell'inchiesta sul Fe- stivai 1989. Nanni è stato rintracciato per strada mentre andava al bar per fare colazione. Ha dovuto rinunciare al canonico cappuccino e brioche per una più prosaica colazione dietro alle sbarre nella fortezza di Santa Tecla. L'accusa, per i tre arrestati, è la stessa: corruzione in relazione al Festival dei 40 anni. Il più grande; un autentico kolossal, con 5 mila posti a sedere ricavati nell'enorme piazzale del nuovo mercato dei fiori della Valle Armea; ca¬ ratterizzato da una serie di novità: il recupero della formula dell'orchestra, delle esecuzioni dal vivo, dopo anni di play-back, e dell'abbinamento fra i «big» italiani in gara e gli stranieri. Secondo il marchese Antonio Germi, grande accusatore (ma poco creduto nel processo per «Sanremo '89»), Aragozzini avrebbe sborsato centinaia di milioni per assicurarsi anche il Festivalone 1990. Tangenti a politici locali. Ai primi di marzo, per lo scandalo che ha portato in prigione i tre «uomini-Festival», il sostituto procuratore Paola Calieri (pm nel processo conclusosi poi a maggio) aveva firmato nove informazioni di garanzia. Destinatari sette personaggi coinvolti nel valzer di tangenti del 1989, come appunto il patron Adriano Aragozzini, il maestro Sergio Nanni, il giornalista Roberto Basso, il marchese Antonio Germi, l'ex sindaco Leo Pippione, gli ex assessori Pino Fassola e Agostino Carnevale, e due «facce nuove»: Bornaccini e l'ex assessore al Turismo, Ninetto Sindoni. Per tutti un'unica accusa: corruzione. Destinazione Sanremo, per Aragozzini e Bornaccini. Ma le Al fette blu non si sono fermate nella città del Festival. Sono andate oltre. Probabilmente per depistare giornalisti, fotografi e operatori tv, il patron e il suo commercialista sono stati interrogati dalla dottoressa Calieri nella caserma della Guardia di Finanza di Ventimiglia. Identico il trattamento riservato, più tardi, al maestro Nanni. Gli interrogatori si sono protratti fino a sera. Nessuna dichiarazione dei giudici e degli avvocati. Il riserbo è assoluto. Oggi verranno sentiti dal gip Bracco. I difensori hanno già annunciato ricorsi al Tribunale della libertà, richieste di scarcerazione e di arresti domiciliari. Tutto il possibile per strappare al carcere il re dell'audience nazionale, queir Aragozzini che, con la finalissima del suo ultimo Festival di Sanremo, ha tenuto inchiodati davanti al video 16 milioni e 786 mila spettatori. Primo in assoluto fra gli spettacoli di intrattenimento, «top» dei primi sei mesi del 1993 e leader a squadre con tre piazzamenti nei primi cinque. Perché le manette, dopo più di quattro mesi dall'invio delle informazioni di garanzia? Pare che negli ordini di custodia cautelare in carcere, il gip Bracco abbia indicato tutte le ipotesi previste dalla nuova procedura penale: possibile fuga all'estero; inquinamento delle prove e rischio di reiterazione del reato. Nelle scorse settimane, subito dopo la conclusione del processo, la Procura aveva ripreso le indagini sul Festival del '90, interrogando numerosi collaboratori di Aragozzini, fra i quali lo stesso Bornaccini. Le loro dichiarazioni unite alle accuse del marchese Gerirli, all'esito di accertamenti bancari, alle intercettazioni telefoniche ed ai riscontri nell'ambito della contabilità della Dai di Adriano Aragozzini, avevano disegnato un quadro sufficientemente preciso del piano corruttivo attuato per l'aggiudicazione di «Sanremo '90». Fonti vicine al Palazzo di giustizia di Sanremo assicurano che l'indagine bis sulla gestione delle canzonette sanremesi ricalcherà la stessa strategia collaudata a Milano dal pool di «Mani pulite»: in carcere i corruttori per convincerli a rivelare i nomi dei corrotti. E a Sanremo, dopo la comparsa sul Televideo del dispaccio d'agenzia con la notizia dei 3 arresti, molti han cominciato a tremare. Ci saranno altri arresti? Per il momento è difficile dirlo. Il riserbo assoluto, le smentite da parte dei giudici alla notizia degli arresti, inducono a pensare che l'operazione Tangenti-due al Festival sia tutt'altro che conclusa. Gian Piero Moretti Ma ieri sera la Rai ha trasmesso una manifestazione organizzata da lui Adriano Aragozzini e, nella foto piccola, Rod Stewart che ebbe un litigio con il patron e tornò a Montecarlo senza poter cantare a Sanremo