Modigliani segreto illumina Palazzo Grassi di Liliana Madeo
Modigliani segreto illumina Palazzo Grassi Da settembre a Venezia quattrocentotrenta disegni esposti per la prima volta al pubblico Modigliani segreto illumina Palazzo Grassi In mostra la leggendaria collezione di Paul Alexandre medico del pittore ROMA. Corpi ieratici che sfilano lentamente, volti come idoli dagli occhi a mandorla, donne seducenti, giovani dallo sguardo penetrante, un adolescente sognante e bello come un paggio: un corteo di 430 figure - un Modigliani inedito, mai esposto al pubblico - è l'abbagliante incontro che dal 5 settembre '93 al 4 gennaio '94 il visitatore potrà fare a Palazzo Grassi, l'istituzione culturale della Fiat a Venezia. «Un colpo di fortuna ci ha dato la possibilità di esporre per la prima volta nel mondo questa collezione di disegni. Alcuni esperti del settore ne erano a conoscenza. Ma tutti adesso potranno ricollegare il momento della creazione, il disegno come vibrazione creativa, con la realizzazione ultima dell'artista. Come se Modigliani facesse il disegno sotto i nostri occhi. Come stare a tu per tu con il momento primo dell'invenzione» ha detto Fendano Benvenuti, presidente di Palazzo Grassi. 1430 disegni, che dopo Venezia saranno esposti in altre prestigiose istituzioni - dalla Royal Academy di Londra fino al Metropolitan Museum di New York nell'estate '95 -, facevano parte della collezione di Paul Alexandre, medico e amico di artisti, parigino. Era di pochi anni maggiore di Modigliani quando questi, a ventidue anni, arrivò a Parigi nel 1906. Fra loro nacque un'amicizia intensa, fatta di affetto, ammirazione, visite a mostre, serate trascorse insieme, confidenze, incoraggiamenti. Il giovane medico ammirava moltissimo l'artista italiano, lo pre¬ sentava agli amici, seguiva giorno per giorno il suo lavoro, ne acquistava - per primo - alcune opere. Sotto i suoi occhi, per otto anni, fino al 1914 quando fu chiamato al fronte, il dottor Alexandre vide maturare queir «arte della semplicità lastricata di infinite complicazioni» che Modigliani perseguiva, ne osservava la produzione artistica e ne raccoglieva gelosamente i disegni, studi di nudo, serie di teste per la scultura, cariatidi, le opere «liriche» fra il reale e l'irreale, i ritratti, opere in cui ricorrono sempre le stesse tecniche (per lo più disegni a matita grassa o a inchiostro di china), figure tracciate su fogli staccati da comuni quaderni da disegno, immagini costruite a grandi tratti e non mediante una moltitudine di piccoli segni. Un patrimonio - ha osservato Noél Alexandre, storico, figlio di Paul - che oggi permette di far capire immediatamente la volgarità e l'insensatezza delle infinite contraffazioni dell'opera di Modigliani. Il professor Alexandre non possiede più la collezione del padre che fu dispersa negli anni, e che adesso lui ha pazientemente recuperato quasi al completo per questa esposizione. Ma ha scritto il libro cui il padre aveva pensato tutta la vita senza - alla fine - mettere ordine nei suoi ricordi, nei documenti di cui disponeva, dalla ricevuta dell'affitto ai biglietti d'invito alla prima mostra di Modigliani a Parigi nell' 11. «Voleva rispondere alle inesattezze che si erano andate diffondendo sulla figura, la vita e l'arte di Modigliani. E' morto nel '68, senza aver lasciato la sua testimonianza sul genio che aveva conosciuto, in cui aveva creduto e di cui era stato l'amico prediletto, scongiurandolo di non distruggere quello che produceva e che non gh sembrava vicino alla perfezione» ha ricordato il figlio. Il libro e la mostra conducono, insieme, a una più precisa conoscenza dell'artista. «Il lavoro di Noél ha il merito di aver spogliato Modigliani della sua leggenda, di quel fascino ingannatore di cui è stato preda. La seduzione di Modigliani è altra. Il rigore monastico del suo disegno ne è una testimonianza», ha osservato Francois Bergot, direttore del Museo di Rouen. Liliana Madeo Le opere poi alla Royal Academy di Londra e al Met di New York
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