Da meccanici a perfetti falsari delle Ferrari

Da meccanici a perfetti falsari delle Ferrari Modena, denunciate 8 persone. Ci sono voluti gli esperti del Cavallino per smascherare la truffa Da meccanici a perfetti falsari delle Ferrari Ex dipendenti diMaranello riproducevano modelli della Testarossa MODENA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Erano uno dei vanti di Maranello, i meccanici delle «rosse». Erano bravissimi a curare le Ferrari, così bravi da diventare insostituibili, dei veri e propri «chirurghi» cui affidare la propria auto d'epoca che lamentava qualche acciacco. Erano talmente bravi che hanno deciso di mettersi in proprio, e anziché limitarsi a ricostruire per i clienti bielle, pistoni e scocche, hanno pensato bene di costruirseli da cima a fondo, i bolidi rossi di Maranello. Nella loro officina. Non fosse stato per una «spiata» alla casa madre, probabilmente non sarebbero mai stati scoperti, tanto i falsi erano simili agli originali. E comunque c'è voluto l'intervento di «esperti» mandati dalla Ferrari per stabilire che la Testarossa del '54 o la Le Mans 250 erano fresche di officina e non preziosissime auto d'epoca. Come tutti i prodotti di successo, anche la Ferrari dunque deve fare i conti con la piaga delle falsificazioni. Anche se riprodurre un bolide degli Anni Cinquanta interamente fatto a mano non è proprio come copiare una borsetta di Louis Vuitton. Ma il segreto sta nell'artista: quelli che hanno costruito le rosse avevano le credenziali giuste: una lunga militanza in Ferrari, un'officina autorizzata dalla casa madre ad effettuare riparazioni ed assistenza «doc», persino i progetti originali di alcuni modelli che - guarda caso a Maranello non si trovano più. Per sgominare la banda dei «falsari di Ferrari d'epoca» c'è voluto l'intervento coordinato , della Squadra mobile di Modena e Cremona e della Criminalpol. Ma della vicenda si starebbe interessando anche l'Interpol, giacché le rosse fatte in casa avrebbero dovute essere vendute all'estero, forse sul mercato svizzero e americano. E qualcuna, probabilmente, c'è già finita. D'altronde gli esperti lo sostengono da tempo, che l'improvvisa impennata delle vendite di auto d'epoca nelle aste internazionali ha dato l'avvio ad un vero e proprio «mercato parallelo», fatto di auto pasticciate quando non veri e propri falsi. L'organizzazione scoperta dalla polizia aveva la base a Modena e a Cremona. Nell'officina di Egidio Brandoli, a quattro chilometri da Maranello, veniva curato l'assemblaggio e la verniciatura dei telai che Silvano Cantelli costruiva poco distante. Ex dipendenti della Ferrari Scaglietti, i due portavano il prodotto semifinito a Cremona, dove Fulvio Visioli, ex concessionario Ferrari e grosso conoscitore di auto d'epoca, provvedeva ad inserire il motore. In totale sono otto le persone denunciate a piede libero con l'accusa di contraffazione di prodotto con marchio industriale. Se però successive indagini dovessero dimostrare che la produzione di auto era diretta ai mercati stranieri, scatterebbe anche il reato di frode contro l'economia nazionale. «E' una storia che, partita dal lecito, è sfociata nell'illecito» hanno commentato ieri gli inquirenti, mostrando dieci esemplari di «Mille Miglia», «Daytona», «Dino 206», «Le Mans 250» sequestrati nelle due officine modenesi. Alcuni sono finiti, altri da verniciare. Ma giurano gli esperti - sono semplicemente perfetti. Pare che due dei denunciati, di nazionalità svizzera, abbiano implorato gli agenti di «non rovinare queste auto perché sono vere e proprie opere d'arte». Non hanno torto, visto che sono opera delle stesse persone che hanno costruito le originali. Quelle vere. Raffaella Quaquaro

Persone citate: Egidio Brandoli, Fulvio Visioli, Louis Vuitton, Raffaella Quaquaro, Scaglietti, Silvano Cantelli