«Fabbri non esagerare ricordati di Graziani»

«Fabbri non esagerare ricordati di Graziani» «Fabbri non esagerare ricordati di Graziani» I RISCHI IN AFRICA ATTENTI alla rabbia. E attenti alle vendette. E' così che si comincia. Dapprima con le minacce. Poi con le ritorsioni. Infine con le rappresaglie. Mogadiscio ci ha già riservato amarezze e lutti. Ma il peggio deve ancora venire, se imbocchiamo la strada sbagliata. Preoccupato che l'Italia possa rimanere invischiata in una sorta di avventura «neocoloniale», Lelio Lagorio, ex ministro della Difesa e attuale capogruppo del psi al Parlamento europeo, ha inviato, attraverso l'«Avanti!», una lettera aperta all'attuale ministro della Difesa. «Caro Fabbri - scrive Lagorio - attento a Graziami». E prosegue citando le «ordinanze tedesche nei territori occupati» e le «varie Indocine». Ma è possibile che i soldati italiani in Somalia finiscano per «sporcarsi le mani» in una guerra di repressione? Il parallelo tra Fabbri e Graziarli, a dire il vero, sembra un po' forte anche allo stesso Lagorio, che ammette di aver usato «una frase sproporzionata». Il maresciallo Graziani è in- fatti una delle figure più buie dell'epopea coloniale fascista. Con la Somalia non ebbe mai a che fare. Si distinse invece in Cirenaica e in Etiopia. Per la sua ferocia. In Libia arrivò nel '22, a conquista già avvenuta. Il suo compito fu quello di «ripulirla» dai ribelli. Vi impiegò dieci anni, con lo stato d'assedio, le deportazioni di massa, le impiccagioni propedeutiche, e i campi di concentramento, dove trovarono la morte migliaia di persone. In Etiopia, invece, decimò dapprima gli intellettuali e i sacerdoti «sospetti», spedendoli davanti ai plotoni di esecuzione. Fece fucilare, tra gli altri, anche l'abuna Petros, il Papa copto. Ma il peggio venne nel '37, dopo essere sfuggito a un attentato. la sua vendetta fu «esemplare» e lasciò sul terreno, secondo la valutazione di alcuni storici, circa 30 mila vittime. A suo modo fu un «precursore», se è vero, come affermano gli inglesi, che fu «il primo ad usare i gas asfissianti» per decimare la popolazione civile. Il paragone con Graziani, dunque, ha fatto sobbalzare Fabbri nel suo letto d'ospedale. Ieri il ministro ha diffuso una nota in cui ribadisce l'intento umanitario della missione italiana e, senza citarla, risponde alla lettera aperta di Lagorio. Faremo in modo - dice in sostanza Fabbri di evitare lo stillicidio degli scontri, che potrebbero essere interpretati come forme di rappresaglia. L'auspicio, invece, è che l'intero contingente Onu si impegni in un «rastrellamento su vasta scala», per disarmare una volta per tutte le fazioni dei signori della guerra. E' l'obiettivo dichiarato, fin dall'inizio, dall'Onu. Ma che è andato complicandosi via via che «Restore Hope» si è impantanata a Mogadiscio. Adesso, è dubbio che questa strategia basti ad acquietare le ansie di Lagorio. Silvano Costanzo «In guerra è fatale dopo i morti arriva la vendetta» L'ex ministro Lagorio: «Evitiamo gli eccessi del colonialismo fascista» Il ministro Fabbri A destra, Lelio Lagorio

Luoghi citati: Cirenaica, Etiopia, Italia, Libia, Mogadiscio, Somalia