Baggio: non è la Juve che voglio

Il leader bianconero dice tutta la sua delusione per la campagna acquisti I Primo turno (gara unica) il 22 agosto ,i l * Il leader bianconero dice tutta la sua delusione per la campagna acquisti Baggio: non è la Juve che voglio «Un fallimento non dovrà ricadere su di me» FORTE DEI MARMI DAL NOSTRO INVIATO Di qui a Talamone, l'approdo estivo del Trap, ci sono 150 km di costa, infinitamente meno della distanza che separa il Divin Codino dalle idee del suo allenatore. Le prime divergenze esplodono infatti a due settimane dal raduno della Juve. Un record. Tanto il Trap era stato entusiasta l'altro giorno, grintoso, ottimista sul futuro bianconero, tanto assaggiamo la rabbia sfiduciata di Baggio, in un mezzogiorno desolato e gonfio di pioggia, con le bandiere rosse issate sui pennoni dei bagni: pericolo. Sembra autunno anche nei pensieri del Codino. Soltanto quando gli riferiscono le battute di Pasquale Bruno ritrova la sferzante allegria: «Lui usa il cervello per parlare come usa il pallone tra i piedi». Punto e stop. Baggio è tornato lunedì dall'Argentina, dove ha cacciato e pescato. Credeva, sperava, che in questa sua assenza la Signora avesse cancellato qualche ruga. Invece le ritrova tutte al loro posto. «Mi aspettavo di più. Evidentemente ci sono cose più importanti cui la società deve stare attenta». La confessione del Gran Deluso inizia così, sull'eco dell'assemblea Fiat e dei messaggi dell'Avvocato, che gli raccontiamo. Baggio. E allora questa Juventus? «Allora, se non siamo bastati l'anno scorso per vincere lo scudetto non basteremo nemmeno quest'anno. Lo dico per non illudere la gente: se dopo quattro o cinque giornate saremo già stac cati, cosa le racconteremo?». Lei vede questo pericolo? «Io vedo che la Lazio, il Parma e le due milanesi stanno in prima fila. Poi ci siamo noi. Dopo». Eppure tutti pensano a un campionato in equilibrio. «All'inizio è sempre così, salvo ritrovarsi staccati di 11 punti dopo venti giornate. Io non ere do che il Milan ammazzerà il campionato, ma a contrastarlo ci sono le altre. Noi siamo una buona squadra, non i favoriti» Perché? «Perché Zola sarà importante per il Parma, Laudrup lo sarà per il Milan, Bergkamp per l'In ter, Boksic per la Lazio, se viene. Pure il Toro fa bene a puntare su Gullit, perché il suo unico prò blema è stato di giocare una par tita ogni tre, quando era abitua to a farne tre in una settimana» Insomma lei vede che tutti comprano e la Juve non ha preso Di Mauro come cai deggiava lei. No? «Già. Lo dico da anni». Lo vuol prendere la Lazio di Bendoni, che stava alla Ju ve. «Già, forse l'avevo detto a lui» Ma vi è così indispensabile un centrocampista? «Se la società non vede l'esigen za... Vuol dire che scaricheranno qualche colpa in più su di noi» Cosa significa? «Che non voglio che tutte le colpe si addossino su pochissime persone, tra cui il sottoscritto, se le cose non funzioneranno». Ma lei non sente di poter trascinare questa squadra còme ha fatto nei mesi decisivi dell'ultima stagione? «Vede il rischio? Che io finisca per diventare il parafulmine della Juve e non mi va. Loro hanno avuto il tempo per mettere a posto le cose che non sono state messe a posto l'anno scorso. Se non l'hanno fatto vuol dire che gli andava bene così». O piuttosto che non si può fare altrimenti per via del bilancio. Lei non è d'accor- do con la necessità dell'austerity? «La posso capire perché bisogna darsi una regolata sui costi dei giocatori. Del resto è la concorrenza esasperata degli ultimi anni che ha portato a questo». E' successo anche per lei, no? «No. Il mio caso era diverso: non volevo scatenare un'asta, soltanto attendere che finisse la stagione prima di annunciare che lasciavo Firenze». Torniamo alla Juve. Ha comprato Fortunato... «Mi sembra l'acquisto più convincente, speriamo che sia la vera sorpresa: in quella zona abbiamo avuto dei problemi». Trapattoni dice che lei e Moeller farete 50 gol. «Sì, in amichevole». Insomma con il Trap non ve l'intendete in nulla. E' così? «Non è vero. Ma si può anche essere in disaccordo su qualcosa. Nemmeno alla propria moglie si dà sempre ragione e l'ho contestato quando pensavo di fare il bene della squadra». E sulla sua posizione tattica, più avanti o più indietro? «Si è visto che non è questo a far cambiare i risultati. Se serve sto avanti, altrimenti sto Indietro. Non è il problema. Come non penso che dall'arrabbiatura del Trap a Brescia sia venuta la svolta positiva della stagione». Lei è deluso, altri sono scettici, Vialli vuole andarsene. Non è un bell'inizio di stagione, le pare? «Davvero Gianluca insiste? E' difficile ambientarsi se non fai i gol e la gente dice che non sei quello degli ultimi dieci anni Ora vorrà segnare di più e arrivare ai Mondiali. Sacchi ripete sempre di non averlo escluso». Il Trap dice che lei in America farà come Maradona con l'Argentina nell'86. Ci crede? «Dopo aver vinto finalmente qualcosa vorrei continuare a farlo. L'obiettivo è giocare benissimo il Mondiale. E con la Juve la speranza è di fare come l'anno scorso». Nulla di più. Marco Ansaldo 1L'unico successo ottenuto in carriera, legato alla Coppa Uefa vinta dalla Juventus contro il Boiussia Dortmund lo scorso maggio. 21 cartellini rossi di campionato, in maglia viola, nel 1988-89, è stato espulso da Fabbricatore (22a giornata) e da Felicani (30a giornata). 3Le società professionistiche nelle quali ha giocato. Dopo il Vicenza, dove è cresciuto, è passato alla Fiorentina (dal 1985) e poi alla Juventus (dal 1990). 7Le domeniche passate in testa alla classifica: con la Juventus, 2 volte nel 1990-91 e 5 nel 1991-92. 1 wf\ gol messi a segno in Nazionale (in 29 partite) che lo colI # locano al 10° posto, primo fra i contemporanei, della graduatoria assoluta alle spalle di Riva, Meazza, Piola, Altobelli, Balonceri, Graziani, Mazzola A., Rossi e Bettega. ■JTQI gol in maglia bianconera. Dopo il primo bersaglio, contro # jF il Napoli nella Supercoppa di Lega (1° settembre 1990), è andato a segno 53 volte in campionato, 10 in Coppa Italia, 9 in Coppa Coppe e 6 in Coppa Uefa. 1 fk Afìfl ' mil'om wsati dalla Juventus alla FiorentiI V«wHll na pei li suu cartellino nell'estate del 1990. Baggio non condivide l'ottimismo di Trapattoni (nel riquadro) sulla Juve