Saldi dopo una stagione «da cani» di Maria Teresa Martinengo

Nei negozi di abbigliamento vendite in crisi con flessioni dal 10 al 30% Nei negozi di abbigliamento vendite in crisi con flessioni dal 10 al 30% Saldi dopo una stagione «da cani» Timori che la gente continui a non comprare Crisi per tutti, effetti dello smascheramento di tangentopoli per alcuni, concorrenza della grande distribuzione. I commercianti del settore abbigliamento hanno parecchi motivi per lamentarsi. E nei giorni che precedono i saldi - la grande abbuffata prende il via sabato 10 con sconti tra il 20 e il 70 per cento - tirano le somme della stagione. Una stagione che i più espliciti definiscono «da cani». Con una flessione, rispetto al '92, dal 10 al 30 per cento: molto più di quell'8 indicato a livello nazionale. «Il coro delle lamentele - dice Stefano Groppo, funzionario Ascom del settore abbigliamento - è esteso come non mai: la crisi accomuna centro e periferia in un clima tetro in cui, nei primi cinque mesi del '93, le chiusure hanno superato le aperture». E' questo il quadro poco confortante in cui s'iniziano le svendite superscontate: allegria fra i clienti, sorrisi a denti stretti tra i commercianti, la maggior parte dei quali considera i saldi nel cuore della stagione una politica che non paga. E al tempo stesso, un vortice al quale è impossibile sottrarsi. Al punto che da settimane affezionati e non ricevono telefonate e cartoncini d'invito ai pre-saldi, incominciati in sordina. Una «cortesia» per i fedelissimi diventata prassi dilagante tra sdegno e comprensione. «I saldi di quest'anno saranno come sempre. Non una particolare pacchia - osserva Bartolomeo Torta, presidente del sindacato Abbigliamento della'Ascom - anche perché molti commercianti avevano limitato gli acquisti. Ci saranno le solite occasioni ghiotte, ma soprattutto per i capi "difficili", poco sul classico che va sempre. Comunque, il timore è che la gente non compri nemmeno nelle svendite». Un indicatore sono le promozioni iniziate in giugno, nella maggior parte dei casi «fuorilegge». «Chi ha iniziato le offerte il mese scorso - dice Torta - non ha ottenuto grandi risultati. La crisi ha colpito in basso ma anche in alto. A Milano l'inchiesta Mani Pulite ha lasciato il segno: un tailleur da due milioni oggi ha ritrovato il suo valore e si fatica a venderlo. Torino ne ha risentito meno, ma nei negozi di un certo livello - come in certi ristoranti una fetta di clientela si è persa». Si tenta il recupero. E c'è chi, come «Best Oliver» di via Carlo Alberto ha inviato centinaia di depliant e una tessera che consente un piccolo omaggio al primo saldo, uno grande al sesto. Il titolare, Michele Leccese, è pessimista: «L'inverno sarà anche più duro». Da Venderne, l'elegante boutique di via Bogino, Carlo Piazza se la prende con il sistema. «Troppi aspettano le svendite. Sono giorni che viene gente a chiedere se abbiamo iniziato. Certo, c'è meno denaro, l'atmosfera è pesante. E anche chi potrebbe comprare a qualunque prezzo, perché dovrebbe accumulare molti abiti nuovi? Per sfoggiarli dove?». Dal centro alla periferia popolare. Giovanni Battista Ozella, titolare del negozio Stefanel di via Chiesa della Salute 29: «Qui gli effetti della cassa integrazione si sentono eccome. Anche l'abbigliamento giovane, casual, segna il passo, tutti si lamentano». In via Ivrea, accanto a corso Giulio Cesare ed all'ipermercato Auchan, i prezzi crollano addirittura in uno degli ultimi negozi superstiti dall'eccidio della grande distribuzione. «Svendo tutto con il 70-80 per cento di sconto - dice Loredana Marcon, titolare di Punto Ok - perché chiudo. Lo scorso anno, quando ho fatto gli ordini, credevo di farcela, invece la minimum tax mi ha infetto l'ultimo colpo». Maria Teresa Martinengo siili*; Nei negozi si preparano i capi da mettere in saldo tentando di recuperare la clientela persa durante i primi sei mesi di quest'anno: «La crisi ha colpito ad ogni livello»

Persone citate: Bartolomeo Torta, Best Oliver, Carlo Piazza, Giovanni Battista, Loredana Marcon, Michele Leccese, Stefano Groppo, Torta

Luoghi citati: Milano, Torino