Vite di Broadway

tuttolìbri LA STAMPA lAtglio 1993 SULLA strada come Kerouac. Su una sola strada di città per trovare il cuore dell'universo. Nik Cohn, 47 anni, londinese, cresciuto nell'Irlanda del Nord, ora stregato dalla Grande Mela, ha setacciato la via più famosa di New York in un libro che uscirà la prossima settimana da Einaudi, Broadway (pp. 323, L. 25.000, tr. di Amedeo Poggi). Tra il romanzo e il reportage, tra la microstoria e l'«aria fritta» dei personaggi incrociati, è l'affresco di un mondo nel mondo, che macina destini da trecento anni, da quando un olandese comprò Manhattan per 24 dollari. Broadway era un sentiero di guerra degli indiani Algonquin: si trasformò nell'avanguardia di New York. La città finiva a Wall Street con una staccionata, la strada invece si spinse oltre, tra prati e boschi, alla conquista di nuovi spazi, seminando avamposti che sarebbero diventati nuovi quartieri. Ora si snoda per 21 miglia dalla Battery al Bronx. Nei pressi di Union Square, cambia bruscamente direzione, come un «ramo spezzato», perché nell'800 un oste, tal Brevoort, combatté contro gli urbanisti e fece deviare il corso della strada per non abbattere il suo melo preferito. Broadway è una strada di eroi, straccioni e gang che rubano e sparano senza sapere perché. Lì giocò a birilli il piccolo Washington, passarono ballerine con gambe lunghe come il desiderio e finanzieri che scommettevano sui destini del pianeta. Barnum, genio dei raggiri, trasformò la strada in un paradiso di piacere e follie: costruì un museo di gemelli siamesi, saltimbanchi, attrazioni. E da allora, dallo sbarco del ((principe dei ciarlatani», la «Grande Strada Bianca» promette fortuna senza garanzie, accende sogni che possono brillare per un attimo o per secoli. Broadway è un cantiere di avventure. I palazzi si trasfigurano, seguono il destino dei padroni, dalla polvere all'oro, e viceversa, nel giro di pochi anni. I cinema antichi diventano bar di strip tease, le biblioteche palestre di boxe, gli uffici di borsa templi del kung fu. Anche Narrativa nella versione di Ermanno Cavazzoni si divertono i santi in P Antonio Moresco Clandestinità Racconti Romanzo Rino Genovese Cuba, falso diario Abrahams Pais Il danese tranqu Ldee nuove Luce Irigaray Amo a te Quale amore oggi? ne e distruzione di unUno psicoanalista in ri Bollati Boring Lalla Romano n caso di coscienz l romanzo, grande la «sotterraneo», lucida iornamenti sul rapport o intelligente contradd ioso piccolo capolavo s Bohr, un fisico e il su1885-1962 Tilde Giani Gallin bambino e i suoi d nza scrittrice Paradiso mente oss o padri ittorio a ssessivo e figli ddio nalista tuttolìbri Attualità .3 Prossimamente i L Vate incline alla bravata, in vena di ironizzare anche sulla sua recente nobiltà: così, il principe di Montenevoso diventa, di volta in volta, principe di Monteontoso, di Monteritroso, di Montedoglioso e di Montemoroso «quando Gabriele non intende privarsi di un nuovo bibelot mentre le casse sono vuote...». Questo D'Annunzio insospettato salta fuori da brevi stralci del carteggio quasi totalmente inedito con Gian Carlo Maroni, l'architetto che ha dedicato un trentennio della sua vita (dal '22 al '52) alla «santa fabbrica» del Vittoriale e al quale, nel centenario della nascita, è dedicata, dall'11 luglio a Riva del Garda, una doppia mostra: al Museo Civico i plastici restaurati dell'ultima dimora-museo di «Ariel» con 60 foto straordinarie di Basilico; e, al Vittoriale, il «Vittoriale com'era», altre 100 immagini che tracciano il labirintico percorso verso il monumentale allestimento. I gustosi interventi dannunziani compaiono nel catalogo Electa, parterre de rais di studiosi tra i quali spicca, naturalmente, Anna Maria Andreoli che ha scritto, da par suo, anche una Guida al Vittoriale (pure Electa, in uscita Ù 15 luglio) deliziosamente ricca di notizie e di aneddoti, con tutte le signore del grande o demimonde italo-gardesano ritratte in esilaranti pose da tableaux vivants. E, the last but not the least, si attende ora la pubblicazione integrale delle lettere tra il Vate e l'architetto: uno scambio fitto (nonostante i due vivessero fianco a fianco, ma ciò è più che mai in atmosfera), di notevole importanza storica, e di massimo divertimento. «Mio Comandante - scrive per esempio Maroni - mi sorprende la sua incassatura...* e D'Annunzio approfitta sùbito dell'errore «per sfoggiare un'ironica sapienza orafa»: «Tu scrivi una parola: incassatura:

Luoghi citati: Irlanda Del Nord, Manhattan, New York, Riva Del Garda, Washington