Prima inchiesta nel 1943

Nel mirino anche alti burocrati e i manager pubblici e privati Primo inchiesta nel 1943 Poche confische per i gerarchi fascisti IL PALAZZO E i CORROTTI SROMA E l'inchiesta Mani Pulite abbia smantellato un regime, non è chiaro. La discussione è aperta. Di sicuro era un regime quello fascista, caduto il 25 luglio 1943. E subito, dopo nemmeno due settimane, si istituiva una speciale Commissione per l'accertamento e la devoluzione allo Stato dei patrimoni di non giustificata provenienza. Ovvero, come intesero tutti, gli arricchimenti dei gerarchi fascisti. Si partì con il pugno di ferro. Il fascismo era ancora lì sotto gli occhi di tutti, l'emozione fortissima. Alla gente, furibonda, si promise la confisca dei beni dei gerarchi. Ed ecco che si procedette, tramite prefetti e intendenti di finanza, contro chi, anche familiari o interposte persone, eredi e legatari, «avendo ricoperto cariche pubbliche o esercitato attività politica du- rante il periodo 1922-1943, abbia conseguito un rapido rilevante accrescimento del patrimonio». C'è anche una data precisa, per l'inizio dei lavori: il 9 agosto 1943, quando un regio decreto istituì la Commissione, composta da tre magistrati nominati con decreto reale. Non c'è una data di fine lavori, invece. Né una relazione. E non è un caso, perché la Commissione - che fu presieduta inizialmente dal se- natore comunista Berlinguer, padre di Enrico, e poi da Scoccimarro - si impantanò in una palude di confische e di restituzioni, dando il via a un interminabile contenzioso. Basta scorrere gli atti parlamentari dell'epoca, infatti, per rendersi conto delle difficoltà che incontrò la Commissione. Un elenco sterminato di decreti e controdecreti. Nel maggio 1945 si inaspriscono ancor di più le misure contro i gerarchi fascisti. Ma già nel settembre di quell'anno l'Alto Commissario perde la sua autonomia e diventa un organismo del ministero delle Finanze. Passa un altro anno e nel 1946 l'avocazione dei profitti di regime viene inquadrata nel sistema tributario. I resoconti parlamentari, come sempre, non lasciano trasparire emozioni. Ma si arguisce come i lavori già si fossero bloccati. Qualche gerarca si era visto confiscare il patrimonio di famiglia e ora combatteva la giovane democrazia a colpi di carta bollata. E durante i lavori della Costituente è tutto un fiorire di mozioni e interrogazioni. Nella prima legislatura la musica non cambia, anzi. Nel dicembre 1952, poi, si costituiscono due sezioni speciali per la risoluzione delle vertenze. E di grandi confische, alla fine, non ci fu traccia. [fra. gri.] II presidente della commissione d'inchiesta sui gerarchi fascisti Mauro Scoccimarro

Persone citate: Berlinguer, Mauro Scoccimarro, Scoccimarro