«Terriccio d'oro» con le mazzette

Nell'udienza preliminare 4 riti abbreviati Nell'udienza preliminare 4 riti abbreviati «Terriccio d'oro» con le mazzette «Terriccio d'oro» per la costruzione dell'autostrada del Fréjus: 300 mila metri cubi pagati 1140 milioni, e una parte - 20 mila metri cubi - non sarebbero stati nemmeno consegnati. Nella vicenda rientrano tre episodi. La tangente di 150 milioni divisa, secondo l'accusa, fra Di Bella, direttore d'esercizio Sitaf, e Michele Paciolla, ex funzionario della società (altri 180 milioni sarebbero stati solo promessi). La mazzetta data sempre a Di Bella dall'autotrasportatore Scolamiero ( 15 milioni) e all'autista di Froio, Roberto Fazzolari (6 milioni). Infine i costi gonfiati dei trasporti della sabbia. Ieri, all'inizio dell'udienza preliminare, quattro imputati hanno chiesto il giudizio abbreviato. Sono: Rosario Di Bella, accusato di concussione, corruzione e truffa (aw. Zancan) e che risarcisce 90 milioni; Michele Paciolla, reati di corruzione e truffa (avvocati Chiapperò e Olivieri); Roberto Fazzolari, accusato di concussione in concorso con Di Bella (avv. Galasso). Lui risarcisce 25 milioni. Il quar¬ to imputato è Gianfranco Campo (avvocati Galasso e Mittone), direttore tecnico Sitaf, per cui il pm aveva chiesto il rinvio a giudizio per truffa. Ermanno Mauri, direttore tecnico della Caf spa, che aveva in appalto alcuni lotti dei lavori autostradali interessati, risponde del reato di truffa. E' difeso dall'avvocato Festa, che non ha chiesto per il suo assistito riti alternativi. Il gip Alberto Oggè dovrà decidere il 21 luglio se rinviarlo o no a giudizio insieme con Guido Scolamiero (aw. Gozzelino), accusato di corruzione, l'altro imputato che ha scelto la via del rito ordinario. Quello abbreviato per i quattro è invece stato fissato il 18 novembre. E' stata stralciata la posizione dei coniugi Cravero (aw. Forchino), che hanno chiesto il condono per l'evasione fiscale. Nel frattempo, il pm Marini ha chiesto il rinvio a giudizio dell'impiegata Sitaf Laura Negro e dei due tecnici elettronici Sergio MiIone e Claudio Cavallaro: sono stati accusati di avere piazzato I microspie in Sitaf.