LAGORIO: LA' C'E' IL CUORE

2.. 2.. ANCHE Hector Bianciotti, varcata la soglia dei sessantanni, si è lasciato tentare dal demone dell'autobiografia. Finora, sia nei romanzi in lingua spagnola che in quelli più recenti in lingua francese, era riuscito a esorcizzare i ricordi della giovinezza e a mimetizzarli in mezzo alle invenzioni. Adesso, in Ciò che la notte racconta al giorno (traduzione di Yasmina Melaouah), li affronta ad uno ad uno, a cominciare dai più remoti, dai più scottanti, dai più persistenti, n senso del bel titolo sta proprio lì: nel disegno di portare a livello di coscienza chiara ciò che era rimasto per tanto tempo relegato nel limbo della memoria, facendo leva sulle immagini che, senza apparente ragione, vi si sono impresse con qualche nettezza e su quelle che con maggiore ostinazione hanno animato le bizzarre risorgenze del passato. Per Bianciotti il discrimine che separa questi due versanti della coscienza è segnato dalla partenza (o fuga) dall'Argentina: con l'approdo ir Europa e l'inizio di una esperienza di esilio che in realtà aveva tutto il sapore di un ritorno alla terra degli avi, l'infanzia e la giovinezza sudamericane si sono trasformate in un antefatto favoloso e remoto, intaccato da un precoce oblio, filtrato dalla rimozione e privato di quel terreno di coltura dei ricordi che è la nostalgia. L'Ar¬ GINALagorio è sapientissima e sensibilissima frequentatrice del difficile genere del racconto, che svolge con grande varietà di modi, di toni, di argomenti, esercitali dovisi con la capacità molto rara di racchiudere nella dimensione breve che gli è propria la pienezza di una situazione, di un personaggio, di un problema di vita; e ne è prova la raccolta che si intitola 12 silenzio, in cui sono inseriti testi vecchi e nuovi, già editi in volume oppure ancora non pubblicati che in riviste 0 per particolari occasioni di intervento su questioni d'attualità. Si può dire subito che 1 racconti de II silenzio possono essere raggruppati in alcune sequenze che, tuttavia, non sono distinte all'interno del volume, ma sono rintracciabili nel riproporsi di tempo in tempo di luoghi, di situazioni, di nuclei narrativi, di pensieri e meditazioni, anche, ricorrenti come il controcanto profondo rispetto al sempre vigile e preciso ritmo della narrazione. Fondamentalmente, i momenti significativi del libro si raccolgono intomo al paese all'orlo delle Langhe, sullo sperone che domina la confluenza del Tanaro e della Stura, quel Cherasco a cui la Lagorio già ha dedicato tanta trepida e commossa attenzione narrativa, e intorno alla malattia, alla vecchiaia, al dolore. In più, c'è l'altro luogo dell'anima della scrittrice, la costa ligure di Varigotti, che, per esempio, fa da sfondo al secondo e bellissimo racconto del libro, Sul molo, che descrive con estrema delicatezza l'incontro di due ragazzi giovanissimi, entrambi già segnati dal dolore, che trovano nelle poche parole che si scambiano, nelle nuotate, nel gesto di Andrea che salva Michela travolta da un'ondata, quella segreta e viva tenerezza del cuore che dà subito un senso alla loro vacanza. Ugualmente ragazzi sono i protagonisti del racconto I villeggianti, che ha per sfondo Cherasco e che di nuovo, con una splendida sapienza delle anime quali si rivelano da un gesto, da un silenzio, da un turbamento del volto o della voce, rappresenta un gruppo di ragazzi una sera, al paese, durante l'estate, i loro trasalimenti del cuore, l'annun¬ Gina Ixtg Gina Ixtgor

Persone citate: Bianciotti, Gina Ixtg Gina Ixtgor, Hector Bianciotti, Lagorio, Yasmina

Luoghi citati: Argentina, Europa